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Dzeko verso il Chelsea: quanto rischiano i dirigenti

Il commento di Daniele Lo Monaco sull'imminente cessione dell'attaccante bosniaco ai Blues di Antonio Conte

24 Gennaio 2018 - 08:33

Con l'imminente cessione di Dzeko, che salvo sorprese al momento non prevedibili verrà conclusa entro poche ore, il gruppo dirigente della Roma (l'asse Pallotta, Baldissoni, Monchi, e quindi proprietario, direttore generale e direttore sportivo) si è assunto una responsabilità che va rispettata per quanto è grande. La dismissione del miglior attaccante della Roma non era infatti stata preventivata né era ritenuta necessaria, ma è stata decisa in seguito alla concreta richiesta inoltrata dal Chelsea in tempi piuttosto recenti. La società aveva messo in preventivo solo la cessione di Emerson Palmieri e l'offerta di Abramovich al riguardo era stata ritenuta congrua (25 milioni). A questa cifra però gli emissari londinesi ne stanno per aggiungere altri 35 per esaudire le richieste in tal senso di Antonio Conte, sbalordito quella sera di tre mesi fa (come tanti romanisti in festa) per le prodezze del gigante bosniaco durante la sfida di Champions League. La Roma si è fatta i suoi calcoli: quest'anno la probabilità di vincere qualcosa è bassissima e la responsabilità è innanzitutto dei calciatori, in campionato è fondamentale arrivare nei primi quattro posti, in Champions sarà necessario fare il meglio possibile ma non possiamo certo considerarci tra i favoriti. Dunque, questi giocatori sono tutti cedibili e un'occasione così non va lasciata scappare. 35 milioni più bonus per un trentaduenne che a bilancio costa dodici milioni l'anno sono una cifra che non si può rifiutare, soprattutto perché per arrivare quarti non è necessario il suo apporto.

La piazza ovviamente ribolle. Se la parte pregiudizialmente avversa alla proprietà americana non ha neanche più bisogno di seminare il germe della maldicenza per quanto ormai attecchiscono le critiche, va registrato anche il malcontento di quelli invece che se ne infischiano di ogni strumentalizzazione e giudicano per quello che vedono. E avere la sensazione che un campione così possa essere lasciato andare solo perché un giorno qualcuno a Londra ha pensato di portartelo via provoca dispiacere. La posizione di questo giornale è stata già espressa: riteniamo questa cessione, in questi tempi, un grave errore. Ma abbiamo rispetto per la storia personale del direttore sportivo (che nella sua foto profilo su twitter ha voluto ricordare a tutti i titoli vinti nella sua carriera al Siviglia) e stima per chi guida questa società. Se la Roma senza Dzeko raggiungerà solidi traguardi già quest'anno avranno vinto la loro scommessa. Se invece le cose andranno male e si scivolerà oltre il quarto posto, tutti individueranno in questa contrastata operazione la causa principale del fallimento tecnico. E intanto, Forza Roma.

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