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L'analisi di Roma-Crotone

Con Inter e Lazio servirà più filtro

Per chiudere bene la stagione si dovrà fare risultato contro Conte e Simone Inzaghi. È in mezzo al campo che si decideranno le due partite

11 Maggio 2021 - 12:41

Come è strana la vita, come è strano il calcio. La Roma ha appena vinto 5-0 una partita che le bastava vincere di misura, ma il cui valore di expected goal è stato di 2,29 a 0,86, dopo che tre giorni prima aveva vinto una partita di misura 3-2 quando aveva la necessità di vincerla con almeno quattro goal di scarto, e alla fine il coefficiente di x-goal è stato di 5,35 a 1,44. Quando si dice l'importanza della prestazione. Insomma, secondo i dati oggettivi che analizzano semplicemente le diverse pericolosità di ogni conclusione, contro il Manchester United la Roma aveva provveduto a costruire esattamente la partita che sarebbe servita per vincere largamente e dunque passare il turno, ma ha raccolto molto meno di quanto non abbia prodotto e in finale sono andati gli inglesi. Con una certa crudeltà statistica, la Roma ha invece segnato cinque gol nel secondo tempo al Crotone firmando una sorta di record che lei stessa aveva fatto segnare pochi giorni prima, in negativo, prendendone cinque nel secondo tempo dell'Old Trafford. Ma con il Crotone ha raccolto molto di più delle proprie potenzialità, segnando più del doppio dei goal realmente costruiti. La differenza l'hanno certamente fatta difensori e portieri avversari. Avere Cordaz o De Gea non è certo la stessa cosa, per non citare neanche i campioni pagati a peso d'oro del reparto arretrato dei Red Devils e i poco mobili difensori a disposizione di Cosmi. Ma forse, come sempre, la virtù sta nel mezzo. Contro il Crotone forse la Roma non meritava un successo così largo, contro lo United non meritava di uscire così, dopo l'ignominia del 6-2 dell'andata.

Quei segnali col Crotone

La partita con il Crotone può dare qualche spunto anche per immaginare come la squadra giallorossa dovrà affrontare i prossimi due impegni, con Inter e Lazio. Il sistema di gioco di Cosmi, Conte e Inzaghi è lo stesso, ma ovviamente le caratteristiche intanto tecniche sono profondamente diverse. Quel che Fonseca non dovrà ignorare sono i segnali negativi che sono arrivati domenica nella parte iniziale del secondo tempo, subito dopo il vantaggio raggiunto da Borja Mayoral. Se nel primo tempo solo un paio di verticalizzazioni di Cigarini e Ounas avevano messo in difficoltà la retroguardia senza che peraltro fossero prodotti tiri verso la porta di Fuzato, nella ripresa Simy, Golemic e lo stesso Ounas hanno avuto qualche opportunità per colpire. In particolare la Roma non è riuscita a tenere lontani, in quei quindici minuti, i centrocampisti del Crotone che avanzavano quasi sempre in superiorità numerica (episodio che nella Roma accade frequentemente). Fonseca dalla partita con il Manchester in poi ha cambiato anche il sistema di gioco, tornando alla difesa a quattro. Ma resta precario lo scaglionamento dei centrocampisti in fase di non possesso. Col Manchester ce n'erano sempre tre, col Crotone due: quando si chiede il sacrificio al trequartista, capita spesso che venga tagliato fuori dalla prima fase difensiva. Insomma se a restare alti col 3421 erano i tre giocatori più avanzati, per cautela i due esterni si abbassavano sulla linea difensiva e in mezzo i due mediani venivano regolarmente sopraffatti. Si difendeva in sette, ma sempre con i tempi ritardati. Col Crotone restavano più alti in quattro e in mezzo sempre due faticavano a controbattere alle avanzate avversarie.

Ci sembrava invece che con il Manchester Fonseca avesse trovato la formula giusta aumentando il numero dei giocatori impegnati a centrocampo in fase di non possesso, invertendo il vertice del triangolo. Finché è rimasto in campo Smalling, contro gli inglesi è stato Mancini a giocare davanti ai due difensori centrali, con Cristante e Pellegrini a svolgere il ruolo di mezze ali, poi quando è uscito Smalling è stato Darboe ad occupare il ruolo mantenendo intatta la struttura a triangolo che ha garantito un filtro nuovo in fase di non possesso. Contro il Crotone invece Pellegrini è stato mandato in copertura della prima impostazione di Cigarini, ma quando veniva tagliato fuori la Roma si trovava a sbandare quasi in inferiorità numerica, con i due esterni di difesa costretti a chiudere sugli esterni di centrocampo, con i due centrali difensivi ad occuparsi delle due punte e con i due mediani in avanzata tenuti a malapena dei due centrocampisti. Sono bastate un paio di accelerazioni di Ounas e un paio di belle combinazioni strette lette a fatica dai centrocampisti giallorossi (e continua in questo senso il disagio nella lettura dei due contro due) per mandare in difficoltà un intero reparto. Come dimostrano i dati in quell'inizio di secondo tempo il Crotone ha rischiato più volte di segnare prima di subire il secondo gol per poi crollare di schianto lasciando agli attaccanti giallorossi le autostrade per colpire ripetutamente, fino al 5-0 finale.

L'errore da non commettere

Qual è l'errore che non andrà commesso con Inter e Lazio? Bisognerà fare attenzione proprio nel cuore del centrocampo laddove Conte e Inzaghi sviluppano la sostanza del loro gioco. L'interista ha recentemente ricordato di aver cambiato il destino della sua squadra, dando l'accelerata definitiva in campionato, solo dopo aver abbassato il proprio baricentro con la consapevolezza di avere in fase di non possesso un dispositivo con cinque difensori e tre centrocampisti pronti a chiudere ogni varco, quasi sfidando la fase offensiva degli avversari. La Lazio ha meno certezze difensive, ma il derby di andata sta lì a testimoniare le difficoltà che potrebbe incontrare la Roma se non usa la giusta accortezza difensiva proprio come capitato in occasione del 3-0 che ha condizionato tutta la stagione di Fonseca (quattro giorni dopo c'è stato il clamoroso ko con lo Spezia delle 6 sostituzioni). A prescindere dagli uomini che riuscirà a recuperare per le due partite, Fonseca dovrà preoccuparsi comunque di garantire una certa impermeabilità alla fase di non possesso, rinunciando al lusso di tenere tre o addirittura quattro uomini oltre la linea del pallone quando viene gestito dagli avversari. Dzeko sarà utilissimo per uscire dalle pressioni alte dove non sarà risolutivo il fraseggio, dietro di lui sarà probabilmente schierato Mkhitaryan, ma a centrocampo Pellegrini dovrà giocare da mezz'ala in maniera stabile, affiancando Cristante e magari il giovane Darboe. Se sarà confermata la difesa a quattro potrà poi giocare anche un altro trequartista dietro l'attaccante centrale, sempre a patto di dare una solida mano anche in fase di non possesso, magari sul regista di Inter e Lazio.

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