Primavera, Di Nunzio: "Giocare all'Olimpico sarebbe un sogno. Tutta la mia famiglia tifa Roma"
Il calciatore giallorosso: ""Sono nato a Monteverde, ora vivo a Casetta Mattei. Roma per me significa tantissimo. Siamo molto fortunati a vivere qui"
(MANCINI)
Il calciatore della Primavera Alessandro Di Nunzio ha parlato al canale Youtube della Roma in un'intervista, analizzando il suo momento e le sue aspettative per il futuro.
Di seguito le sue parole:
Abbiamo parlato di fantacalcio.
"Esatto. È solo una chiacchierata".
Non mi hai ancora dato dei consigli però.
"Eh, dobbiamo tornarci sopra. Anche io in questo momento sto facendo fatica".
Parli di fantacalcio nello spogliatoio o solo con gli amici fuori dal campo?
"Con gli amici".
Quindi non lo fate tra compagni di squadra?
"No, non quest’anno".
Sei nato a Roma.
"Sì".
Non sembri il tipo romano spavaldo o chiassoso. Sembri piuttosto introverso. È così? Sei riservato o solo timido? O magari mi sbaglio e nella vita reale sei estroverso?
"Sono un po’ introverso. Quando sono con le persone giuste, perché credo che ci si debba aprire solo con chi si ritiene adatto, non con tutti, visto che molti sono pronti a giudicare".
Quanti amici stretti hai?
"Li conto sulle dita di una mano, quelli davvero sempre pronti ad aiutarmi. Quando ho un problema e li chiamo, ci sono sempre per sostenermi, ma sono pochi".
Essere arrivato fino alla Primavera della Roma ti fa percepire intorno a te un’attenzione diversa?
"Sì, ci sono persone che si avvicinano solo perché giochi a calcio. Accade fin da quando sei piccolo. Tutti hanno grandi aspettative su di te, anche chi non ti conosce bene. Ma penso che succeda a tutti".
Torniamo a Roma come città. In che quartiere sei nato e che rapporto hai con Roma?
"Sono nato a Monteverde, ora vivo a Casetta Mattei. Roma per me significa tantissimo. Siamo molto fortunati a vivere qui, spesso non lo apprezziamo abbastanza. È la città più bella del mondo e sono felicissimo di esserci nato".
Immagino ti faccia piacere condividere il compleanno con Roma, visto che sei nato il 21 aprile.
"Sì, certo".
Roma è un po’ più vecchia di te, però.
"Solo di qualche anno".
Un segno del destino.
"Già. Un altro motivo d’orgoglio".
Hai iniziato a giocare a calcio da bambino, all’Olimpia se non sbaglio. Eri di quei bimbi che dormivano col pallone?
"Sì. Mia madre dice sempre che andavo a dormire con un pallone, perché era parte della mia vita. Già a quattro anni giocavo per strada e nei cortili. Poi sono entrato in una scuola calcio e ho iniziato a farmi notare".
Sei arrivato alla Roma a nove anni. Com’è stato per un bambino scoprire questa cosa?
"Era il mio sogno fin da quando ho iniziato. La mia famiglia tifa tutta Roma, sono cresciuto così e sono romanista. Per tutti è un sogno arrivare nelle giovanili della Roma e provare a raggiungere la prima squadra".
Quanti amici stretti hai?
«Li conto sulle dita di una mano, quelli davvero sempre pronti ad aiutarmi. Quando ho un problema e li chiamo, ci sono sempre per sostenermi, ma sono pochi».
Essere arrivato fino alla Primavera della Roma ti fa percepire intorno a te un’attenzione diversa?
«Sì, ci sono persone che si avvicinano solo perché giochi a calcio. Accade fin da quando sei piccolo. Tutti hanno grandi aspettative su di te, anche chi non ti conosce bene. Ma penso che succeda a tutti».
Torniamo a Roma come città. In che quartiere sei nato e che rapporto hai con Roma?
"Sono nato a Monteverde, ora vivo a Casetta Mattei. Roma per me significa tantissimo. Siamo molto fortunati a vivere qui, spesso non lo apprezziamo abbastanza. È la città più bella del mondo e sono felicissimo di esserci nato".
Immagino ti faccia piacere condividere il compleanno con Roma, visto che sei nato il 21 aprile.
"Sì, certo".
Roma è un po’ più vecchia di te, però.
«Solo di qualche anno».
Un segno del destino.
«Già. Un altro motivo d’orgoglio».
Hai iniziato a giocare a calcio da bambino, all’Olimpia se non sbaglio. Eri di quei bimbi che dormivano col pallone?
"Sì. Mia madre dice sempre che andavo a dormire con un pallone, perché era parte della mia vita. Già a quattro anni giocavo per strada e nei cortili. Poi sono entrato in una scuola calcio e ho iniziato a farmi notare"..
Sei arrivato alla Roma a nove anni. Com’è stato per un bambino scoprire questa cosa?
"Era il mio sogno fin da quando ho iniziato. La mia famiglia tifa tutta Roma, sono cresciuto così e sono romanista. Per tutti è un sogno arrivare nelle giovanili della Roma e provare a raggiungere la prima squadra".
Ti ricordi il primo giorno, dieci anni fa?
«Sì, ricordo ancora il giorno del provino. Un’emozione incredibile. Quando hanno chiamato mio padre, non ci credevo: ero piccolo e pensavo fosse uno scherzo, invece era tutto vero».
Quindi ti hanno chiamato per un provino a Trigoria, insieme a tanti altri ragazzi. Eri già centrocampista?
«No. Da piccolo giocavo difensore centrale. Poi, passando dal campo a 7 a quello a 9, ho iniziato a giocare a centrocampo».
Dopo il provino, chi ti ha comunicato che eri stato preso?
"Ancora mio padre. Ha ricevuto la chiamata dalla Roma e mi ha detto: “Mi ha chiamato la Roma per firmare”. Ero il bambino più felice del mondo".
Tutta la tua famiglia tifa Roma, giusto?
«Sì, tutti. Soprattutto mio nonno. È stato lui a tramandare la passione: nonno, padre e figlio».
In questi dieci anni nel settore giovanile hai vissuto tante vittorie, tra cui lo Scudetto Under 17 e le convocazioni in Nazionale. C’è un momento o una persona speciale?
"Ci sono tante persone importanti, ma voglio ricordarne una che non c’è più: il mister Marco Scisciola. Mi ha insegnato tantissimo: veniva una o due volte a settimana per lavorare sulla tecnica, sui duelli uno contro uno, sul controllo di palla".
Ora che sei vicino al calcio dei grandi, hai mai pensato che altrove potresti esprimerti meglio, senza la pressione di giocare per la squadra che ami?
"No. Anzi, è uno stimolo in più. Sono romano e romanista. Sarebbe un sogno giocare all’Olimpico davanti a 60.000 persone. Vedremo cosa dirà il tempo".
Come tifoso e come giocatore. Per ora il tuo sogno è l’esordio. Lo immagini?
"Sì, lo immagino, ma so che c’è ancora tanta strada".
Cosa provi quando indossi la maglia della Roma?
"È difficile da spiegare. Da tifoso e giocatore, è tutto quello che puoi desiderare".
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