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Roma-Milan oltre Maresca: rossoneri più forti, ma i margini di crescita ci sono

Gli errori della squadra di Mourinho aumentano quando si alza la posta in palio: bisogna migliorare in personalità, sbagliare meno, correre di più

02 Novembre 2021 - 12:37

Si potrebbe partire da una premessa semplice semplice: oggi il Milan è una squadra più forte della Roma ed è normale che vinca il confronto diretto. Si potrebbe anche aggiungere che se elementi esterni influiscono sul risultato finale è anche più facile che il Milan vinca il confronto diretto. Ma dell'arbitraggio parliamo in altre pagine del giornale. Quello che ci preme capire qui, condividendo alcuni spunti di riflessione, sono essenzialmente due cose: se il Milan in 11 contro 11 stava comunque meritando il vantaggio maturato sul campo, e la risposta è sì, e se è vero che, in assoluto, la Roma abbia fatto una pessima figura: e qui la risposta è no.

Il Milan è più forte

Il percorso che ha portato le due squadre all'attuale momento è molto differente ed è inutile ripeterlo. Oggi il Milan tecnicamente è più pronto. In campo però c'è stato equilibrio nella prima parte del primo tempo con occasioni equamente distribuite almeno fino al vantaggio raggiunto dei rossoneri con la punizione trasformata da Ibrahimovic. Dopodiché è subentrata quella sorta di rassegnazione mista a rabbia tipica delle squadre in cui vengono minate le certezze, un po' sotto il profilo tecnico-tattico e un po' per il già citato contributo del signor Maresca. Di sicuro l'atteggiamento dei giallorossi avrebbe potuto/dovuto essere più aggressivo: l'intensità del pressing nel secondo quarto d'ora del primo tempo, ad esempio, è crollata fino a 80 passaggi concessi per azione difensiva, un livello infimo per una squadra come la Roma.

Il guaio dei pochi cambi

Altro fattore piuttosto indicativo è la parziale rinuncia alla costruzione dal basso, testimoniata dai pochi contributi con i piedi di Rui Patricio (che ha giocato metà dei palloni del suo collega Tătărușanu con i piedi e ricevuto meno della metò dei retropassaggi del portiere milanista). Nel primo tempo ci sono stati anche troppi lanci lunghi: 18 nel secondo quarto d'ora, 18 nel terzo quarto d'ora. Nella stessa mezz'ora il Milan è ricorso a questa soluzione in totale appena nove volte, un quarto di quelle della Roma. Capiamo però Mourinho: come ha detto tante volte, non ritiene di avere ricambi all'altezza dei titolari e dunque in questa fase della stagione, quando si sommano tante partite ad alta intensità in pochi giorni, non può spremere al 100% i suoi giocatori, chiedendo per esempio loro di pressare furiosamente per 90 minuti. Poi c'è una questione tecnica che riguarda alcuni giocatori sicuramente non nel momento migliore dal punto di vista della condizione, tipo Miky e Abraham.

Lo schieramento delle due squadre in campo con le posizioni medie in fase di possesso palla risente ovviamente delle numerosi e sostanziali variazioni di sistema di gioco occorse durante la partita, in particolare dopo l'espulsione di Hernandez. In precedenza, Mourinho aveva solo apportato più dinamismo mantenendo i ruoli, con Felix (64) sistemato in campo assai più alto di Mkhitaryan (77) e poi El Shaarawy entrato da esterno al posto dello svagato Abraham, sostituito nel ruolo proprio dal ragazzino ghanese. Ma dopo il rosso Perez ha preso il posto di Viña e la Roma è passata ad una sorta di 334 con Cristante tra i centrali, Perez e Pellegrini mezze ali e Karsdorp ed El Shaarawy esterni offensivi mentre Pioli è passato al 32' st al 531 con tre centrali, due terzini e tre centrocampisti di contenimento

