Roma Femminile

Pilgrim: «Diventerò grande con la Roma»

Intervista esclusiva alla giallorossa: «Venire qui è stata la scelta migliore. Lo Scudetto è già indimenticabile. Fiera dei romanisti»

Pilgrim in azione con la maglia della Roma

Pilgrim in azione con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
05 Maggio 2024 - 09:05

Alayah Pilgrim è una delle promesse del calcio svizzero e uno dei talenti più brillanti della nostra Serie A. Attaccante esterna classe 2003, ha importanti doti fisiche e tecniche che sfrutta insieme alla sua velocità per puntare la porta e concludere. Non ha ancora 21 anni, ma ha già vinto un titolo con lo Zurigo e poi quello di campionessa d’Italia con la Roma, a pochissimi mesi dall’inizio della sua prima esperienza all’estero. Nuova città, nuova squadra e ambizioni grandi quasi quanto il suo talento: la giovane svizzera si è raccontata in un’intervista in esclusiva a Il Romanista.

Sei arrivata a gennaio e hai già lo Scudetto sul petto. Come ci si sente?

«Sono felice di essere qui. Sono sicura che sia stato il passo giusto, so di poter crescere tanto, lo sento e lo vedo. Ovviamente sono stati mesi speciali per me perché era tutto nuovo e diverso, ma contestualmente è stato meraviglioso. Essere campionesse d’Italia mi rende ancora più fiera, sono momenti davvero belli della mia giovane carriera».

Fino a pochi mesi fa ti sentivi troppo giovane per lasciare il tuo Paese, cosa ti ha fatto cambiare idea?

«La decisione di arrivare a Roma è arrivata a dicembre, cominciavo a sentire di avere voglia di provare qualcosa di nuovo. Il club ha mostrato grande interesse e allora ho fatto il passo, ho parlato con la mia famiglia, il mio ragazzo e chi lavora con me e anche il loro supporto mi ha aiutato tanto».

Ti volevano tante grandi squadre in Europa. Perché proprio la Roma?

«Ho avuto altre richieste ma la Roma era quella giusta per me, mi ha dato subito ottime sensazioni, sin dai primi colloqui. Sentivo che era il passo giusto per la mia carriera, sono giovane e per la mia crescita è importante anche riuscire a trovare spazio in campo in modo da aiutare la squadra e lavorare sodo anche sulle mie qualità».

Finora hai segnato due gol, il primo col Milan in Coppa Italia.

«Quello è stato un momento che aspettavo da diverso tempo, lo cercavo ma non arrivava. Quando ci sono riuscita è stato splendido, spero sia soltanto il primo di una lunga serie».

Il secondo lo hai fatto alla Juve in un match chiave per il titolo. Cosa ricordi di quella giornata?

«Devo dire che inizialmente è stato un giorno partita come un altro. Mi sono svegliata ripetendomi che se ero qui un motivo c’era. Nella riunione tecnica dopo pranzo ho saputo che sarei partita titolare, certo, ero emozionata ma ero più concentrata che sotto pressione. Poi per fortuna ho segnato dopo 5’ di gioco ed è stata una soddisfazione che mi sono portata avanti per tutta la sfida».

In attacco sulla sinistra con te c’è anche Haavi: cosa ti sta insegnando?

«Posso imparare tantissimo da lei, penso che il suo stile di gioco sia molto simile al mio perché fatto di velocità e uno contro uno. Guardarla ogni giorno in allenamento e nelle partite mi dà tanto, ha grande talento e posso ispirarmi a lei».

Come ti sei trovata nello spogliatoio?

«Davvero bene. Mi hanno accolta al meglio e mi hanno aiutata a inserirmi rapidamente, mi sento sempre mio agio, in campo e fuori».

E col tecnico Spugna?

«Io mi fido di lui e spero lui si fidi di me. Abbiamo un piano e delle idee in comune, in questi primi mesi la cosa più importante è stata che non ho mai avuto fretta o pressione. Per me è tutto nuovo, la lingua, vivo da sola, è un grande passo, quindi volevo solo arrivare e ambientarmi. Sento che anche lui voleva questo per me, si interessa, mi chiede spesso come mi trovo fisicamente ed emotivamente e questo lo apprezzo. È un grande allenatore».

Sei uno dei talenti più brillanti della Serie A. Come ti trovi nel calcio italiano?

«Mi piace molto, è un livello più alto di quello in Svizzera dove ero abituata. Ovviamente posso imparare davvero tanto, a Roma soprattutto giochiamo con grande velocità, qualità e ritmo, per questo mi piace molto e penso di potermi inserire al meglio per le mie caratteristiche».

