Settore Giovanile

Quel che resta della semifinale Primavera: dalla qualità di Graziani ai polmoni di Mannini

Col ko contro la Fiorentina si chiude la stagione della banda di Falsini. Tantissime note positive e calciatori di qualità, da attenzionare anche per la prima squadra

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Sergio Carloni
27 Maggio 2025 - 14:52

La finale Scudetto sarebbe stato un grande traguardo al termine di una stagione in regular season pressoché dominata. Invece, l’ostacolo numero uno della Roma Primavera ha impedito il raggiungimento di un obiettivo prefissato da tempo: in rimonta, la Fiorentina si è imposta per la terza volta in stagione, la seconda al Viola Park, e si è regalata l’ultimo atto. Con capacità tecnico-tattiche ben evidenti. Nonostante ciò, resta l’ennesima prova di forza e coraggio da parte di un gruppo, quello di Falsini, compatto e… Romanista. Con la “R” maiuscola. Giovani in crescita, tra altri ancora in balia della tenera età. Ma tutti pronti alla battaglia. Ecco, dunque, quello che ci lascia la semifinale dei giallorossi al “Curva Fiesole”.

Graziani, qualità offensiva da sfruttare

A partire da Leonardo Graziani. Nella gara che sentenzia, di fatto, la fine del suo percorso nelle giovanili della Roma. Il classe 2005 si è messo ampiamente in mostra nel 2024-25 e ha chiuso con un gol, alla prima vera occasione creata: un tiro rasoterra dal limite, a infilzare Leonardelli e a regalare una momentanea gioia ai giallorossi. C’è tanto altro dietro una rete. Vale a dire, presenza schematica ed energie preziose nello sviluppo dell’azione. Ieri un po’ ombrose, dettate forse dalla posizione più arretrata del numero dieci romanista. In un match che però non può assolutamente cancellare quanto fatto di buono, considerando oltretutto il minutaggio ridotto. Quindici gol e sette assist non si fanno da soli.

Anche da solo, Reale è leader

Ha dato il via ai suoi 90’ da centrale di sinistra nel 4-3-1-2, dove Falsini lo ha plasmato. Li ha chiusi da ultimo uomo, con la fascia al braccio. Praticamente ultimo difensore di un sistema alla rinfusa, con Cama e Marchetti terzini più che braccetti in una retroguardia a tre, alla ricerca del secondo gol. E il capitano lo ha fatto alla grande, Filippo Reale: attenzione e sicurezza, nonostante le forze spese in lungo e in largo per garantire copertura alla Roma. Anticipi e gestione ottimale, oltretutto. Un punto da cui ripartire per la Primavera del futuro.

Cuore e polmoni: Mannini e la Lupa sopra il petto

Terzino, mezzala, ala. Anche rifinitore, all’occorrenza. Tutto. Mattia Mannini è questo. E anche contro la Fiorentina, probabilmente, è stato il migliore in campo. Poco importa che la stagione sia stata tortuosa, a tratti maledetta dagli infortuni: lui ha risposto presente. Anche ieri sera, nelle due parti di gara divise da una netta linea. La prima, da terzino destro, fatta di contrasti (uno dei quali essenziale in occasione del gol), recuperi, polmoni. L’altra, la seconda, da mezzala, dal 73’ in poi: lì è entrato in gioco il cuore. Non è un caso che le ultime tre chance, tra cui un clamoroso palo colpito all’82’, portino la firma del numero 16. Distrutto per il risultato, ma consapevole di aver dato tutto. Con la Lupa sopra il petto.

Romano, un colosso in mezzo al campo

Non serviva certo la gara del Viola Park per confermarlo. Ma nel caso ce ne fosse bisogno, i 90' con la Fiorentina hanno dato ancora prova del dominio in mezzo al campo di Alessandro Romano. Tanto supporto ai compagni in appoggio, impostazione costante e pulita, recuperi utili alla causa. E anche lo sfizio del tiro, a volte. Così come le disattenzioni: poche, da evitare per migliorare ulteriormente. L'età, essendo un classe 2006, lo aiuta sicuramente. In stagione è arrivata la prima convocazione in prima squadra, poi ha continuato a lavorare coi più grandi. Chissà: magari il suo momento è vicino.

Classe 2007, il tempo è dalla tua parte

Giorgio De Marzi, portiere; Federico Nardin, difensore centrale; Cristian Cama, terzino sinistro; Federico Coletta, trequartista: quattro sono i ragazzi del 2007 schierati dal 1' da Falsini. Autori di una partita di alti e bassi. Qualche sbavatura, condita da intuizioni offensive, in un match che non ha permesso loro di esprimere tutto il proprio potenziale. Poi, dalla panchina, Di Nunzio, Sugamele e Marchetti. Poca efficacia, in totale, malgrado i numerosi tentativi. Ma non c'è da temere: la regular season ne ha messo in mostra tutte le qualità, oltre alla duttilità, dote di rilevanza nel calcio di oggi. La sconfitta servirà per fare esperienza. Raccogliere quanto di buono messo in atto sarà doveroso. Il tempo, d'altronde, è tutto dalla parte de "'sti giovanotti de 'sta Roma bella". 

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