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[Punto e virgola] Parlami d'amore Baku

L'editoriale di Daniele Lo Monaco in vista della gara di Champions in programma questa sera tra la Roma e il Qarabag

27 Settembre 2017 - 06:18

Fa bene Di Francesco a denunciare la puzza di bruciato che sale dall'astronave di Baku (un'altra squadra ben lontana dai vertici europei, un altro stadio avveniristico, e da noi ancora stiamo aspettando la centoventesima conferenza dei servizi) e s'insinua a inquinare la voglia di tutti i romanisti di migliorare i risultati europei, che a guardarli c'è da arrossire. Fa bene perché se è vero che nel vastissimo (453 squadre) ranking europeo che va dai marziani del Real Madrid ai sanmarinesi dello Juvenes Dogana,ci sono diversi valori di differenzatra il37° posto della Roma e il 106° degli azeri, è altrettanto vero che questa squadretta mitologica - per le distruzioni e le rinascite che si porta dietro in casa è abituata a mettere in riga tutti nelle esibizioni internazionali: nelle ultime nove partite casalinghe europee ha collezionato cinque vittorie e tre pareggi, ha appena eliminato l'Fc Copenaghen, ha vinto gli ultimi cinque campionati azeri e nelle prime di campionato di quest'anno ha inanellato cinque vittorie. È una specie di Barcellona azero, insomma. Però poi ci sono le categorie calcistiche e i valori tecnici della Roma, come ha pacificamente ammesso anche Di Francesco, sono nettamente superiori. E quindi dall'Olimpiya Stadionu stasera la squadra giallorossa deve uscire con tre punti in più.

Ma fa bene l'allenatore a tenere tutti sulla terra, anzi, sull'erbetta. Nessuna partita s'è mai vinta a parole e questodiscorsovaleun po'di più per una squadra che non vince in Champions da sette partite e quasi due anni, per una squadra che non vince in trasferta da 12 partite e sette anni, per una squadra che non finisce con la porta inviolata da dieci anni, dai tempi della gloria di Lione.

Consola pensare che lo scenario (giallo) roseo di una vittoria stasera ci regalerà una serie di piacevoli immagini: intanto il paracadute dell'Europa League ce lo fissiamo al sedile (vincendo in casa della quarta, diventa difficile pensare che pur perdendole tutte con Chelsea e Atletico ci possa poi sfuggire il terzo posto nel girone); poi rialziamo l'asfittica media dei punti, delle vittorie e dei premi Uefa da mettere in cassa; infine ci godiamo un mercoledì di fine settembre guardando dall'alto verso il basso oltre agli azeri anche una delle due presunte regine del nostro gruppo. I tre punti ci darebbero infatti l'ebrezza del vertice in coabitazione in due casi su tre (pareggio e vittoria Atletico) e di un secondo posto in splendida solitudine in caso di vittoria del Chelsea al Wanda Metropolitano. A confortarci, l'idea che l'abruzzese di Sambuceto sa come si fa a tenere tutti attaccati alle radici. E di lui piano piano ci stiamo innamorando.

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