L'ultima notte d'amore
Stanotte è l'ultima in casa della Roma in stagione, l'ultima all'Olimpico di Ranieri da allenatore, l'ultima occasione per l'Europa. Ma non sarà mai l'ultima della Roma

Antonio De Falchi vive. Se qualcuno si è azzardato a scrivere, nella curva che porterà sempre il suo nome, “vive-va”, è perché undici persone - una squadra della morte - l’ha ammazzato vigliaccamente rimanendo sostanzialmente impunito. Ma non c’è spazio per l’odio stanotte (non ce n’è mai, se non per quello sportivo, quando si parla di Roma). E stanotte se possibile anche di meno.
Stanotte è l’ultima notte del nostro campionato all’Olimpico, della Roma in casa, di una stagione che se guardi indietro ancora non ci capisci niente e tutto si sovrappone confuso (tra le speranze d’amore puro prima di ottobre con Daniele De Rossi, poi il death metal, più death che metal, di Ivan Juric, poi a Como a 2 dalla B, poi il Claudio Ranieri essere mitologico a metà fra il Ranieri di Leicester e quello nostro del 2009/10).
Stanotte è l’ultima notte proprio di Claudio Ranieri allenatore della Roma, e lui pure - anche se ha detto che non lo farà oggi - si volterà indietro e guarderà tutta la stagione dell’amore della sua carriera, non soltanto questa con cui oggi si consegna a tabellini, almanacchi, storie, ricordi, applausi e giri di campo.
Stanotte è l’ultima notte in cui la Roma può prendersi l’Europa - che vale sempre tanto, ma che per come stavamo - non per come eravamo - vale tutto. La Champions sarebbe qualcosa di paragonabile a quell’impresa inglese (un po’ meno, lo so), l’Europa League sarebbe un’impresa non felice, ma felicissima (dandoci pure orizzonti di vendette di Budapest), la stessa Conference che sicuramente non ci attizzerebbe, varrebbe come un traguardo nemmeno immaginabile a dicembre, in quello che è stato l’inverno del nostro scontento.
Stanotte è insomma l’ultima notte in cui ci giochiamo quello che abbiamo recuperato, rialzandoci dal fango, quando qualcuno di cattivo e ambivalente nella Roma aveva affossato non solo questa stagione, ma anche la stessa società. Ecco, se questa sarà comunque un’ultima notte poi ce lo dovrà dire proprio la proprietà, facendoci vedere un nuovo chiarore (apprezzate lo sforzo politicamente corretto) dell’avvenire, ché adesso non si vede. Ma stanotte, visto che è l’ultima sotto le stelle di Roma, pensiamo soltanto a poterle continuare a guardare (cit.) il prossimo anno in Italia, nel Mondo e in Europa (“sempre insieme a te sarem...”).
Battere il Milan per l’Europa, per superare la Lazio, per tratteggiare un orizzonte di gloria, per salutare quest’anno infame e dare un bacio, l’ultimo da allenatore, a Claudio Ranieri. E pure alla Roma. Sapendo però che per Lei è solo quello della buonanotte, perché ad agosto si ricomincerà, ancora, ancora e ancora, senza mai nessuna ultima volta: con Lei, comunque, ci sarà sempre un sogno da sognare.
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