Lontana è Milano
Conta soltanto questa partita
(GETTY IMAGES)
L’ultima volta che per restare in testa alla classifica dovevamo battere il Parma è stata quando ci siamo rimasti definitivamente, stavolta basterebbero anche solo tre giorni in più.
Il tempo poi non di risorgere, e non solo perché il 2 novembre a Milano non si festeggia esattamente la Pasqua, ma perché questa squadra è già rinata dalle ceneri di se stessa (proprio l’anno scorso, di questi tempi, la cinquina a Firenze, il tradimento di tutto ciò che era romanista). Però, si sa, lontana è Milano dalla mia terra, ed è giusto così: oggi i diavoli sono quelli del Parma, oggi l’esorcismo da fare è quello dell’Olimpico delle quattro sconfitte a inizio stagione, delle tre consecutive.
Non esiste, e non ha senso visto che questa Roma in campionato ne ha vinte 6 su 8, e quelle che ha perso di sicuro non meritava di perderle. Non dico di giocarla come quel Roma-Parma di giugno, va da sé, ma... Invece sì. Uguale.
Perché la bellezza di avere Gasperini è esattamente questa: la pretesa di dare tutto anche quando dormi, correre e marcarti pure i sogni. Conta solo oggi, non bisogna pensare al Milan, a San Siro, nemmeno alla classifica, chissenefrega della classifica (giusto no?), non bisogna pensare ad altro che non sia il Parma, immaginarselo con Brolin, Osio, Stoichkov e insomma quel Parma ma anche Cuesta (lo so, perdonate).
Scelta un po’ naif, Cuesta, il vice o giù di lì di Arteta che è più piccolo di Dybala ma li allena. Speriamo che conti l’esperienza e che finisca in proporzione anche all’età di Gasperini. Speriamo che conti la tecnica, perché la Roma è più forte, che contino lo stadio e le persone - 60.000 spettatori per un mercoledì pomeriggio sono un’enormità.
A proposito: ma perché fate giocare questa partita in un giorno feriale, in mezzo alla settimana, con gli orari, il traffico e le distanze di Roma? Ci sono le stesse difficoltà, semaforo più, semaforo meno, di arrivare in Australia...
Ah già, è vero, la Lega lo ha deciso veramente di giocare una partita di Serie A dall’altra parte del mondo (bravi i tifosi del Parma che contro il Como hanno scritto: «Riportiamo le famiglie allo stadio... In Australia?»). Non ci si deve abituare mai a queste cose, non bisogna mai accettarle, e non bisogna nemmeno abituarsi a tutte queste persone che vanno a vedere la Roma. Non è una dato banale, non è un dato che non meriti una sottolineatura e uno sguardo sempre stupito. Che poi è quello che hanno i romanisti quando vedono la Roma, apposta ci andiamo. Ultima o prima, è uguale. Però, almeno oggi, meglio la seconda che hai detto. L’ultima volta che dovevamo battere il Parma per restare in testa alla classifica è oggi. Adesso.
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