Accadde Oggi - 1° maggio 1983: Ago ci avvicina al vessillo
La Roma di Liedholm batte 2-0 l'Avellino allo Stadio Olimpico, compiendo un ulteriore passo verso lo Scudetto che arriverà una settimana più tardi a Genova

L'esultanza di Ago e dei compagni dopo il gol del raddoppio
Già dalle parole di Ago prima del fischio d’inizio, si capisce che quella è una giornata speciale: il 1° maggio 1983 si gioca Roma-Avellino, con la squadra di Liedholm a caccia di una vittoria che di fatto metterebbe una seria ipoteca sul tricolore atteso 41 anni. Galeazzi gli chiede se la nave andrà in porto, e Di Bartolomei – senza tradire in apparenza la minima emozione, nonostante il momento – risponde con lucidità: “In porto sicuramente. Vediamo di arrivarci col vessillo”.
In campo non c’è storia: è un monologo romanista, con Falcao che sblocca l’incontro al 38’ grazie a un potente calcio di punizione dai 30 metri che si infila all’incrocio dei pali. Nel frattempo, a Torino, la Juventus è sotto 3-1 in casa contro l’Inter: sugli spalti dell’Olimpico si esulta ogni volta che il tabellone aggiorna il risultato con i gol nerazzurri. Al 66’ è proprio Agostino a infilare il 2-0 con una rasoiata delle sue: la sua esultanza è una corsa a braccia larghe, urlata, che si conclude in ginocchio, con i pugni al cielo; ad abbracciarlo arriva Ancelotti. L’immagine è l’equivalente di un van Gogh, un dipinto immortale, il ritratto di un sogno che finalmente si fa realtà. Poco importa che la Juve riesca a rimontare e a pareggiare 3-3: in seguito verrà punita con lo 0-2 a tavolino per un lancio di un mattone contro il pullman dell’Inter prima della gara. Quel che importa ai romanisti è che una settimana più tardi, a Genova, basterà un punto per diventare Campioni d’Italia.
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