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Per la Roma

Mai commettere l’errore d’abituarsi alle cose belle

La celebrazione di un sentimento, nobile e naturale, che porta migliaia di persone a fare delle scelte per seguire questo sussulto collettivo che non prevede, mai, la rassegnazione

Tifosi della Roma a San Siro

Tifosi della Roma a San Siro (GETTY IMAGES)

05 Ottobre 2022 - 11:39

L’errore più grande che tutti potremmo fare sarebbe quello di abituarci alle cose belle. Nella vita prima che nel calcio, certo. Privilegiare sempre la parte migliore delle occasioni, delle circostanze e pure delle abitudini senza farci fagocitare dalle storture di un’epoca che cerca, in ogni modo, di piegarci al tutto e subito, all’uso e getta e alla felicità virtuale. Voglio tranquillizzarvi: questa non è una sessione di sociologia di massa.

È, semplicemente, il tentativo di mettere in risalto tutto il bello che c’è dentro ogni esodo che accompagna qualsiasi trasferta della ROMA su qualunque campo in Italia e in Europa. La celebrazione, insomma, di un sentimento, nobile e naturale, che porta – sempre – migliaia di persone a fare delle scelte per seguire questo sussulto collettivo che non prevede, mai, la rassegnazione. L’ho chiamate scelte e non sacrifici perché non mi è mai capitato di ascoltare un solo Romanista lamentarsi per una qualsiasi rinuncia necessaria per accompagnare la squadra.

Come sabato, verso Milano. Guardate che dentro ogni macchina che ha solcato l’autostrada c’erano le storie delle persone prima ancora che dei tifosi: universitari pieni di sogni, disoccupati senza più illusioni, commessi, dottori, padri con i figli piccoli e figli con i padri molto grandi. C’erano i panini freddi, le risate grasse, il diesel da dividersi e qualcuno lasciato a casa ad aspettarlo. Dentro quel settore ospiti del Meazza c’erano i gruppi d’amici che esultano strattonandosi, i fidanzati che si tengono per mano e tanti ragazzini che consegnano alla ROMA la possibilità di preservare la storia guardando al futuro. Un patrimonio umano del genere non deve essere mai banalizzato.

Va rimarcato, sempre: migliaia di Romanisti a Milano, Empoli, Udine, Torino, Salerno. In una parola… ovunque. Prendendo a schiaffi il luogo comune secondo il quale, oggi, nessuno fa niente per niente: stronzate. Le cose, quelle belle, si fanno anche, e soprattutto, per amore… attratti da una forza magnetica che ci fa consumare chilometri per andare a vivere una emozione e ostentare – come il mio amico Alessandro nella fotografia che gli ho scattato, a sua insaputa, sabato – la nostra ROMA a tutti gli altri. Gli altri che la ROMA non ce l’avranno mai.

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