Si è visto. Cosa rappresenta la Roma per te? Ti vedi qui per tanto tempo o miri a club ancora più grandi?

«Ho un contratto fino al 2027 e sicuramente voglio dare tutto per questo club. Sto davvero bene e onestamente non penso a quando l’accordo sarà scaduto, sono appena arrivata e abbiamo già raggiunto grandi obiettivi, voglio continuare su questa strada, crescere e poi vedremo».

Com’è stato vincere il titolo “dal divano”?

«Avevo già vinto un titolo con lo Zurigo, ma quella volta eravamo in campo (ride ndr.), stavolta è stato diverso. Eravamo tutte insieme a vedere Juventus-Inter, carichissime e quando ha segnato l’Inter siamo esplose di gioia. È stato davvero speciale e al tempo stesso inusuale. Un’esperienza insolita ma molto bella perché è stato il mio primo titolo italiano e ce lo siamo meritato. Ora lavoriamo ogni giorno per vincere anche la Coppa Italia».

Il tuo momento preferito di questa stagione?

«Sicuramente la gioia di quando abbiamo vinto lo Scudetto. Lo so che è banale, ma è stato un momento che non credo che dimenticherò mai. Poi c’è l’esperienza personale di vivere in un Paese nuovo e crescere come persona che per me è molto importante».

Questo è un aspetto che sottolinei spesso…

«Sì a livello personale per me è davvero un grande passo, molto positivo, è parte del viaggio. Sono felice e non ho ancora avuto problemi, mia madre mi passa a trovare spesso ma è bello fare l’esperienza di vivere da sola con tutto quello che comporta come cucinare, fare le pulizie e tutto il resto. Ho lasciato casa anche per uscire un po’ dalla zona di comfort, credo sia fondamentale per crescere non solo come calciatrice ma anche come persona».

Hai parlato di tua madre, sappiamo che lei inizialmente non voleva che giocassi a calcio…

«Quando avevo 7-8 anni giocavamo nelle squadre di ragazzi, ma ognuna di loro doveva avere due o tre giocatrici. Dopo qualche partita con la squadra del mio villaggio in Svizzera ero stata selezionata e quando sono tornata a casa ero felicissima. Ho chiesto ai miei se potessi andare ad allenarmi quotidianamente, lei non pensava fosse una cosa positiva. Non potevo crederci, quindi le ho detto che sarei andata a casa di una mia amica quando in realtà andavo al campo. Lei non lo sapeva fin quando l’allenatore le ha telefonato dicendole che avevo talento, per convincerla. Allora lei ha cambiato idea. Ora è la mia più grande sostenitrice, viene praticamente a ogni partita».

Prima di diventare professionista, hai avuto un’esperienza in cui alternavi scuola, calcio e lavoro.

«Ho iniziato una scuola da infermiera all’età di 15 anni. Ora l’ho completata ma al tempo è stato davvero un periodo intenso, dove lavoravo erano molto carini con me e mi permettevano di continuare la mia carriera calcistica. Nel campionato in cui giocavo (Serie B svizzera ndr.) non eravamo ancora professioniste e ci allenavamo in tarda serata e il campo era distante due ore di viaggio da dove lavoravo, dopo l’allenamento tornavo a casa intorno a mezzanotte e la mattina dopo dovevo nuovamente svegliarmi alle sei. Sì, è stata dura  ma penso sia davvero importante avere un’alternativa al calcio, ancora non si guadagna così tanto da avere la certezza di poter vivere di questo per sempre, sono molto felice di averlo fatto ma ora chiaramente sono concentrata del tutto sul campo».

Al Tre Fontane sei una delle più acclamate dai romanisti.

«Sono straordinari e sono tantissimi, sono fiera di loro. È davvero bello vedere che così tanta gente ci segue. Per me è molto importante essergli vicino, anche per un solo autografo o una foto. Soprattutto nel calcio femminile dobbiamo apprezzarlo, anni fa non c’era nulla di simile».

Ora tornerete a giocare in casa dopo il trionfo e farete anche il giro di campo all’Olimpico.

«Non vedo l’ora! Sono molto contenta di poterli riabbracciare anche al Tre Fontane. Sarà la prima partita in casa da campionesse e sono convinta che ci sarà un’atmosfera davvero speciale».

A proposito di crescita personale, non ti resta che imparare l’italiano.

«Vorrei saperlo parlare già da ora! Però sicuramente lo sto studiando e voglio impararlo, sarà un altro passo importante, ma ci vuole un po’ di tempo».

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