ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Stadio Flaminio, è iniziata la bonifica. Frongia: "A breve un cronoprogramma"

Parla l'assessore allo sport del Comune: "Faremo come a Campo Testaccio, prima un progetto transitorio e poi la sistemazione definitiva con Coni e Federugby"

29 Ottobre 2018 - 15:32

Nonostante l'allerta meteo, sono iniziati questa mattina i lavori di bonifica dello Stadio Flaminio. Il personale dell'Ama ha iniziato a ripulire l'area alla presenza dell'Assessore allo Sport, Daniele Frongia, che ha commentato: "Finalmente parte la bonifica contro il degrado di questo importantissimo impianto, che riguarderà sia il perimetro esterno che le zone interne e gli uffici. Iniziamo a vedere cosa troviamo, tra qualche settimana forniremo un cronoprogramma".

L'importo necessario per la bonifica stanziato dal Comune corrisponde a più di 100mila euro, una cifra che fa parte dello stesso progetto di bonifica degli impianti grazie al quale è stata da poco eliminata la vegetazione che ricopriva Campo Testaccio. Tuttavia l'impianto di Via Zabaglia ma che resta in attesa di scoprire quale sarà il proprio futuro. Il Flaminio, costruito per le Olimpiadi romane del 1960, è in una situazione simile, ma ha un vantaggio: alle spalle c'è un team di architetti al lavoro da mesi per disegnare il piano di recupero e per immaginarne il futuro. La Getty Foundation di Los Angeles, infatti, a luglio ha stanziato 180mila dollari per finanziare il progetto di ricerca della Pier Luigi Nervi Association in collaborazione con la Sapienza e l'associazione DoCoMoMo nell'ambito del bando internazionale "Keep it modern".

Ma come per Testaccio, "la bonifica è solo il secondo step verso il recupero del Flaminio - ha spiegato Frongia - Il terzo sarà individuare una soluzione temporanea per permettere la fruizione dell'impianto ed evitare che torni in stato di abbandono. Il quarto step, infine, sarà procedere con la soluzione definitiva, cui stiamo lavorando con il Coni e la Federugby per mantenere un utilizzo sportivo. Oggi, intanto, facciamo il primo passo verso una nuova vita".

Inaugurato nel 1959 e progettato da Pier Luigi Nervi assieme al figlio Antonio, il Flaminio è un gioiello caduto in malora del patrimonio architettonico nazionale. Nella sua storia l'impianto è stato gestito dal Coni, dalla Federugby (prima che il 6 Nazioni si spostasse all'Olimpico) e anche dalla Figc.

Andrea Abodi, presidente dell'Istituto del Credito Sportivo, ha detto pochi giorni fa: "Siamo alla vigilia di scelte importanti: riprenderà vita non solo l'infrastruttura sportiva, ma abbiamo alzato l'asticella pensando alla riqualificazione anche dell'area del Villaggio Olimpico e delle zone vicino all'Auditorium. C'è chi sta lavorando sull'aspetto sportivo, come il Coni e la Federugby". Per l'impianto sembrerebbe prospettarsi un ritorno al rugby, ma non solo: la sua struttura polivalente, infatti, permetterebbe di dedicarlo a molti sport. L'augurio è che si faccia presto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA