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Le pagelle di Lecce-Roma: Mile sempre reattivo

Svilar resta attento per tutta la gara e nel finale è decisivo nel chiudere lo specchio a Sansone. Evanescente Zalewski, al di là del rigore negato. Karsdorp ancora disastroso. Elsha, ingresso frizzante

Svilar durante Lecce-Roma

Svilar durante Lecce-Roma (GETTY IMAGES)

02 Aprile 2024 - 07:00

Mancanze. Fra prestazione deficitaria e un rigore solare non dato, la Roma resta arenata al Via del Mare e rischia di uscirne anche beffata. La strada verso la Champions ora si fa maledettamente ripida.

IL MIGLIORE 6,5 ANGELIÑO. Sul suo versante agisce Almqvist, ma lo frena senza eccessive sofferenze. E può dedicarsi alla fase offensiva: su punizione a fine primo tempo lambisce il palo, nella seconda parte i suoi cross creano quasi sempre qualcosa di interessante.

IL TECNICO 5,5 DE ROSSI. Al di là delle assenze forzate, qualche scelta si rivela col senno di poi poco oculata. E nella stessa ottica anche i cambi appaiono tardivi. Su tutti quello di Elsha.

6,5 SVILAR. Le molteplici potenziali occasioni avversarie producono pochi pericoli veri: il primo tiro davvero impegnativo arriva dopo mezz’ora e si fa trovare pronto. Nel finale si oppone a Banda con un gran colpo di reni e chiude ogni varco a Sansone. Reattivo.

4,5 KARSDORP. La prima possibilità offensiva capita sul suo destro e non lascia ricordi indimenticabili. Ma non essendo un attaccante né un fine dicitore, l’errore potrebbe non stupire. Buca però le stesse chiusure difensive, anche per via di una postura spesso sbagliata.

6 MANCINI. Qualche indecisione nella fase iniziale, poi ritrova la bussola e soprattutto grazie al senso della posizione recupera le certezze.

5,5 NDICKA. Il primo intervento falloso gli costa un giallo pesante, che gli costerà il derby. Appare frenato dalla sanzione e Piccoli gli sguscia via a pochi passi da Mile. A metà gara resta negli spogliatoi.

6 CRISTANTE. Oscilla fra alti e bassi per tutto il match, compensando passaggi imprecisi con recuperi efficaci. Nell’ultima parte sale a ridosso dell’area leccese per dare manforte all’attacco, senza graffi. 

6 PAREDES. Impiega un po’ a trovare le misure delle consuete geometrie, forse anche a causa del forte vento. Con un corner tagliatissimo impegna però Falcone in avvio. Poi trova lo specchio dalla distanza ma fatica a trovare la verticalità.

5 BOVE. Non c’è Pellegrini e il centro-sinistra della mediana viene affidato a lui. L’interpretazione non può che essere differente, ma a mancare è la qualità. Appannato. 

6,5 BALDANZI. Senza Capitano e Joya l’onore e l’onere della creatività ricadono su di lui. E dopo 10’ sfodera un mancino dal limite in perfetto stile dybaliano che sfiora il palo. Si sbatte, lotta, smania dalla voglia di lasciare il segno ma  la palla buona gli capita sul piede meno nobile. Spende tante energie in ripiegamento, eppure è fra i pochi ad avere qualche guizzo.

5 ZALEWSKI. Gli spunti dalla sua parte latitano se non nascono dal mancino di Angeliño. Prova a sovvertire l’inerzia a un attimo dall’intervallo, quando Baldanzi lo pesca a un niente dalla porta, ma spara incredibilmente alto. Subisce il fallo del possibile rigore, poi torna evanescente fino al cambio.

5,5 LUKAKU. L’unica vera occasione gli capita a metà ripresa sulla testa, ma il gioco aereo non è il pezzo forte della casa e spedisce fuori. Gioca il resto della gara spalle alla porta, più da sponda che alla ricerca della profondità.

6 HUIJSEN. Rileva Ndicka e a parte una disattenzione che potrebbe costare cara, tiene alta la soglia di attenzione. Meno preciso del solito in fase di disimpegno.

5 AOUAR. Entra nell’ultima parte divorando la palla-gol più ghiotta del match a tu per tu con Falcone.

6 EL SHAARAWY. Frizzante fin dal suo ingresso, regala un tacco illuminante per Aouar che spreca. Continua a muoversi su tutto il fronte offensivo, lasciando più di un rimpianto sull’iniziale panchina.

S.V. DYBALA. Ultimi minuti senza acuti, se si eccettua un tentativo dal limite smorzato dai leccesi.

S.V. CELIK. Dentro nel finale, senza lasciare tracce indelebili.

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