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Nainggolan a San Siro: l'anno scorso ha illuminato il Meazza, oggi può essere di nuovo protagonista

Di Francesco punta sul belga per centrare il quinto successo e garantirsi una sosta serena e produttiva

Foto: Federico Proietti

Foto: Federico Proietti

01 Ottobre 2017 - 10:20

Rifallo, Radja. Come quella notte del ventisei febbraio scorso. Quando hai illuminato San Siro con la migliore partita della tua carriera. Fregatene che vedrai maglie rossonere piuttosto che nerazzurre. Non pensare troppo al fatto che ora giochi in un ruolo diverso, quella notte trequartista incursore, stavolta intermedio di un centrocampo in cui Di Francesco ha già fatto intendere che a te non rinuncerebbe neppure sotto tortura. Riprenditi la Scala del calcio, come hai fatto contro l'Inter, una doppietta che da quelle parti in tribuna sentono ancora il rumore dei tuoi tiri, un destro a rientrare nel primo tempo degno di mille replay, un altro destro di pura potenza nella ripresa per far capire definitivamente a quell'Inter che per la Champions League sarebbe stato meglio rinviare l'appuntamento. Cosa che, pur stando soltanto all'inizio di questo campionato, potrebbe essere vera anche contro questo Milan dei cinesi che non si conoscono ma che hanno fidejussioni da onorare e garantiscono che lo faranno. Pure se qualcuno ha già fatto intendere che in mancanza di una qualificazione alla Champions...

Rifallo, Radja. Perché siamo pronti a pagare di tasca nostra per rivederti fare il gesto che hai mimato dopo la seconda rete all'Inter. Quella gestualità quasi indifferente per chiarire a tutti che lo avevi fatto un'altra volta, che se qualcuno non era rimasto convinto del primo, avevi pensato bene di concedere il bis. Non pensare che ora nella nuova posizione in cui ti ha messo Di Francesco, che poi è stata la tua fino a quando non hai incontrato Luciano Spalletti, avrai meno possibilità di tirare verso la porta avversaria. Può essere vero soltanto in parte. Perché la tua dinamicità, la tua generosità, la tua qualità, il tuo essere dentro la Roma come i tuoi compagni romani e romanisti, ti consentono di poter continuare a stupire. L'importante è la squadra e la tua cresta mai uguale alla precedente, ha sempre dimostrato di aver metabolizzato questo concetto meglio di chiunque altro.

Rifallo, Radja. E prova a prenderti quello che è stato del tuo amico Francesco Totti, protagonista come nessun altro a San Siro, capace di regalare gol, giocate, cucchiai. Ci rendiamo conto che il paragone può essere un tantinello impegnativo, ma se in questa Roma c'è un giocatore in grado di raccoglierne anche se solo in minima parte l'eredità, quello sei te, innamorato di Roma e della Roma. E chissenefrega se altri ti avrebbero ricoperto d'oro pur di vederti indossare la loro maglia. Convinciti di poter ancora illuminare San Siro, queste sfide ti hanno sempre esaltato perché quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E chi, meglio di te, può interpretare il ruolo del duro?

Rifallo, Radja. Per sbatterlo in faccia al commissario tecnico della tua nazionale, quel Roberto Martinez che non ti convoca perché sei l'unico che non abbassa lo sguardo quando ti fissa negli occhi, incapace di capire che sta commettendo un omicidio tecnico. Una scelta, la sua, che rischia di metterlo con le spalle al muro. Perché se il Belgio ha ventitrè giocatori migliori di te, allora il prossimo Mondiale non si giochi neppure, si consegni direttamente la Coppa del mondo ai figli di Bruxelles. Che poi tutto sono meno che figli di Bruxelles. Fagli capire a questo signore che ha un concetto del calcio tutto suo, che sta prendendo una cantonata senza precedenti.

Rifallo, Radja. Perché questa Roma, ha bisogno di un'impresa per cominciare a prendere definitivamente consapevolezza della sua forza, fiducia nel nuovo corso difranceschiano che fin qui è stato accompagnato più con scetticismo che con entusiasmo. È la partita ideale per poter consolidare le prime risposte positive di queste ultime settimane. Perché pure se qualcuno se lo è dimenticato, questa è una Roma che ha una striscia aperta di quattro vittorie, tre in campionato, una in Champions League dove non vinceva in trasferta da sette anni quando la tua cresta la vedeva ancora da lontano. Non sono state sufficienti quelle vittorie a ridare entusiasmo, il nome delle squadre battute non era di quelli che fanno gridare all'impresa, ma oggi ci sarà il Milan, arrivasse il quinto successo, si potrebbero vivere alla grande le due settimane per la nazionale che a te è stata negata. Si potrebbero vivere nella maniera migliore, preparando senza troppe pressioni la ripresa che per la tua Roma vorrà dire, in rapida successione, Napoli all'Olimpico, Chelsea a Londra, Torino a casa loro.

Rifallo Radja, per continuare ad alimentare il sogno delle migliaia di tifosi che saranno presenti a San Siro perché non sarete mai soli, per dare contorni solidi a un progetto che è stato appena abbozzato ma che ha il diritto di arrivare fino in fondo.
Rifallo, Radja.

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