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Tatticamente

L'analisi tattica di Roma-Wolfsberger: se lo spirito da lupi ce l'hanno gli altri

Se la squadra di Fonseca è andata in difficoltà nel palleggio è stata solo per sua disattenzione. Solo sul 2-2 si è rialzato il ritmo

Paulo Fonseca durante Roma-Wolfsberger

Paulo Fonseca durante Roma-Wolfsberger

14 Dicembre 2019 - 11:27

Quale può essere l'obiettivo di una squadra schierata come la Roma quando subisce la pressione di un'avversaria col 4312? Facile: spostare velocemente la palla sull'esterno (su cui inevitabilmente deve uscire una mezzala avversaria) per trovare la diagonale in zona centrale su un tuo sostegno pronto a spostare l'azione sul lato opposto dove i tuoi esterni (il terzino e l'ala) possano sfruttare le voragini che si potrebbero aprir loro davanti.

Tra le diverse cose che non hanno funzionato nella partita di giovedì sera dell'Olimpico anche alcuni scaglionamenti difensivi su cross da fascia laterale 1 - In questo caso, siamo al 3' del secondo tempo, l'errore di partenza è il disallineamento della difesa, con Mancini che resta più alto di Fazio nella risalita conseguente a una respinta

Ebbene in questo giochino, supponiamo più volte provato in allenamento viste anche le simili difficoltà dell'andata, la Roma l'altra sera ha quasi sempre sbagliato qualcosa. Due le possibili spiegazioni: o di fronte aveva una squadra tecnicamente e tatticamente di primissimo livello europeo oppure ha svolto il compito con superficialità e approssimazione. Appare chiaro a tutti che la spiegazione più plausibile sia la seconda perché pur nell'applicazione di un piano tecnico-tattico ambizioso e degno di stima, il Wolfsberger non è avversario tale da poter mettere in difficoltà una squadra che punta a vincere l'Europa League.

2 - Così sul cross successivo di Novak, Weissman (nel cerchietto bianco) prende il tempo a Mancini e va sul pallone mentre Fazio è orientato a chiudere l'eventuale traiettoria bassa. Alle spalle di tutti Florenzi ha la postura male orientata rispetto a Schmiz (cerchietto blu)

La serie horror

Vediamoli nei dettagli questi errori commessi in costruzione. Dopo 50 secondi si è già capito che cosa non avrebbe funzionato: nel primo veloce giro palla proveniente da destra, la squadra si è andata sistemando nella maniera migliore, con Spinazzola pronto a ricevere il pallone senza immediata pressione (le mezzeali avversarie in questo caso invariabilmente ti lasciano secondi prima di arrivare a chiuderti la strada), Perotti è bravo a venire incontro in mezzo per ricevere lo scarico e Veretout perfetto a salire per andare ad occupare lo spazio dell'argentino in verticale rispetto al terzino.

3 - Sul cross Mancini capisce che non potrà rimediare e alza il braccio a richiamare un fuorigioco che non c'è

Quando però Perotti riceve lo scarico, a quel punto dovrebbe aprirsi e cercare subito il cambio gioco, e invece Spinazzola gli dà la palla sul corpo (errore tecnico) e lui prova a scaricare di nuovo su Fazio (errore tecnico) ma sulla traiettoria incontra Weissman, e nasce la prima occasione austriaca. Dopo 1'48" ancora Perotti potrebbe chiudere subito il triangolo con Spinazzola (dalle pressioni si esce col passaggio giusto nel tempo immediato in cui si apre l'opportunità) e invece tiene palla e la perde, ma l'arbitro segnala un'irregolarità e lo spavento passa.

Alla prima uscita azzeccata - proprio grazie al tocco di prima effettuato da Veretout per Mkhitaryan e dall'armeno per Dzeko - la Roma è arrivata fino nel cuore dell'area e ha ottenuto il rigore. Ma anche nei tre minuti successivi, prima dell'azione del pareggio, il Wolfsberger ha tirato in porta due volte muovendo la palla in velocità con grande proprietà di palleggio, mai ostacolato dalla pigra opposizione romanista.

E la stessa azione del pareggio nasce da una sbagliata impostazione romanista a sinistra (prima Spinazzola, in serata no, poi ancora Perotti, spesso spensierato nei disimpegni difensivi) che culmina con un'uscita sin troppo allegra di Mancini su Niangbo, che poi lo aggira facilmente e si presenta sul fondo, fino al pasticcio dell'autogol di Florenzi. Non appena i lupi della Carinzia abbassano la pressione, la Roma ha gioco facile nelle verticalizzazioni: l'azione del 2-1 al 19' ne è significativa testimonianza, con Diawara che porta palla e Perotti che con un movimento esterno-interno passa davanti a Novak e si infila tra lui e Rnic per ricevere il passaggio del compagno e mettere poi Dzeko in condizione di segnare a porta vuota. Nonostante le difficoltà iniziali, il ritrovato vantaggio sembra il preludio a una serata di divertimento. Non sarà così.

