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La strategia della Roma: prima l'acquisto di Smalling, poi cassa con le cessioni

Il club giallorosso punta all'acquisto del difensore più che a un rinnovo del prestito. Servono le cessioni di Schick e Ünder, si prova a ottenere 60 milioni

Chris Smalling, di LaPresse

Chris Smalling, di LaPresse

13 Luglio 2020 - 06:30

Acquistare: Smalling, poi in futuro solo possibili scambi. Vendere: il più possibile, con l'obiettivo di salvaguardare i gioielli di famiglia, in primis Zaniolo che ci ha messo un amen a riaccendere la speranza dei tifosi giallorossi. Sono le priorità del mercato romanista in questo momento dove, peraltro, ci sono ancora sei partite di campionato da giocare e poi provare a sognare con l'avventura in Europa League. Ovvero è un mercato che di fatto è molto meno in prima pagina rispetto alle abitudini di questa stagione, dove contano ancora più i gol degli acquisti.  

La Roma, peraltro, ha già sistemato la questione Mkhitaryan e preso a parametro zero lo spagnolo Pedro. Il non c'è due senza tre è legato al nome di Smalling su cui la dirigenza si sta muovendo sempre più convinta per poi, una volta concluso l'acquisto, dedicarsi al capitolo cessioni che dovranno essere parecchie, garantire una certa liquidità e, soprattutto, qualche decina di milioni di plusvalenze necessarie per cominciare a rimettere in sesto un bilancio da allarme rosso. 

Dunque, Smalling. La settimana scorsa a Roma si è visto il mediatore croato Jozo Palac a cui era già stato dato mandato per risolvere la questione con il Manchester United, legittimo proprietario del cartellino del difensore inglese fino al 30 giugno del 2022 (con uno stipendio annuale da oltre quattro milioni e mezzo netti). Venerdì scorso Jozo Palac si è presentato nella sede di via Tolstoj, dove ha avuto un prolungato incontro a quattro occhi con l'amministratore delegato dottor Guido Fienga. Incontro in cui il numero due romanista ha ribadito che l'intenzione primaria del club è quella di acquistare, subito, il cartellino del giocatore, al di là di tutte le voci che vorrebbero l'affare indirizzato verso un prestito con un obbligo di riscatto da esercitare dopo dodici mesi. «Vai a Manchester e tratta il giocatore con l'United per acquistarlo, questi sono i soldi che abbiamo a disposizione»: queste le parole con cui Palac nei prossimi giorni, forse già oggi, si presenterà dai collaboratori di sir Alex Ferguson per cercare di chiudere già in questa settimana.  

Del resto la Roma sa bene che per poter pensare di fare suo l'inglese, c'è la necessità che diventi un giocatore giallorosso per poi poterlo avere a disposizione anche nel prossimo mese di agosto, quando si dovrà affrontare l'affascinante avventura in Europa League dove si spera di poter incrociare la strada con lo stesso United (nel caso in semifinale). La speranza di riuscirci c'è, soprattutto perché nei prossimi giorni molto probabilmente tornerà in scena lo stesso Smalling, intenzionato a ribadire ai suoi datori di lavoro che non è intenzionato a tornare a Old Trafford, che vuole essere ceduto, che la sua scelta per il futuro è in Italia ed è colorata di giallorosso. Il problema, però, sono i soldi. Quanti sono quelli che la Roma può investire per Smalling considerando l'età e un contratto quadriennale da garantire al giocatore? Il club sa che prendere subito il difensore inglese vorrebbe dire risparmiare qualche milione rispetto a un acquisto frazionato tra prestito rinnovato e obbligo di riscatto nel prossimo anno. L'offerta che ci risulta è di quattordici-quindici milioni pagabili tre anni. Che dirà il Manchester che ne vuole non meno di venti? Toccherà a Palac e Smalling convincere lo United, magari aiutati, in un secondo momento da un ulteriore, piccolo rilancio cash. 

Il tesoretto 

Ma la Roma i soldi per Smalling, dove li trova? Cessioni, cessioni e ancora cessioni. Tutti gli uomini mercato giallorossi stanno lavorando, con la collaborazione di molti procuratori e mediatori, allo snellimento di una rosa, con i rientri dai prestiti, extralarge, e, anche se non soprattutto, al dimagrimento di un monte ingaggi esagerato, considerando soprattutto che c'è il rischio più che concreto che per il secondo anno consecutivo si dovrà fare a meno di frequentare i ricchi stadi della Champions League.

In questo momento, le cessioni che sembrano essere più vicine alla concretizzazione sono quelle di Schick e Ünder. L'attaccante ceco è sempre nel mirino del Lipsia dove ha giocato, benino, in questa stagione, ma per ora i tedeschi non sono arrivati ai venticinque milioni, minimo, che il club giallorosso vuole per il cartellino di Schick. In questo senso alla Roma una mano per ottenere quello che vuole, gliela potrebbe dare il Milan. Dove, si sa, arriverà Rangnick che, pare, sia intenzionato a portare sulla panchina rossonera quel Nagelsmann del Lipsia grande estimatore del ceco. I rossoneri vorrebbero inserire almeno un giocatore nell'affare (il più gettonato è Kessie), la Roma vuole cash tra i ventotto e i trenta milioni.  

Un altro in odore di partenza definitiva è Ünder. Il Napoli lo sta seguendo da tempo, ha già fatto più di un passo per chiudere, ma non è intenzionato ad andare oltre i venti milioni, a fronte di una richiesta di trenta. A queste condizioni è difficile che l'affare si chiuda, ma c'è ancora tempo per arrivare alla fumata bianca. A meno che non si materializzi qualche club di Premier - Franco Baldini sta lavorando in questo senso - che dia alla Roma i trenta milioni richiesti.

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