Non smettere mai Edo
Davanti alla curva della sua vita, Bove non deve tornare alla Roma, ma restarci. Appartiene alla Roma, non solo nel cartellino, ma in quel cuore che batte per amore, che sogna e piange

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Davanti alla curva della sua vita, Edoardo Bove non deve tornare alla Roma, ma deve restarci. Anche perché il ritorno è già deciso, non avendo raggiunto la percentuale di partite giocate con la Fiorentina per l’obbligo di riscatto, ma poi - senza percentuali, né calcoli - deve restare. Ovvio, ça va sans dire, a meno che lui non voglia andare a giocare all’estero, in attesa di sapere se potrà farlo anche qui (sia in caso di cambiamento di regolamento, sia perché dal punto di vista fisico avrà magari – speriamo, speriamo tanto - risolto tutto). Edoardo Bove deve stare dove sta il suo cuore.
E non è solo un gioco banale di parole, anche perché rischia d’essere irrispettoso. È così. Una questione metaforicamente e letteralmente di cuore. Con tutta la delicatezza, la verità, la drammaticità e la commozione del caso.
Tutte insieme ce le ha avute lui quando si è svegliato il giorno dopo il malore accusato con la Fiorentina contro l’Inter e per prima cosa ha chiesto una tv per vedere Roma-Atalanta; o come domenica sera, non tanto quando s’è messo a piangere facendo piangere tutti quelli che hanno un cuore romanista (e non solo loro), ma quando s’è coperto gli occhi e la faccia con l’avambraccio, in una tenerezza unica perché era impossibile nascondere quel sentimento (tipo quando i ragazzini piccoli si nascondono dietro la tenda e pensano di non venir visti).
Come Francesco Totti quando nel giorno del suo addio all’Olimpico chiese aiuto perché aveva “Un po’ di paura” per il futuro, la Sud gli ha cantato “Noi non ti lasceremo mai”. Come Francesco Totti quel giorno, Edoardo Bove già a Sanremo in abito da sera si è spogliato di tutto dicendo di stare a fare un percorso, un lavoro su se stesso, e che è dura. Quel giorno Edoardo Bove si è detto fortunato pure se ha perso – al momento - il suo sogno di giocare a calcio, ha aiutato tante persone mettendo proprio quel cuore - che gli ha fatto male - a nudo. Solo che rispetto a Totti non aveva alle spalle 307 gol, ma una rete alla sua ex squadra e tutta una carriera davanti.
Davanti alla curva della sua vita, Edoardo Bove non deve tornare alla Roma, ma deve restarci anche perché semplicemente non si può, oltre che non si deve, fare diversamente.
Una volta Daniele De Rossi in un’intervista a Il Romanista disse che “io appartengo alla Roma, ma non nel senso del cartellino, proprio nel senso che sono della Roma, che sono dei tifosi della Roma e ogni cosa che faccio devo tenerne conto”. Anche Edoardo Bove appartiene alla Roma, non solo nel cartellino, ma nel sangue, in quel cuore che batte e che per amore soffre, continua a sognare e piange. Non smettere mai Edo.
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