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Viaggio nel quartiere: la Testaccio di "Er Fettina" Claudio Ranieri

Sergio Rosi, presidente del Roma Club, racconta: "L'ultima sua visita? Insieme a Rosella Sensi"

Luca Teolato
18 Settembre 2017 - 07:26

Ormai nel mondo è conosciuto come Sir Claudio re d'Inghilterra, dopo il miracolo dello scorso anno con il Leicester, ma qui a Testaccio, er core de Roma e della Magica, i vecchi residenti lo chiamano ancora er Fettina. Si perché il sor Mario, il papà di Claudio Ranieri aveva una macelleria nel cuore del quartiere romano. «Ecco perché aveva questo soprannome - spiega Sergio Rosi, presidente dello storico Roma club Testaccio, il più antico della Capitale – anche se lui al negozio non ci stava quasi mai e le fettine non le ha mai tagliate. Era er cocco de casa perché giocava a pallone, il fratello Carlo invece eccome se lavorava», prosegue ridendo Sergio. «L'ho conosciuto per questo motivo–sottoline a– la mia famiglia faceva e fa manutenzione di impianti frigoriferi e la macelleria del papà si rivolgeva a noi per l'assistenza». Erano gli anni '60e il mattatoio di Testaccio lavorava a pieno regime ma Claudio pensava solo al calcio, prima nell'oratorio di San Saba, poi nella squadra del Roma club Dodicesimo giallorosso per approdare nelle giovanili della Magica e iniziare la sua carriera professionistica con i colori giallorossi.

I suoi soprannomi

In un quartiere, come quello di Testaccio, dove la gente si chiama solo per soprannome, Claudio non era solo er Fettina ma anche er Pecione. «Si perché non è che fosse proprio sto fenomeno come giocatore – ricorda Sergio – e quando calciava la palla normalmente la mandava sempre pe' dritto. Ogni tanto, quando da ragazzo passava con la borsa da calcio, glielo dicevo. Ma ‘ndo vai, che tanto non sai giocà!». Ranieri è sicuramente ricordato più per le sue gesta da allenatore che da calciatore. «Come giocatore lasciava un po' a desiderare – racconta il presidente del Roma club Testaccio – ma come allenatore io lo reputo tra i migliori in circolazione. Certo,quando ha allenatola Roma se semo un po' incazzati pe quello scudetto che abbiamo perso come polli all'ultimo, lo volevamo ammazzà. Diciamo che in quella famosa partita persa in casa con la Sampdoria non è che c'ha capito tanto er Fettina».

La visita

E proprio in quell'anno e mezzo circa, in cui ha avuto l'onere e l'onore di guidare la ‘sua' Roma, Ranieri è passato a salutare Sergio al Roma club. «Una volta – prosegue – è venuto con Rosella Sensi e tutta la squadra, è stato molto bello rivederlo e farci due chiacchiere. In questo club negli anni sono passati molti allenatori e giocatori della Roma ma negli ultimi tempi non è più così, i calciatori non si spostano più come prima. Ormai quando si muovono hanno un esercito di guardie del corpo, è un macello. Colpa anche dei tifosi che rompono troppo li cojoni, troppo assillanti, te montano addosso, te infilano la sciarpetta al collo col rischio de strozzatte!», sorride Sergio. «Anni fa – prosegue – era un'altra cosa. Noi tifosi eravamo molto più tranquilli, chiedevamo una stretta di mano, al massimo una foto, i giocatori erano più disponibili, più alla mano. Figuratevi che i calciatori che venivano al Roma club li accompagnavo io a casa».

I festeggiamenti

Purtroppo da quando Ranieri ha proseguito la sua carriera all'estero non è più passato nel quartiere della sua infanzia. Eppure Testaccio non si è dimenticato di lui. Quando ha vinto la Premier con il miracolo di Leicester, facendo impazzire di gioia i Foxes, anche qui c'è stata una festa in onore di Claudio er Fettina. «Abbiamo messo uno striscione davanti al club – racconta Sergio – dove c'era scritto ‘Campione d'Inghilterra, grande Claudio core testaccino'. Siamo molto orgogliosi e siamo stati molto felici della sua impresa. C'era mezzo mondo quel giorno, perfino la Bbc. In quell'occasione un signore anziano che frequenta il club gli ha fatto anche un regalo. Per molto tempo non l'abbiamo scartato, volevamo fosse lui a farlo».

L'auspicio

La vittoria in Premier ha reso fieri i testaccini e i tifosi romanisti ma rimane l'amaro in bocca per quel campionato sfuggito di mano alle ultime giornate, quando Ranieri sedeva sulla panchina della Roma. «La vittoria con il Leicester è ovvio che ci fa piacere ma si vinceva quel campionato allora si che sentivi er gallo cantà», chiosa Sergio. E in attesa che il gallo canti i testaccini doc come Sergio aspettano che er Fettina torni per bere un bicchiere di rosso in compagnia e per ricevere finalmente il regalo, un orologio della Roma che i testaccini hanno appeso su una parete del club e che sembra scandire il tempo trascorso dall'ultima visita di mister Ranieri. «Ormai sappiamo che Claudio non abita più a Roma da tempo –conclude Sergio - noi non aspettiamo nessuno però siamo qui e se passa il quartiere non può che esserne felice».

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