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Le pagelle di Feyenoord-Roma: Paredes fa da bussola

Leandro detta i tempi da playmaker e dà origine alla rete che vale il pareggio. Pellegrini è sempre nel vivo del gioco. Svilar protagonista nel finale. Luci e ombre da Dybala

Paredes in campo contro il Feyenoord

Paredes in campo contro il Feyenoord (GETTY IMAGES)

16 Febbraio 2024 - 08:00

Un altro passo. La Roma si riscopre efficace anche lontano dall’Olimpico, con un’altra prova convincente, sia pure a folate. Molto bene il primo tempo, un filo meno il secondo, nonostante l’andamento del risultato suggerisca il contrario. Ma il pari induce all’ottimismo per il ritorno.

IL MIGLIORE 7 PAREDES. Agisce da playmaker facendo muovere il pallone coi tempi giusti e oscillando fra il vertice basso della mediana e il centro-sinistra. Eppure è il più pericoloso fino all’intervallo, con una botta di mezzo esterno che scuote la traversa. Prezioso in fase di contenimento. Sua la genesi della manovra che porta all’1-1.

IL TECNICO 6,5 DE ROSSI Ripropone una squadra per lunghi tratti bella e impassibile. Priva di paura nella gestione del match, capace di riprenderlo sotto (immeritatamente) di un gol.

6,5 SVILAR. Il Feyenoord inizia pressando alto e lui viene sollecitato più dai compagni per dare respiro alle uscite dal basso. I primi tiri che gli arrivano non sono irresistibili, ma è attento. Poche colpe sul gol, autoritario in uscita, protagonista nel finale: i crampi sembrano frenarlo, ma si oppone a Gimenez e poi benedice il palo.

5 KARSDORP. Fa di tutto per farsi apprezzare dai suoi ex tifosi, reiterando alcune di quelle scelte incomprensibili che anche in Serie A mettono a repentaglio coronarie e pazienza dei romanisti. Nello specifico nessun danno provocato, ma tanti brividi. Gratuiti.

6 MANCINI. Il reparto scricchiola soltanto per qualche disattenzione individuale. Ma non la compie lui.

5 LLORENTE. Perde di vista due volte Paixao: nella prima viene graziato dal diagonale largo di un soffio, nella seconda lo perde e sono dolori. A inizio ripresa un’altra ingenuità su Ueda al limite dell’area di Svilar gli costa il giallo.

6,5 SPINAZZOLA. Parte propositivo, trovando però solo a sprazzi spunti che possano fare la differenza. Ma rispetto a qualche settimana fa è un altro e incide con la traiettoria perfetta sulla testa di Big Rom.

6,5 BOVE. Ritrova il posto da titolare, complici i malanni di Cristante e in avvio sembra puntare sugli inserimenti. Poi però si concentra sulla fase difensiva con dedizione, rimediando anche un cartellino pesante per eccesso di zelo.

6,5 PELLEGRINI. Si muove in scioltezza fra le linee, chiamando spesso allo scambio Dybala. Sua la prima grande occasione: ottimo il taglio dettato alla Joya, ma il portiere avversario lo ipnotizza in uscita. I tentativi a rete finiscono più o meno qui, ma resta nel vivo della manovra. Punto di riferimento.

6 DYBALA. Brillante nella prima parte, quando innesca tutti o quasi i tentativi romanisti. Dopo l’intervallo i bagliori lasciano posto  a una versione più opaca.

5,5 ZALEWSKI. Preferito a Elsha dal 1’, prova a mettersi in mostra ma soffre l’approccio molto fisico degli avversari e non sempre compie la scelta più appropriata.

6,5 LUKAKU. Due tentativi di testa, centrali entrambi, aprono e chiudono il suo primo tempo. Ci riprova in quota nella ripresa ma manca lo specchio. Ѐ però buona la quarta, quando in torsione trova il prezioso pari. E continua a infilare numeri da record in EL: 6 centri in 7 partite, 22 nelle ultime 18, 26 totali. Re di coppa.

6 EL SHAARAWY. Subentra a Zalewski aggiungendo quel pizzico di concretezza in più in entrambe le fasi che nell’ultima parte è vitale.

S.V. CELIK. Era sparito dai radar con la nuova gestione tecnica. Ritrova il campo dopo oltre un mese, sia pure nei minuti conclusivi.

S.V. CRISTANTE. Le noie alla schiena lo tengono in panchina quasi fino al termine del match, ma quando c’è da difendere il pari tira fuori tutta l’esperienza di cui dispone.

S.V. BALDANZI. Poco più di una settimana fa lottava per la salvezza in A. Ora ottiene la soddisfazione dell’esordio europeo. Mica poco.

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