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Giovanili

La Primavera riforma il campionato, sul modello inglese delle seconde squadre

Si valuta di cambiare il limite d'età: il ciclo tornerebbe triennale, ammessi due fuoriquota classe 2000. Che per i giallorossi sarebbero Bianda e D'Orazio

, di Mancini

, di Mancini

06 Giugno 2020 - 12:19

Non riprenderà il campionato Primavera 2019-20 - la Roma ha ricominciato a far allenare i suoi ragazzi, ma solo per garantire un serbatoio di ricambi a Paulo Fonseca, in caso di infortuni a catena - e quello 2020-21 potrebbe essere molto diverso. Allo studio c'era una riforma della categoria, l'emergenza Coronavirus ha rallentato tutto, ma ora potrebbe finire per fare l'effetto opposto: si parlava di cambiare il limite d'età, cosa che garantirebbe una seconda opportunità ai ragazzi che non potranno sfruttare le finali del campionato - ci sono più osservatori che tifosi - per trovare una sistemazione per l'anno successivo. Il problema riguarda soprattutto i classe 2000, anno che peraltro in Italia non è stato particolarmente ricco di talento, visto che tra Kean e Tonali e gli altri c'è una bella differenza. La Roma non fa eccezione: quest'anno sono andati in panchina con Fonseca cinque 2001 (Cardinali, Riccardi, Darboe, Chierico ed Estrella Galeazzi), un 2002 (Calafiori) e neanche un 2000. Ce n'erano 7 nella rosa della Primavera, anche se il belga Masangu - arrivato nel 2017 dal Malines con un curriculum giovanile che lasciava presagire ben altri riscontri - era reduce da un prestito poco fortunato al Sassuolo e non è stato mai convocato: il suo contratto scadrà in estate, il suo futuro non è un problema della Roma. Al contrario di quello degli altri sei - Bianda, D'Orazio, Sdaigui, Trasciani, Zamarion e Nigro - che non sono pronti per salire in prima squadra, e avrebbero dovuto trovare una sistemazione tra Serie C ed estero.

Ma il problema di piazzare i ragazzi usciti dalla Primavera, in particolare i 2000, ma anche tanti 2001, che con il regolamento attuale finirebbero il biennio il 30 giugno, non riguarda solo la Roma: la Lega potrebbe risolverlo per tutti facendo in modo che il ciclo nell'ultima categoria giovanile tornasse triennale, come è stato fino al 2012. Poi con Arrigo Sacchi in Figc, si decise di abbassare il limite d'età: il ciclo divenne biennale, chi lo concludeva aveva 19 anni, non più 20. Se la riforma andasse in porto,nel prossimo campionato Primavera giocherebbero i 2001, i 2002 e i 2003 (pochi), con dei fuoriquota più vecchi di un anno, probabilmente due, invece dei 5 contemporaneamente in campo (non ci sono limiti su quelli in panchina) con il regolamento attuale. Rimarrebbe la possibilità di schierare - ma non nelle finali -un fuoriquota di età libera, regola utilizzata per far tenere o recuperare il ritmo partita ai giocatori della prima squadra: quest'anno è capitato a Diawara, l'anno scorso a Fuzato, prima ancora a Emerson, nel 2016-17 a Gerson, Grenier, Mario Rui e Rudiger.

Modello inglese

La riforma attuale nasce dal fallimento di quella che introduceva le seconde squadre in Serie C, possibilità colta solamente dalla Juventus, che però finora l'ha utilizzata
più per generare plusvalenze che per portare giocatori da Sarri. Accantonata la riforma di tipo spagnolo, ora l'intento è di avvicinarsi al modello inglese, trasformando le formazioni Primavera in una sorta di seconde squadre che si affrontano tra di loro,invece di sfidare squadre di C (con possibilità, per quanto difficilissima, di centrare la promozione in B).L'idea, per evitare che in una Primavera aperta ai ventenni, i ragazzi appena usciti dagli Allievi finiscano per non giocare mai, era di abbinare questa riforma a quella dell'Under 18, nata
un anno fa, e facoltativa. Alla prima edizione si sono iscritte giusto 9 squadre, l'anno prossimo se ne aggiungeranno 3/4, tra cui molto probabilmente la Lazio: si parlava
di rendere la categoria obbligatoria, ma succederà solamente a partire dal 2021-22, la Federazione non vuole bruciare i tempi. Per la Roma non è un problema: l'ha fatta già quest'anno con i 2002, la rifarà con i 2003. Quanto ai 2000 da lasciare in Primavera, dipende dalle offerte di mercato. Ma quasi certamente saranno D'Orazio e Bianda, ovvero due che quest'anno avevano il numero in prima squadra: il primo ha un talento enorme, ma deve ancora crescere molto sul piano della continuità, il secondo ha uno stipendio sui 700.000 euro, che rende difficilissimo piazzarlo. E in due anni di Primavera non ha mai fornito un rendimento che giustifichi quella valutazione.

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