I venti anni di Graziani: tra gol e assist, i playoff per disegnare il futuro
Il 10 della Primavera spegne un'altra candelina. Per lui una stagione da protagonista: 30 presenze, 14 gol, 7 assist. Ora qualità e stoffa da mostrare nella fase finale

(GETTY IMAGES)
Un altro anno è passato. Un'altra candelina si aggiunge a quelle da spegnere per Leonardo Graziani. Sono ora venti: un'età spesso divisiva, spartiacque. Ancor più a pochi giorni dal termine di una stagione come quella disputata dal talentino della Roma Primavera: una presenza non costante (30 le apparizioni), eppure condita da 14 gol e 7 assist per i compagni. Che lo rendono uno dei calciatori più propositivi e decisivi in zona offensiva dell'intero Campionato Primavera 1.
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Un percorso solido
Ha cambiato ruoli, affrontato momenti bui, sempre con la fascia al braccio. E lo ha fatto nonostante i problemi fisici che lo hanno afflitto: in stagione ha giocato "solo" il 58% dei minuti a disposizione, senza scoraggiarsi e dando sempre risposte sul campo. Con reti spesso rilevanti. E quell'assist (di tacco!) forse indimenticabile, perché ricamato appositamente per un appuntamento imperdibile come il derby. D'altronde, ha abituato a giocate di questo tipo. Un marchio di fabbrica. Così come lo zampino lì davanti: 21 dei timbri giallorossi (in totale 92, tra Campionato e Coppa Italia) partono dal suo piede.
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Trequartista nel 4-3-2-1, mezzala nel 3-5-2, poi ancora a trequarti ma da solo e, occasionalmente, anche terminale offensivo. Senza i compiti di una punta, sia chiaro. Ma con la solita efficienza di chi sa come far male, nel posto giusto e al momento giusto. E adesso è un po' arrivato il momento di tirare le somme, con una fase finale ancora da giocare e qualche incognita, invece, da schiarire.
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Concludere in bellezza
Il ritiro con De Rossi aveva dato il via alla sua annata da re. Falsini, poi, lo ha accudito, dandogli le "chiavi" della squadra e mettendolo al centro. Una scelta che ha ripagato: anche grazie al suo aiuto, c'è una fase playoff da giocare a viso aperto. Senza timori. Partendo dalle semifinali. "Voglio vincere lo Scudetto. Ci sono rimasto male dopo il ko col Sassuolo e non vedo l'ora di rigiocare quella partita", aveva detto in una recente intervista ai canali del club. Poi, sciolti gli ultimi nodi, sarà ora di pensare al futuro: dalla parte di Graziani c'è la stima di Ghisolfi. Affascinato, indubbiamente, dalle sue doti tecniche che dovranno essere valutate anche dal prossimo allenatore.
Nel mentre, Ranieri continua ad aggregarlo alla prima squadra. Onore, esperienza e un'occasione per guardare ciò che fanno i più grandi. Per plasmare i propri comportamenti, prendendoli come esempio. Certo è che il tempo tra i piccoli è finito. Venti anni e un futuro tutto da scrivere, con la penna tra le mani (o, forse, meglio dire col pallone tra i piedi). Tanto passerà anche dalla guida tecnica della Roma. Un altro grattacapo da risolvere. Prima di allora, la testa sarà rivolta ai playoff. C'è un sogno da realizzare, a distanza di 9 anni dall'ultima volta. E il dieci non si risparmierà.
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