Cremonese-Roma, Ayroldi disastroso: perde la bussola a fine primo tempo
La prestazione del fischietto di Molfetta nel match dello Zini: in pochi minuti succede tutto quello che non dovrebbe succedere a un buon arbitro. E il rosso a Gasp...
(GETTY IMAGES)
Un disastro quello combinato da Giovanni Ayroldi di Molfetta ieri allo stadio Zini in Cremonese-Roma. E per fortuna non ha inciso sul risultato. Figlio e nipote d’arte, non sapremo mai se il papà Stefano e lo zio Nicola lo hanno più rimproverato o consolato dopo questa prestazione da dimenticare. Al 26’ annullato il secondo gol della Roma, di Pellegrini, per un fuorigioco di mezzo centimetro di Pellegrini (10 minuti per l’immagine, faranno lo sconto agli abbonati?). Ma il punto è un altro.
Tutto quello che non dovrebbe succedere a un arbitro accade in pochissimi minuti: dall’errore per il fallo non fischiato (da ammonizione, per SPA) di Floriani su Wesley al 44’ e 34” al rigore assegnato ai grigiorossi per il tocco di mano di Mancini in area di rigore. Nel mezzo, però, 7 secondi dopo la svista ai danni del brasiliano romanista il giallo comminato a Ziolkowski per una lieve trattenuta su Bonazzoli. Il corto circuito è ancora in corso, però: sugli sviluppi della punizione la Cremo si riversa sul lato sinistro dell’area di rigore, Barbieri effettua una sorta di tiro cross che colpisce il braccio attaccato al corpo di Mancini. Ayroldi è a pochi metri e con la visuale perfetta, non ha dubbi e assegna il rigore. Per fortuna esiste il Var, che ci mette fin troppo a richiamarlo.
Qui inizia un curioso siparietto in favore dei telespettatori: il match analyst di Dazn, Luca Marelli, invece di stupirsi per la topica dell’ex collega stigmatizza il comportamento della panchina giallorossa («tanto c’è il Var, inutile protestare»). Passi il mood da educatore, peccato abbia dimenticato l’adrenalina dello sport, oltre al fatto che in panchina oggi ci sono i tablet per rivedere in diretta. Va da sé che il rigore è revocato. Gasp però resta nervoso e a inizio secondo tempo viene ammonito e ed espulso in undici secondi per proteste e buttato fuori al grido (magari ad alta voce) di «non ho detto niente!» rivolto al quarto ufficiale Crezzini. Ma a Ayroldi, evidentemente rimasto privo di buon senso, ormai per arbitrare sono rimasti solo i cartellini. Dopo Mou e Serra, la Roma si conferma sfortunata con il “quarto uomo” dello Zini. Pace.
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