4 - Weissman salta così in solitudine, ma colpirà il palo. E ovviamente Florenzi non riesce a tenere il suo avversario: se il palo avesse respinto il pallone in quella zona, sarebbe arrivato prima l'austriaco

Lupi per agnelli

Perché lupi dovrebbero esserlo (soprattutto) i giallorossi, ma se poi non mettono nelle gambe tutti gli impulsi possibili, attratti dalla mollezza tipica delle squadre che affrontano gli impegni con sufficienza, allora basta che gli avversari mantengano lo standard agonistico alto e le cose si complicano. Al 25', anche in coincidenza di un momento di inevitabile abbassamento di tensione austriaca, si creano le basi per il gol del 3-1, ancora dopo un'uscita dal basso, ma Ünder spreca tutto dopo aver creato lui stesso l'occasione con un dribbling in velocità cercando servire Perotti, chiuso sulla linea del passaggio, invece di Mkhitaryan che arrivava solo soletto a sostegno. Ma quando potrebbe insistere e cercare con applicazione il 3-1, la Roma è moscia, attende gli avversari bassi invece di alzare pressioni furiose, cerca il profilo tenue invece di ribellarsi all'inerzia pigra, e si complica la vita.

Nell'azione da cui nasce il pareggio del Wolfsberger, la difesa della Roma si è fatta trovare impreparata. 5 - Però sulla partenza il reparto fronteggia la situazione con un allineamento accettabile. Dal quadro manca però Niangbo, che è rimasto più basso rispetto ai romanisti

L'insostituibile Kolarov

Un'altra azione significativa al 30', con il Wolfsberger che sembra stanco e remissivo, ma la Roma non cerca l'uscita veloce e verticale dalla difesa, ma torna in maniera estenuante e del tutto gratuita sempre verso il portiere, fino a che non rischia di farsi rubare il pallone. Al 33' è Dzeko a non controllare un pallone a metà campo che dovrebbe solo essere girato dalla parte di Florenzi per trovare facile sviluppo offensivo: e il bosniaco invece di arrabbiarsi con se stesso se la prende con l'arbitro.

6 - L'attaccante austriaco si vede però al momento del passaggio. Ma qui c'è la prima anomalia perché mentre Mancini e Florenzi si sono rialzati bene, Fazio resta più basso e questo consente a Niangbo di essere in gioco al momento del passaggio del compagno: la linea blu è tirata senza gli strumenti tecnici a disposizione del Var, ma la posizione, cm più, cm meno, sembra regolare

Anche "geograficamente" qualcosa non funziona: Mkhitaryan resta sempre vicino a Dzeko, Perotti da sinistra si accentra spesso, ma dai terzini c'è poca assistenza e la qualità nelle giocate a volte difetta. Al 36' Cengiz potrebbe partire palla al piede da solo, ma sbaglia il controllo. E quando poi la Roma si distende bene sulle fasce arriva invariabilmente l'errore tecnico, come quello di Dzeko al 43', che ignora Florenzi, o di Spinazzola poco prima, col cross di sinistro al 40': piuttosto, perché se l'ex juventino è destro si ostina a voler giocare soprattutto a sinistra? Nei suoi impacci sulle verticali esterne o nei cross si trovano i motivi dell'insostituibilità di Kolarov.

7 - Quando poi si sviluppa l'opportunità del cross in area si forma un 2 vs 2 che dovrebbe far stare tranquillo Pau Lopez, appena entrato

L'impulso: Zaniolo e Pellegrini

Per cambiare un po' l'inerzia della partita c'è voluto l'ingresso di due titolari dell'ultimo periodo, Zaniolo e Pellegrini, al posto di Ünder e Perotti, presto spariti dalla scena (l'argentino almeno dopo un buon inizio). L'inizio del secondo tempo della Roma era stato peggiore del primo, con un palo, un miracolo di Mirante e poi il gol di Weissman. Negli ultimi 20 minuti (compresi i 3 di recupero) la Roma ha battuto ad esempio 8 corner (contro i 4 dei precedenti 65), per altro calciati tutti meglio dei due tirati da Perotti e di quello battuto da Cengiz. Tre le occasioni nitide create (Fazio, Diawara e Dzeko), ma soprattutto Wolfsberger ridotto ai minimi termini: è bastato l'atteggiamento più aggressivo. Troppo tardi.

8 - Invece Fazio si addormenta e invece di chiudere la traiettoria ha un'incertezza e si fa passare avanti da Weissman che stavolta fa gol

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