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Stadio della Roma: il 10 novembre sarà una data cruciale

È il giorno della sentenza del processo che vede imputata la Raggi. L’assoluzione le permetterebbe di dare l’accelerata decisiva alla fase di stallo

02 Novembre 2018 - 10:26

Prossimo step 10 novembre. Una data che dobbiamo segnare in rosso e che sarà probabilmente decisiva per i tempi di realizzazione del nuovo stadio giallorosso. Una data che apparentemente poco c'entra ma che invece, come vedremo, ha un significato particolare. Infatti proprio il 10 novembre è attesa la sentenza del processo che vede imputata per falso la sindaca di Roma Virginia Raggi. Una vicenda quindi che nulla ha a che fare direttamente con lo stadio (così come l'inchiesta Rinascimento), ma che darà il senso e la forza di un'amministrazione che su Tor di Valle ha scommesso gran parte della propria credibilità. In caso di condanna la sindaca rischia una pena da uno a sei anni. Inoltre, il regolamento del Movimento Cinque Stelle prevede le dimissioni a seguito di una condanna, anche solo di primo grado. Se questo avvenisse verrebbe nominato un commissario (come accade dopo la sfiducia ad Ignazio Marino) che si limiterebbe a portare avanti l'ordinaria amministrazione e che certamente non porrebbe veti sullo stadio, ma si muoverebbe con poca autonomia e con tempi ancora meno certi. Se invece, come appare probabile, la sindaca dovesse uscirne pulita, questo la rafforzerebbe e le permetterebbe di determinare un'accelerazione a questa fase di stallo, facendo ripartire l'iter amministrativo speditamente. Questo anche e soprattutto alla luce di quanto continua ad emergere dalle carte della procura di Roma sull'indagine (conclusa martedì scorso) Rinascimento.

Carte che confermano l'estraneità della Roma e della sindaca da tutta la vicenda e da ogni reato ipotizzato. Il ruolo di Luca Lanzalone sembra sempre più chiaro e l'amministrazione capitolina emerge come vittima dell'avvocato di Genova. Nelle carte consegnate dai pm Ielo e Zuin spunta anche una chat imbarazzante proprio tra l'ex Presidente di Acea e la sindaca. "Praticamente mi fai da segretaria, che onore", scriveva Lanzalone alla Raggi secondo le ricostruzioni de La Stampa. Una frase pronunciata in merito ad alcuni appuntamenti per la quale la prima cittadina della Capitale richiedeva la presenza dell'avvocato sul caso della crisi idrica che ha interessato il lago di Bracciano nell'estate del 2017. Dalle carte della procura emerge anche come a Lanzalone fosse stato riservato un ruolo importante "sulla partita nomine" per i vertici delle partecipate, con l'ultima parola anche su alcune dinamiche politiche interne ai vertici del Movimento 5 Stelle e sulle questioni relative al governo. Di tutta evidenza non si parla minimamente dello stadio o di Tor di Valle. Se non su un'aspetto nuovo, di cui si è troppo poco parlato in queste settimane. Il rapporto tra Lanzalone e Parnasi infatti sembra si stesse concretizzando nell'acquisto da parte di Acea (di cui Lanzalone era appunto presidente) di un edificio nel futuro Business Park dello stadio, a fronte del quale "Parnasi prometteva ed effettivamente erogava in favore di Lanzalone, lucrosi incarichi in favore del suo studio legale". Ora Lanzalone rischia di finire a processo per corruzione e traffico di influenze illecite. Intanto è stato interrogato dalla procura l'ex capogruppo del Movimento 5 Stelle in Campidoglio Paolo Ferrara, che secondo l'accusa avrebbe ricevuto la promessa di finanziamento di un progetto per la riqualificazione del lungomare di Ostia come favore proprio da Parnasi. Piano piano la matassa si sta districando e a noi non resta che attendere. Speriamo e crediamo ancora non molto.

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