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Tatticamente

L'analisi di Spal-Roma: come volano le ali, ma dietro bisogna restare concentrati

Anche da partite così facili c'è qualcosa da imparare. Il sistema ora esalta gli esterni, ma in difesa ci sono ancora troppe distrazioni

24 Luglio 2020 - 11:47

L'arrendevolezza dell'avversaria non consente certo di celebrare la partita vinta dalla Roma a Ferrara come evento memorabile della stagione. Ma, come sempre, ci sono spunti sia in positivo sia in negativo che invece consentiranno a Fonseca di acquisire ulteriori informazioni sulla sua squadra in vista delle ultime tre partite di campionato ma, soprattutto, dell'atteso round finale di Europa League che, nel caso in cui le cose andassero male, non farebbe che confermare l'andamento negativo della stagione oppure, nel caso contrario, finirebbe col dare un senso completamente diverso al lavoro svolto quest'anno. In positivo, ci sono degli elementi che non possono essere trascurati: il gol di Zaniolo, per esempio, per la cui celebrazione bastano le grafiche che riproponiamo qui accanto, è realmente un evento che tecnicamente pochi giocatori in Italia sarebbero in grado di fare. Non c'entra niente il fatto che la partita fosse ormai virtualmente conclusa, che la squadra avversaria fosse ormai vinta, che si aspettasse solo il fischio finale dell'arbitro. C'entrano, invece, le enormi potenzialità di un ragazzo che è davvero superiore alla media, non solo dei calciatori della sua età, ma proprio della sua categoria. Altrimenti non si va via a un avversario resistendo in quel modo al contrasto; all'altro battendolo sul suo forte, la velocità; al terzo superandolo di slancio con una finta; al quarto attutendo l'impatto da una parte e difendendo il pallone dall'altra; al quinto con una sterzata in pochi centimetri e superando il sesto con un tiro dal basso verso l'alto capace di cogliere una delle pochissime traiettorie possibili al di fuori della portata delle braccia protese del portiere avversario.

Gol, che performance!

Non è evento usuale neanche il semplice dato numerico del risultato, prova ne sia che per la Roma è stato eguagliato un record fissato peraltro nel 1935. Eppure, stavolta, la produzione offensiva non è stata da record. Basti pensare che per confezionare il tre a uno dell'andata la Roma produsse un valore più alto di expected goal: 3,08 furono quelli costruiti all'andata per segnare tre gol, 2,12 sono quelli prodotti al ritorno che ne hanno invece garantiti sei. Una over performance quasi da record che la dice lunga sul valore davvero limitato della difesa della Spal e molto sulla brillantezza dei giocatori della Roma che, nel caso già citato di Zaniolo, nelle due reti di Bruno Peres e in quella di Carles Perez, hanno prodotto un repertorio di primissima qualità. Notevoli invece le corresponsabilità di difensori e portiere avversario per le altre due segnature, quelle di Kalinic e Kolarov. Va segnalata in ogni caso anche la ottima qualità del palleggio mostrato dai giocatori giallorossi: quasi tutti hanno garantito percentuali di passaggi riusciti superiore al 90%. Si va dal 100% dei passaggi di Smalling, Villar e Kluivert, al 94% di Cetin e Mancini, al 92% di Diawara, Spinazzola e Pellegrini, al 91% di Perez e Peres e al 90% di Kolarov. Al di sotto solo Zappacosta (88%) e Kalinic (83%). Un dato forse non esaltante è anche quello dei palloni persi da Cristante, Pellegrini e dallo stesso Perez, mediamente una decina a testa, decisamente troppi.

La concentrazione difensiva

Qualcosa andrà registrato anche nella fase difensiva nonostante il nuovo sistema di gioco garantisca maggiore affidabilità e, soprattutto, minori sbandamenti. L'errore da cui nasce il gol del provvisorio pareggio di Cerri è individuale e riguarda probabilmente soprattutto la scarsa attitudine difensiva di un giocatore che però Fonseca ritiene strategico per molti altri motivi. Nelle grafiche lo illustriamo nei dettagli. Ma anche in una partita a senso unico come quella di mercoledì sono state troppe le conclusioni degli avversari verso la porta di un peraltro incerto Pau Lopez. Soprattutto se parametrate al numero delle azioni offensive. Il risultato finale farebbe pensare pensare ad una differenza, tra quelle della squadra che ha fatto sei gol e quelle della squadra che ne ha fatto uno, di tre o quattro volte tanto. In realtà sono state appena 45 per la Roma, di cui 18 portate a conclusione, contro le 32 della Spal, di cui 9 portate a conclusione. Significa che la Roma ha concesso troppo, anche in una partita il cui significato agonistico si è perduto all'inizio del secondo tempo. Come scusante, si può certamente considerare il fatto che l'impegno sia via via scemato in corrispondenza del divario numerico che si andava configurando. Siamo sicuri, ad esempio, che nella gara secca di eliminazione degli ottavi di Europa League contro il Siviglia, la concentrazione sarà decisamente diversa e, per quanto possibile, si eviteranno sbandamenti o errori individuali evidenti come quelli visti anche a Ferrara, tra retropassaggi avventati, posizionamenti non conformi e generiche sottovalutazioni del valore degli avversari.

Come volano le ali

Una cosa che invece salta agli occhi ogni partita di più è il grande contributo offensivo che stanno portando gli esterni a tutta fascia, senza peraltro far mancare mai il loro contributo difensivo. Nel grafico si può notare come Spinazzola abbia sostanzialmente affiancato Kalinic nel primo tempo, mentre le numerose scorribande di Peres gli abbiano addirittura consentito di realizzare una doppietta partendo addirittura da sinistra, quando già un suo gol è evento assolutamente raro. Aldilà delle considerazioni già fatte sulla squadra Di Biagio, resta chiaro come il cambio di sistema abbia permesso a questi giocatori di mettere a frutto le loro maggiori capacità offensiva riducendo al minimo l'impatto delle scarse attitudini difensive. Eppure quando serve si fanno trovar pronti, anche se quando crescerà il dinamismo degli avversari bisognerà anche perfezionare il meccanismo che porta i cosiddetti quinti (o quarti, in questo caso) ad abbassarsi sulla linea difensiva in maniera sincronizzata e opposta rispetto al lato scelto per l'attacco degli avversari. A volte, sulle transizioni veloci, gli esterni di Fonseca al momento corrono all'indietro non con la giusta frequenza di passi, mantenendo un ottimismo sull'evoluzione dell'azione che contro squadre più rapide potrebbe essere pagato caro. Quanto al dinamismo in assoluto, sarà ovviamente un problema il fatto che contro il Siviglia (disposta con un assai brillante 4231) alla Roma in mezzo al campo mancherà per squalifica il più rapido dei suoi giocatori, il francese Veretout. Ma, di sicuro, tra Diawara, Cristante, Villar e, chissà?, Pellegrini, Fonseca troverà la giusta soluzione.

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