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Le pagelle: Robin fa Batman, De Rossi un faro in mezzo alla tempesta

Olsen vola a parare tutto, evitando che la sconfitta assuma tratti umilanti. Ünder confusionario, ma ci prova. Kolarov e Fazio distanti anni luce dalla scorsa stagione

20 Settembre 2018 - 07:26

La sveglia arriva ben prima del primo gol. Un senso di impotenza avvolge chiunque abbia assistito al tiro al bersaglio del primo tempo, alla timida reazione del secondo (ma perché sempre metà partita?) e alla resa finale. Ora però si sveglino loro.

7,5 OLSEN - Altro che problema. Lo svedese è il salvatore, quello vero. Prima all'ultimo minuto in campionato col Chievo, poi fin dai primi giri d'orologio in Champions. Alle continue scorribande madridiste che tagliano la difesa giallorossa come il burro, l'unico a opporsi è Robin, che vola molto più di Batman e costringe gli Isco e i Bale a sfoderare numeri da grandissime occasioni per superarlo. Tutto il resto si infrange sul numero uno.

5,5 FLORENZI - Si oppone come può alla valanga blanca che arriva dalla sua parte. Senza particolari colpe. Ma finisce travolto e stravolto.

5,5 MANOLAS - Il Bernabeu lo acclama come eroe anti-catalano, lui risponde da quasi castigliano: facendosi infilare troppo spesso lì in mezzo. Perfino il suo proverbiale sprint nulla può contro quello di Bale.

5 FAZIO - Di testa le prende tutte, di piede sbaglia anche appoggi elementari, come ormai accade da inizio stagione. AAA Cercasi il Comandante che conoscevamo.

4,5 KOLAROV - Avanza inquietante il processo di maiconizzazione: primo anno al top, dopo il Mondiale un flop dietro l'altro. La speranza è che sia solo un inizio infelice.

5 NZONZI - Pachidermico. Come mole ma anche come ritmo. Ha ancora il mezzo alibi del ritardo di condizione, ma sta per esaurirsi.

6,5 DE ROSSI - Un faro in mezzo alla tempesta. Vede tutte le linee di passaggio, le intercetta come può e anche come non potrebbe, fermando Isco al limite nell'azione che dà punizione e vantaggio al Real e giallo a lui. Ma per personalità si erge tante spanne sopra gli altri.

6 ZANIOLO - Dalla Primavera al Bernabeu senza passare dal via: il triplo carpiato farebbe tremare chiunque. Non lui, che tenta anche la giocata senza timori reverenziali di fronte a tante stelle e nei suoi 54 minuti non demerita.

6 ÜNDER - Sarà pure poco lucido nelle scelte, ma è l'unico ad avere il guizzo. Ci prova: a tirare, a saltare l'uomo, a scattare e creare superiorità. Poi però la precisione alberga altrove.

5 DZEKO - Lasciato solo in mezzo ai cani da guardia madridisti, gioca sempre spalle alla porta. Ma a differenza di altre occasioni, appare distante. Dal gioco come dal campione a cui siamo abituati.

5 EL SHAARAWY - Avrebbe il doppio (improbo) compito di contenere le folate di Marcelo e innescare "strappi" in avanti. Riesce a disattendere entrambi.

5,5 PELLEGRINI - Fra i tre subentrati, è quello che entra meglio in partita. Ma quando ha l'occasione, preferisce lasciarsi cadere che tirare: segnale poco confortante.

5 PEROTTI - Mezz'ora, scialba.

4 SCHICK - Se nemmeno sfide simili riescono ad accenderlo, l'involuzione comincia a diventare preoccupante.

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