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Punto e Virgola

Pinto è uscito dall’angolo

Parte dal negozio di ferramenta del padre passando dal Benfica che l’ha assunto dopo aver ascoltato le sue critiche. E adesso il grande lavoro alla Roma

Tiago Pinto in conferenza stampa

Tiago Pinto in conferenza stampa (As Roma via Getty Images)

03 Settembre 2022 - 09:00

Altre volte Tiago Pinto è finito in prima pagina. Quando, ad esempio, lo accusarono di aver rovinato tutto quello che di buono aveva fatto Fienga, di aver negato il rinnovo a Mirante (evocando fantomatici malumori di spogliatoio) e di non aver seguito la strada che avrebbe portato ad Allegri: "Tutti hanno diritto di sbagliare, ma non bisogna eccedere". Più recentemente avevano chiesto di mettergli un tutore che lo aiutasse ad evitare gli errori. E a fine giugno veniva invece descritto “all’angolo”, sempre a caratteri cubitali, perché i Friedkin pretendevano un mercato morigerato e Mourinho lo pressava con la sua smania di acquisti. “All’angolo”. Non, magari, “nel pieno delle sue funzioni tra le necessità del bilancio e le esigenze tecniche, con la fiducia che si deve a un professionista che ha già dimostrato di meritarla tutta”. No. All’angolo. Come uno sprovveduto qualsiasi. Lui che alla Roma è arrivato attraverso l’analisi di una ricercatissima società di cacciatori  di teste, non per via di qualche campagna stampa di qualche direttore compiacente. Che poi si è visto con il caso Zaniolo e Dybala quanto contino le campagne stampa ormai. #bufalari.

Oggi Tiago si riprende le prime pagine, o almeno la nostra, stavolta però per il merito che gli è (universalmente?) riconosciuto. La sua storia è stata raccontata di recente da Maurizio Gaddi su Ultimo Uomo in un pezzo molto interessante. È la storia di un ragazzo impiegato nel negozio di ferramenta del padre e tanto appassionato di calcio e del Benfica da non risparmiare critiche nel corso di un’assemblea dei soci per certe condotte dirigenziali da lui ritenute non in linea con la gloriosa storia benfiquista. Quelle critiche scuotono il presidente Vieira che lo convoca per un colloquio privato al termine del quale gli chiede di diventare suo consulente. Comincia così la sua carriera nel calcio che dopo anni di grandi successi nel suo club lo porta a ricevere l’offerta dei Friedkin che lui accetta per uscire dalla comfort zone e misurarsi con una nuova realtà in campo internazionale. E lui, con lo stile che gli è proprio e la competenza che evidentemente lo supporta, si è messo alla guida di uno staff di prim’ordine (con Maurizio Lombardo su tutti) per risollevare la Roma dagli ultimi anni grami assecondando sin dall’inizio la splendida intuizione di Friedkin con Mourinho. Ne è venuto fuori uno strano sodalizio di grandi professionisti capaci di severi confronti (del resto Mou non è un allenatore facile da gestire) e improvvisi slanci (divertente la scena dell’irruzione del tecnico in sala stampa per chiedere “un ultimo sforzo” sul difensore proprio quando si stava trattando il tema). E oggi la Roma, prima in classifica dopo quattro giornate, è avviata verso una luminosa prospettiva. Lo facciamo uscire dall’angolo?

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