Per la Roma

Piccolo vademecum sulla comunicazione

Emblematica la noiosa telenovela legata al futuro allenatore: dodicimilaseicentoventuno nomi al giorno. Tra chi fa il suo lavoro seguendo una fonte e chi la spara più grossa sperando di beccare il jolly

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Danilo Per la Roma
21 Maggio 2025 - 08:00

Se qualcuno ha l’illusione d’aver capito il mondo della comunicazione smettendo, però, di aggiornarsi è fuori strada.
Perché così facendo si ritroverebbe a utilizzare delle tecniche – studiate sui libri o imparate in anni di mestiere – che ormai sono scavalcate dagli eventi e gli eventi segnano, indirizzano e raccontano anche lo spessore di chi parla e scrive cercando di informare ascoltatori e lettori.

Certo... bisognerebbe chiederci se con informare vogliamo far riferimento alla divulgazione neutra di una notizia o se, casomai, al suo racconto attraverso il personale punto di vista regalando interpretazioni filtrate, inevitabilmente, dalle proprie idee e/o pregiudizi. Quella, però, è una opinione: ci sta. Anche se, su quel binario, qualche treno ha deragliato da tempo: se prima sui social si scimmiottava il mondo del giornalismo adesso, e lo scrivo con un filo di dolore, troppo spesso è il giornalismo a rincorrere certe dinamiche acchiappa clic.

Parlando della ROMA, perché di lei ci interessa su questo giornale, è emblematica la noiosa telenovela legata al futuro allenatore: dodicimilaseicentoventuno nomi al giorno, tutti i giorni. Tra chi fa il suo lavoro seguendo una fonte – e cercando di verificarla – e chi la spara più grossa sperando di beccare il jolly nella convinzione, comunque, mal che vada d’aver vissuto qualche istante di massima visibilità.

E qui torno all’apertura di questo articolo: fino a dieci-quindici anni fa quei riflettori resistevano accesi una settimana. Oggi, tre secondi. Un tempo, poi, a un certo punto tutto veniva dimenticato regalando una nuova verginità alla credibilità d’ognuno. Oggi no, rimane ogni cosa. E se prima parecchi tra quelli che accendevano una radio o compravano un giornale certi meccanismi non li conoscevano e ingoiavano passivamente anche la balla più grande... oggi, grazie al cielo, in tanti hanno gli strumenti necessari per guardarsi intorno e iniziare a ridacchiare di certi voli pindarici.

Mi torna in mente, allora, la teoria del “Proiettile magico”... quella teoria secondo la quale i media – stimolo/risposta – bucano come un proiettile, per l’appunto, la testa del pubblico senza trovare resistenza né capacità, da parte di quest’ultimo, di saper interpretare il messaggio che arriva.
C’è solo un piccolo particolare: sono passati cento anni. E quella convinzione è in naftalina da tempo. Forse è il caso di guardare avanti.

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