La versione di Faber

La Dea sbendata

Diciamolo sottovoce, ma da acerrimo nemico il palo sta diventando amico., proprio come Gasp. Perché la fortuna aiuta sempre gli audaci

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
29 Settembre 2025 - 18:33

Tra palo e realtà c'è Orban, Prima ancora Castro e soprattutto Cataldi e il suo cursus interruptus al 94'. Sì d'accordo: Mile continua a blindare la porta e in alcuni casi a essere miracoloso; il terzetto difensivo è collaudato e dà (quasi) sempre l'idea di essere vicino al granitico, specialmente nei due elementi fissi; perfino il Gasp all'arma bianca di Bergamo ha lasciato posto a una versione nella Capitale di gran lunga meno prolifica, ma parecchio più coriacea. Se però dopo cinque partite il gol incassato è uno solo (un dato che non si verificava da undici anni), vuol dire che anche la sorte si è girata dal verso giusto. Altro che mainagioia e corollari assortiti. La vetta della classifica, per quanto indicativa fino a un certo punto alla quinta giornata, ha almeno tre motivazioni. La prima balza agli occhi subito e demarca la differenza più sostanziale con quanto accadeva un anno fa, proprio di questi tempi: una dirigenza seria e competente, tanto in grado di supportare la gestione tecnica, quanto di far respirare aria salubre alla squadra. La seconda è tutta riferita al campo, fra dati acquisiti e potenzialità ancora inespresse: se la difesa è il fiore all'occhiello, davanti mancano ancora in tanti all'appello: il giocatore più talentuoso fuori; il più funzionale al gioco del tecnico arrivato dal mercato addirittura mai visto; dei due centravanti, uno a secco e l'altro appena sbloccato. La derivazione diretta spalanca porte verso l'ottimismo più spinto (e quindi la lasciamo in sospeso fino a stagione inoltrata).

La terza chiama in ballo la fortuna, che come si diceva già secoli fa però “aiuta gli audaci”. Sempre. Non esiste squadra vincente che non abbia società solida alle spalle, difesa salda e che soprattutto non abbia anche un pizzico di buona sorte. Ammesso che la dea bendata agisca davvero, non è mica una colpa averla per una volta dalla propria parte. Anche perché – sempre a voler credere alla sua esistenza – per compensare tutte le volte in cui è stata rivolta altrove, non basterebbero 847 episodi a stagione. Fino a non molto tempo fa, alla domanda cult di fantozziana memoria, «Scusi, chi ha fatto palo?», la risposta attualizzata ai giorni nostri avrebbe potuto tranquillamente essere: «La Roma». Che poi arrivava più dolorosa del cinematografico cazzotto in faccia. Direttamente nello stomaco. Dove peli (e possibilmente non pali) bisognava averne eccome per avere a cuore le sorti giallorosse e riuscire a non imprecare. A prescindere dal risultato. Perché anche quando si vinceva o comunque non si perdeva, il legno era sempre in agguato. Adesso – diciamolo sottovoce, hai visto mai – palo fa rima con regalo e quel perimetro di porta pare diventato amico (soprattutto dalle 14.20 dell'equinozio d'autunno). Nonostante le mille imprecazioni subite nel recente passato. Un po' come chi siede in panchina. Vedi che tanto antipatico non era? Anzi... Quel profilo da Cesare comincia ad accattivare pure i più scettici. La gioia esiste eccome e fa anche “parecchio rumore”, come ha scritto un amico molto ispirato. Dillo alla luna. Può darsi che porti fortuna.

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