La nostra esigenza e il vento dell’estate
Cosa ti sei inventato per essere qui questa sera? E le tue ferie, guardiamoci in faccia, sono finite ieri o inizieranno da domani? Come disse un mio amico:«Per me la Roma è un'esigenza»

Cosa ti sei inventato per essere qui questa sera? Da quale parte d’Italia sei arrivato? E le tue ferie, guardiamoci in faccia, sono finite ieri o inizieranno da domani? A quanti hai scombussolato i piani per trovarti oggi all’Olimpico? Alessandro, per esempio, questa mattina presto ha lasciato la famiglia in vacanza per salire su un treno, venire dalla Calabria, vedere la partita e viversi ogni rito che la precede per poi, domani con una sveglia in orario altrettanto improbabile, fare lo stesso percorso al contrario.
«Papà è andato a vedere la Roma». Come Simone, tornato ieri da New York. Dopo aver convinto la sua, di famiglia, che prendere i biglietti per l’aereo del ritorno di venerdì sarebbe stato più vantaggioso.
Quando, invece, tutti sapevano che, semplicemente, non avrebbe voluto correre il rischio – qualora ci fosse stato l’anticipo del sabato – di perdersi l’esordio. E, infatti, non se lo perderà. Io non lo so voi ma, per me, questi bagliori simil adolescenziali non alimentano solamente una passione senza compromessi ma pure, forse addirittura di più, la vita intera delle persone che attraverso questo fuoco riescono a mantenersi giovani. E anche se tutto questo dovesse essere, in fin dei conti, solamente una illusione, lasciatecela vivere a pieno. Noi che se la Roma perde una partita viviamo tutta la settimana seguente come se avessimo una scheggia sotto la pelle. Una scheggia che sta lì, neanche la vedi. Però ogni tanto brucia. E continuerà a farlo fino a che non riuscirai a estrarla, finché la prossima vittoria non arriverà a sanare quel dolore.
Perciò, vivaddio, eccoci! Qui, ancora. Come se questa estate, pure lei, per un attimo si fosse messa in pausa. E più di 60.000 Romanisti, prima di tornare a vivere questi ultimi scampoli di agosto, fossero venuti a prendersi un sorso di vita. Per questo, ne sono convinto, di storie come quella di Alessandro e Simone, questa sera, ne saranno pieni gli spalti e magari proprio la tua sarebbe stata quella migliore da raccontare. Tutte insieme, queste storie, sono quella di un popolo in movimento. E mi torna in mente, allora, quello che mi disse una sera un mio amico: «Per me la Roma è una esigenza».
Ecco...se vi chiedessero di riassumere l’articolo aggrappatevi a queste sette parole. Perché, probabilmente, vi appartengono pure.
© RIPRODUZIONE RISERVATA