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"Un anno da Romanisti: una scommessa vinta ogni mattina"

"Cento di questi giorni. Solo qui, solo tra noi, lo si è detto un'infinità di volte, poteva nascere, e poi rinascere, e poi rinascere ancora, un giornale così"

15 Settembre 2018 - 07:31

Evviva evviva, cento di questi giorni. Il Romanista Cagnucci style compie il suo primo anno di vita. Lo dico a costo di sembrare presuntuoso: ci avrei scommesso, anzi, su queste colonne ci ho scommesso su uno dei primi numeri del giornale. Per alcune ragioni chiave che enuncio un po' alla rinfusa. La prima si chiama Tonino Cagnucci, solo un soggetto come lui, un matto di genio, si sarebbe potuto lanciare anima e corpo in questa avventura.

La seconda si chiama ancora Tonino Cagnucci, solo un soggetto come lui, un professionista che non rompe le scatole al prossimo autoincensandosi per la propria professionalità, avrebbe potuto starsene al timone di questa navicella tra tanti marosi, tenere la rotta e chissà, trovare pure un porticciolo dove, all'occorrenza, metterla in salvo. Le altre no, non si chiamano Tonino Cagnucci, con Tonino Cagnucci hanno parecchio a che fare. Parlo degli editori, naturalmente. E della Roma, si capisce, che senza pretendere di fare de Il Romanista un suo house organ, e nemmeno una sua Pravda, ha creduto nell'idea iniziale e ha sostenuto il giornale, rispettandone quell'autonomia che, per un giornale, è come l'aria che respira. E, last but not least, i lettori. Solo qui, solo tra noi, lo si è detto un'infinità di volte, poteva nascere, e poi rinascere, e poi rinascere ancora, un giornale così.

Un quotidiano che vuole essere ed è prima di tutto il giornale dei tifosi. La spiegazione è, credo, molto semplice.
Tifosi ce ne sono sotto ogni cielo e, a meno che il calcio del Terzo Millennio non provveda a sterminarli, sempre ce ne saranno. Ma noi non siamo tifosi. Siamo romanisti, il che è un'altra cosa. Vecchi e giovani, gente che ha conosciuto il dolore e ragazzetti che considerano quasi un'ovvietà arrivare terzi in campionato e semifinalisti in Champions. Un popolo che si esalta e si deprime, plaude e mugugna, ma che al momento giusto (cioè quasi sempre) sa dove stare, e cioè con la Roma e per la Roma.

Non ci sorprendiamo né tanto meno ci preoccupiamo se tanti altri non lo capiscono. Noi lo sappiamo, punto e basta. E in ogni caso a ricordarcelo c'è ogni mattina il Romanista. Forza Tonino, forza ragazzi, avanti così.

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