Troppi errori

C'è sicuramente anche un tema che riguarda l'imperfezione delle giocate dei romanisti. Nelle grafiche accanto abbiamo evidenziato alcuni errori in rifinitura dei terzini Viña e Karsdorp. Ma si potrebbero citare le occasione dei mancati lanci di Cristante sui contromovimenti di Zaniolo o i troppi errori sottoporta con conclusioni probabilmente affrettate dello stesso Zaniolo, di El Shaarawy, di Perez, o di Pellegrini. Pensiamo anche allo spreco delle soluzioni individuate per arrivare alla conclusione di testa sul secondo palo con Zaniolo, probabilmente non troppo adatto a questa rifinitura. Solo nelle ultime partite, dal derby in poi, ricordiamo almeno cinque episodi in cui ha avuto sulla testa la palla per cambiare il risultato e non c'è riuscito. Aggiungiamo poi che in fase di non possesso non sempre il centrocampo a due riesce a sprigionare la giusta aggressività: se guardiamo al numero dei palloni intercettati il Milan ne ha sommati 49, quasi il doppio dei 28 della Roma. Sono stati diversi i duelli individuali persi, e non sono riusciti tanti, troppi dribbling: 19 a buon fine su 43 tentati. Per il Milan, 15 dribbling riusciti su 22.

Il pareggio risultato giusto

Poi però andiamo a guardare anche gli altri numeri e ci rendiamo conto che il risultato più giusto sarebbe stato probabilmente il pareggio. E non suoni come un controsenso. La partita è fatta di 90 minuti, un'espulsione non è evento tanto raro, pensare che una inferiorità numerica debba determinare all'improvviso lo squilibrio clamoroso che si è visto nel finale della partita dell'Olimpico non è cosa razionale. Il Milan ha clamorosamente abbassato le sue linee, e il segnale arrivato dalla panchina rossonera è stato univoco: cinque difensori, tre centrocampisti difensivi e a Giroud, non esattamente l'attaccante più dinamico della nostra serie A, il compito di gestire le eventuali ripartenze. Il dominio della Roma negli ultimi 20 minuti è stato incontrastato: fino al 70º la Roma ha tirato sette volte verso la porta di Tatarusanu. Negli ultimi 20 minuti lo ha fatto 16 volte. Il rapporto è passato da un tiro ogni 10 minuti a quasi un tiro al minuto. La Roma ha avuto tre palle-gol clamorose, ha segnato una rete e ha lamentato ben due rigori (già, perché oltre a quello su Pellegrini ce n'è stato un altro di Tomori su Felix che avrebbe meritato quantomeno una revisione). Così alla fine scopriamo che i 23 tiri verso lo specchio della porta rappresentano quasi un record stagionale per la Roma: nel giorno del 5-1 al Cska Sofia, ad esempio, i tiri scagliati sono stati 15. Limitatamente alla serie A la squadra giallorossa ha tirato più volte verso la porta solo quando ha affrontato l'arrendevole Salernitana allora di Castori: 25 tiri verso lo specchio, appena due in più rispetto al Milan, eppure quella sera si parlò di tiro a segno. I tiri da fuori area sono stati invece 13 contro il Milan, furono 10 contro la Salernitana, 9 con il Cska. E se andiamo a guardare gli expected goal la Roma deve lamentare ancora una volta uno scarto negativo rispetto al risultato maturato sul campo. Sotto il profilo delle occasioni la roba avrebbe infatti meritato 2,08 goal e il Milan 1,76. In sostanza, è vero che il Milan è più forte e si è dimostrato più brillante nella strategia della partita e nell'esecuzione tecnica nei momenti chiave, ma è anche vero che la Roma ha avuto il merito di crederci fino in fondo ed è quasi riuscita a ristabilire l'equilibrio del risultato nonostante la presenza di fattori interni ed esterni a giocare... Starà a Mourinho trovare il modo di far crescere questa squadra sotto il profilo della personalità, di correggere gli errori di finitura e, in fase di non possesso, soprattutto nei 2 vs 2 su cui sono ancora evidenti delle pecche individuali e di reparto, e anche a farla correre di più. Sono margini di miglioramento che di qui a poco tempo potrebbero farci vedere una Roma finalmente in grado di battere anche una squadra più forte. Ma se accade il contrario, classifica alla mano, nessuno dovrebbe stupirsi.

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