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Nessun innocente: ecco tutti gli errori, uno a uno

Per un tempo qualcosa si è fatto, poi è stata una corsa a chi la combinava più grossa. E la difesa non sa più difendere neanche sui cross

L'amarezza dei giocatori a Bologna, di Mancini

L'amarezza dei giocatori a Bologna, di Mancini

25 Settembre 2018 - 08:28

Di errori domenica a Bologna se ne sono visti parecchi. Singoli, di reparto, di squadra. Tutti più o meno riferibili a Di Francesco, per responsabilità diretta o indiretta. Poi saprà lui se un certo movimento non è stato fatto perché non l'ha allenato bene o se la squadra non l'ha recepito. A noi pare che una partita cominciata bene sia finita male soprattutto per il sopravvento del terrore di non farcela, sindrome che alla Roma si verifica spesso.

Un buon primo tempo

Eppure la gara era partita bene. Già dopo 25 secondi la squadra era disposta nella metà campo avversaria secondo un pressing altissimo che la diceva lunga sull'idea che era stata trasmessa dall'allenatore. Il primo campanello d'allarme è suonato dopo cinque minuti, condotti peraltro esclusivamente nella metà campo del Bologna: ma alla prima palla persa da Dzeko davanti all'area avversaria, è nata una transizione condotta in due contro tre potenzialmente pericolosa. Ma la Roma ha continuato ad attaccare e su schema da corner all'altezza del minuto 8'50" Pellegrini ha servito Fazio sul secondo palo e sul colpo di testa Skorupski ha risposto da campione. Neanche un minuto dopo, la solita palla dentro di prima tagliata da De Rossi ha messo Kluivert in condizione di far gol, ma anche stavolta il portiere polacco ci è arrivato. Al 13' Cristante ha sbagliato un contrasto con il diciannovenne Svanberg ed è partito un altro pericoloso 5 vs 4, a conferma della precarietà su cui a volte si poggiano le transizioni passive: altro fattore a cui Di Francesco deve porre rimedio. Al minuto 16 Dzeko ha fatto lo stesso movimento che poi consentirà a Mattiello di fare gol qualche minuto più tardi, ma stavolta la palla è passata sotto le gambe di De Maio toccando il polpaccio e quindi finendo in corner. Un minuto dopo il primo serio pericolo corso da Olsen, con il cross sul secondo palo per Mattiello. Anche in questo caso lavoro per Di Francesco: dovrà trovare lui i correttivi per impedire che ogni cambio di gioco colga impreparata la sua difesa.

Al 28'50" De Rossi ha servito ancora con il contagiri Kluivert che dopo un momento d'incertezza ha tirato addosso a Skorupski in uscita disperata, ignorando peraltro Dzeko. Dal 30' al 33', un po' per i primi effetti della stanchezza e un po' per il caldo, la squadra ha perso qualche riferimento e Cristante e De Rossi si sono fatti ammonire per due falli peraltro contestati: crescenti segnali di nervosismo. Al 34'50" il fattaccio del gol. La difesa della Roma si fa trovare scoperta sul secondo palo a causa dello scaglionamento squilibrato di tuttii giocatori verso il primo. Perotti invece di stare davanti all'area dovrebbe aiutare il terzino (Marcano) nella chiusura dell'esterno di centrocampo. Quando il terzino zona palla è richiamato dal pallone, non possono certo essere lasciati soli in area gli altri tre difensori, ma dovrebbero esistere dei meccanismi di copertura degli spazi con centrocampisti (che dovrebbero abbassarsi sulla linea tra i difensori e subito davanti alla zona di primo recupero, quindi al limite dell'area) e attaccanti opposti (per l'appunto Perotti). L'argentino prova a sostituirsi a Marcano che sul recupero di Mattiello lo stava accompagnando correttamente verso metà campo e si inserisce sulla marcatura, allargando però inutilmente il compasso delle sue gambe fino a favorire il passaggio del tiro del bolognese giusto tra le gambe, evento che quasi sempre rende irraggiungibile il pallone per il portiere. Da notare anche la posizione di fuorigioco attivo di Dzemaili (davanti a Olsen) che però l'interpretazione arbitrale ha ritenuto passiva perché non ostruisce "chiaramente" la visuale del portiere.

Poi, nel concitato finale, una discreta reazione della Roma ha portato a costruire addirittura quattro palle-gol, di cui due nella stessa azione con Fazio, una con Florenzi e l'ultima, la più clamorosa, con il sinistro a porta vuota di Pellegrini finito maldestramente alto. Totale, 7 occasioni da gol per la Roma e 2 per il Bologna. Il risultato parziale, all'interno di questo range, avrebbe dovuto essere di largo vantaggio per la Roma, e invece è 1-0 per i padroni di casa.

Il disastro della ripresa

Il caldo toglie energie, Di Francesco smania in panchina, lo svantaggio appesantisce il compito di tutti, la Roma dovrebbe gestire la ripresa con maturità e senza offrirsi troppo al contropiede avversario perché prendere il secondo gol sarebbe letale. E invece dimostra tutto tranne che maturità. Già al 1' minuto su cross di Pellegrini tre attaccanti in area (Cristante, Dzeko e Perotti) restano in linea e fanno tutti e tre lo stesso movimento in avanti invece di occupare razionalmente l'area, come sanno fare le squadre più preparate; al 2'40" c'è un cross horror di Kluivert senza alcuna pressione; al 6'30" un lentissimo Cristante commette un altro fallo e rischia il secondo giallo, Di Francesco è costretto a toglierlo due minuti dopo. Al 7'24" Marcano può stoppare un pallone al limite della propria area, invece preferisce girarlo di testa a Olsen, ma sbaglia completamente la misura: angolo; al 12'45" il patatrac, Perotti penetra nella difesa e chiede il triangolo a Pellegrini che invece cerca Dzeko che era marcato, immediata transizione bolognese che parte da Santander, passa da Dzemaili e viene rifinita da Falcinelli che lancia ancora il paraguayano nello spazio infinito: e la Roma? Quando Santander controlla il pallone ha 4 romanisti davanti (Manolas, Fazio, De Rossi e Pastore), oltre a  Marcano che già lo insegue, quando arriva davanti a Olsen ha solo Marcano. Ecco che cosa intende dire Di Francesco quando non vede spirito di sacrificio. Il secondo gol annichilisce la Roma, che a quel punto perde completamente la testa: Perotti a centrocampo rivolge dure parole di rimprovero a Pellegrini che non gli ha ridato quel pallone, Di Francesco è nervosissimo, Dzeko riprende a sbracciare come suo solito. Fazio un minuto dopo sbatte una palla facile in fallo laterale, poi spinge decisamente Santander quasi alla bandierina e si prende un giallo per proteste.

Di Francesco è costretto alla seconda sostituzione obbligata. Al 23'50" Pastore appena entrato sbaglia un gol da posizione defilata (ignorando Ünder), due minuti dopo un pessimo posizionamento difensivo di Marcano libera la via della rete a Okwonkwo, che tira fuori, al 27' un destro al volo di Perotti deviato da Dzeko a un metro dalla porta finisce alto, al 33' Perotti scarica un passaggio direttamente a Okwonkwo, ma non ha la forza di corrergli dietro (aveva un dolore, hanno raccontato dopo), al 34' Pellegrini cerca un gol in sforbiciata dal limite dell'area, rimediando solo l'ammonizione per gioco pericoloso, poi nel finale toglie di testa a Ünder l'ultimo pallone disponibile. Il disastro è completo.

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