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La Roma contro le tedesche: dal profumo di Colonia a quel canto della Sud

Il gol di Falcao l’8 dicembre ’82, Il “che sarà, sarà” in Coppa delle Coppe e la rimonta da 0-2 a 3-2 con il Bayern: emozioni a non finire contro le tedesche

21 Ottobre 2019 - 17:11

La nostra acqua di Colonia ha il sapore di un boato all'88', di un pallone spedito in porta da Falcao con tutta la forza che c'è per portarci ai quarti di finale di Coppa Uefa; ha il sapore della "regola dei tre gol" all'Olimpico in Coppa dei Campioni e quello dolce-amaro ma carico d'amore del canto della Curva Sud in una sfortunata gara di Coppa delle Coppe; ha il sapore di una Coppa delle Fiere vinta e quello di una rimonta storica, da 0-2 a 3-2, contro i vice-campioni d'Europa.

Ci pensa "Piedone"

Eliminato l'Union St. Giloise al primo turno di Coppa delle Fiere, nei quarti del 1960-61 ci troviamo a fare i conti con il Colonia: la vittoria per 2-0 in Germania sembra ipotecare la qualificazione, ma nella gara di ritorno prima Kremer e poi Schnellinger (che due anni più tardi verrà a giocare proprio nella Roma) gelano lo Stadio Olimpico. All'epoca non sono previsti tempi supplementari, c'è bisogno della "bella". Si gioca al Flaminio e stavolta la squadra allenata da Foni ottiene il pass per la semifinale con un perentorio 4-1.

Mattatore della serata è "Piedone" Manfredini, autore di una doppietta; gli altri gol portano le firme di Lojacono e Pestrin (che si ripeterà in finale per il trionfo contro il Birmingham City). La cavalcata europea proseguirà e verrà portata a compimento da un altro tecnico, Carniglia, ma il triplo confronto con il Colonia è uno snodo decisivo per arrivare alla vittoria.

Manfredini segna contro il Colonia in Coppa delle Fiere

Gli Anni 80

Ritroviamo i "Caproni" anche nel 1963-64, sempre in Coppa delle Fiere, dopo aver eliminato l'Hertha Berlino: stavolta però il 3-1 casalingo non basta; al ritorno un sonoro ko per 4-0 ci costringe ad abbandonare la competizione ai quarti di finale. I confronti con i tedeschi si fanno frequenti negli Anni 80, soprattutto per merito della Roma, che gioca stabilmente in Europa. C'è la delusione con il Carl Zeiss Jena in Coppa delle Coppe, resa ancor più amara dai sospetti di doping riguardanti i tedeschi orientali.

C'è quel boato dell'Olimpico, soprattutto: quello dell'8 dicembre 1982, quando la Roma che si appresta a vincere lo Scudetto ribalta l'1-0 subito a Colonia ed elimina la squadra allenata da Rinus Michels. A inizio secondo tempo Iorio annulla lo svantaggio, a 2' dalla fine il destro di Falcao fa esplodere l'intero stadio, l'intera città. È il giorno di «Non passa lo straniero», striscione che sarà presente in Curva Sud anche nelle gare casalinghe di Coppa dei Campioni della stagione seguente.

Il gol di Falcao contro il Colonia che ci regala i quarti di Coppa Uefa

Per ulteriori informazioni, chiedere alla Dinamo Berlino, che viene travolta 3-0 (stesso destino di Goteborg prima e Dundee United poi) allo Stadio Olimpico: il 7 marzo 1984 l'autorete di Grether al 67' sblocca una partita che sembrava stregata, quindi Pruzzo e Cerezo mettono in cassaforte l'accesso alle semifinali.

Amore incondizionato

È meno felice il ricordo della sfida con il Bayern Monaco nella Coppa delle Coppe 1984-85: il 20 marzo, dopo il ko per 2-0 in Germania, la Roma va sotto. Le speranze di compiere una rimonta di fatto svaniscono, ma dalla Curva Sud si alza un canto che è una pura dichiarazione d'amore incondizionato: «Che sarà, sarà... Ovunque ti seguirem, ovunque ti sosterrem... Che sarà, sarà».

Un autentico spettacolo, che dura più o meno fino al triplice fischio, e che colpisce persino gli avversari. «Sono rimasto sconvolto da quello che è successo all'Olimpico - dirà in seguito il tecnico dei bavaresi, Udo Lattek - In tanti anni di carriera non avevo mai visto una squadra che sta perdendo, che è eliminata dalla Coppa, sostenuta così dai propri tifosi. Semplicemente meraviglioso. Vorrei poterlo avere io un pubblico del genere! In Germania una cosa del genere non sarebbe mai accaduta. Quasi mi sono emozionato».

 La sciarpata della Curva Sud contro il Bayern Monaco in Coppa delle Coppe

Tre anni dopo, in Coppa Uefa, contro il Norimberga arriva un'altra sconfitta all'Olimpico (1-2), ma i giallorossi guidati da Liedholm ribaltano il risultato nella gara di ritorno il 12 ottobre 1988. Decisivo il gol ai supplementari di Renato - poi espulso - che vale il 3-1 e l'accesso ai sedicesimi di finale. Ben più facile il compito della Roma nel 2000-01 contro l'Amburgo: l'andata in casa la decide una rete di Guigou, mentre al ritorno Aldair, Delvecchio e Samuel calano il tris.

Emozioni al cardiopalma il 23 novembre 2010, ancora contro il Bayern, vicecampione d'Europa in carica: stavolta però vinciamo noi, e lo facciamo in maniera incredibile. Sotto di due gol all'intervallo, accorciamo con Borriello e troviamo il pari a 8' dalla fine con De Rossi. Passano soltanto due minuti e conquistiamo un calcio di rigore, che Totti trasforma sotto la Curva Sud. Sugli spalti è il delirio, anche perché quei tre punti (si è nella fase a gironi della Champions League) ci portano di fatto agli ottavi di finale. L'immagine simbolo di quella rimonta e della vittoria per 3-2 è l'abbraccio a bordocampo tra De Rossi e il "Pek" Pizarro, sotto lo sguardo di Claudio Ranieri, all'epoca sulla nostra panchina.

Stesso risultato, altrettanto pirotecnico, contro il Bayer Leverkusen nella Champions 2015-16. All'andata è arrivato un beffardo 4-4, dopo esserci portati sul 4-2 a un quarto d'ora dalla fine. Anche a Roma il copione è simile: in 30' segnano Dzeko e Salah e la gara sembra in discesa. A inizio ripresa, nell'arco di 5', Mehmedi e Hernandez riequilibrano l'incontro. All'80 è il rigore di Pjanic a lanciarci verso la vittoria e il passaggio del turno.

Emozioni, rimonte, lacrime di gioia, ma anche di delusione: tutto questo, e molto altro ancora, ci hanno regalato le sfide contro le squadre tedesche allo Stadio Olimpico. Incontri memorabili, che faranno parte per sempre del nostro albo dei ricordi. Adesso però c'è un presente da scrivere e un' Europa League da onorare: perché è alla nostra portata e perché in ogni caso la Roma non può rifiutare il ruolo di protagonista.

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