Cogito Ergo Sud

Il senso della Roma per Gasperini

Sono passati 100 giorni da questo nuovo inizio, ma non sembrano pochi per promettersi il futuro

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Tonino Cagnucci
14 Settembre 2025 - 06:00

Sembrano passati 25 anni dal grande tradimento fatto alla Roma (tra pochi giorni) l’anno scorso. Nemmeno un anno fa, a settembre, c’erano Souloukou e Ghisolfi, che proprio tra pochi giorni avrebbero fatto fuori Daniele De Rossi per scegliere Juric e “vincere i trofei”. Tutto su carta intestata, tutto sulla falsariga di chi non si era scordato di andare al funerale di Losi, ma proprio non gliene fregava niente di andarci. Col Torino, sempre più o meno un anno fa, c’era proprio Juric che colse la sua ultima vittoria (1-0, Dybala: chi sennò?) anche se era virtualmente esonerato dopo lo scempio dell’1-5 a Firenze (ottobre se possibile è stato più brutto, ma almeno emerse tutto). Oggi sono 100 giorni invece di Gasperini e sembrano 100 giorni. 

Con il tecnico piemontese che ha detto no alla Juventus (come fece il padre piemontese di Attilio Ferraris) i giorni sono giorni di 24 ore e di fatica, di pane quotidiano non da pregare, ma da infornare; le parole dicono dirette quello che dicono, si confondono significanti e significati, arriva semplicemente  quello che deve arrivare: il senso. 

Il senso della Roma per Gasperini è una giornata di lavoro, e “non fare regali a nessuno”,  né agli avversari, né ai suoi giocatori; meritocrazia, umiltà ma senza arrivare alla falsa modestia, realtà senza illusioni, ma senza nemmeno rinunciare alle ambizioni. Finora hanno fatto 6 punti su 6, ma già oggi battere il Torino non  sarà per niente facile e nel caso anche ci riuscissimo non avremmo centrato nessuna prova del 9. Bisogna impegnarsi sempre, bisogna “giocare per la Roma” ha detto ieri il tecnico in conferenza. E questa cosa è tanto bella sentirla: giocare per la Roma è un programma di felicità e di doveri,  di mete promesse e terre mantenute. 

Il Torino sembra fatto apposta per il calendario e per gli infiniti ricordi di Roma che si porta dietro (la Coppa Italia di Tancredi, Tancredi che col Toro bacia la tuta della Roma di un raccattapalle - il suo non è mai stato un tradimento - la luce di uno stadio pieno di mattina e sole nel giorno del tricolore, i rigori qui e da loro, il gol di Totti con la carezza, i gol di Totti come due schiaffi, le prime coppe Italia, quella persa contro il palo con l’orgoglio infinito di un principe in lacrime). Quasi favole, troppi bei ricordi, pensiamo solo a prendere questi 3 punti, pensiamo come questa Roma di Gasperini. E di Ranieri, e di Massara che “sana” l’infamia di Losi chiedendo scusa e invitando a casa sua Daniele De Rossi: l’unico che le aveva già fatte le scuse prima di venire tradito. 

Sono passati 100 giorni da questo nuovo inizio, ma non sembrano pochi per promettersi il futuro. Sperando che non sia troppo in là, perché non sembrano, ma sono passati 25 anni per davvero dal giorno che aspettiamo da sempre.

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