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Il mercato in uscita: Gerson verso il Flamengo, Dzeko aspetta l'Inter

Per ora l'offerta dei brasiliani per il centrocampista non soddisfa la Roma. Il Cagliari offre 12 milioni per Defrel. Ancora in stand-by il centravanti bosniaco

Gerson in allenamento a Trigoria, di LaPresse

Gerson in allenamento a Trigoria, di LaPresse

12 Luglio 2019 - 14:06

Grazie Monchi. No, non siamo stati colpiti da un colpo di sole che pure, di questi tempi, non è che possa rappresentare una sorpresa. No, grazie Monchi, almeno per una volta, ci può stare visto che è stata ufficializzata la cessione di Ivan Marcano al Porto per tre milioni di euro. Un trionfo. Rivenduto alla stessa società da cui la Roma, dodici mesi fa, dopo settimane di riflessione del giocatore (roba da pazzi), lo prese in scadenza di contratto nella speranza che potesse essere se non proprio un titolare almeno una solida alternativa per il reparto difensivo.

Nessuna delle due cose. I dodici mesi italiani di Marcano sono stati un flop totale. Almeno fino a ieri. Quando i portoghesi se lo sono ripresi garantendo pure una plusvalenza alla Roma. Applausi. Tutti felici, compreso Marcano che a Oporto non ha mandato saluti, baci e abbracci al club giallorosso: «Pensavo da tempo a un ritorno, il Porto è un club che non avrei dovuto mai lasciare, ora voglio ripagare con i successi lo sforzo fatto dalla società. Sono molto felice». Pure noi.

Gerson

Dopo Marcano, in questi giorni si può materializzare l'addio anche di Gerson. Oggi a Roma sbarcheranno i dirigenti del Flamengo che sono intenzionati a riportare a casa il brasiliano anche se in un club diverso da quello da cui lo prese la Roma tre anni fa, gli acerrimi rivali del Fluminense. Ad aspettarli, oltre alla dirigenza, ci sarà anche papà Gerson, l'ormai popolare Marcao, elemento quest'ultimo che può rappresentare la variabile impazzita della questione. Le intenzioni del Flamengo sono serie e i brasiliani hanno già fatto recapitare un'offerta di acquisto di nove milioni senza bonus ma con la garanzia di un venticinque per cento su una futura rivendita del giocatore (cosa più che possibile visto che Gerson è un ragazzo ancora classe 1997).

Possono sembrare condizioni importanti per un club brasiliano, ma si tenga conto che il Flamengo è un club ricco, basti pensare che all'attuale allenatore del club, Jorge Jesus ex Benfica e Sporting Lisbona, garantiscono uno stipendio da quattro milioni di euro. Eppure quest'offerta non convincerà la Roma che per il cartellino chiede dodici milioni. Una cifra non a caso, perché questi erano i soldi pattuiti per la cessione di Gerson alla Dinamo Mosca, operazione fatta saltare da Gerson, anzi dal papà. E allora Petrachi tenendo fede alle parole dette nella sua conferenza stampa di presentazione, non vuole indietreggiare di un passo. Quelli erano i soldi e quelli vuole incassare. L'impressione è che, in qualche maniera, l'affare alla fine si farà.

Dzeko, Defrel, Nzonzi

Sono tre giocatori pronti a chiudere le valigie e salutare la compagnia giallorossa. Solo che dovranno avere perlomeno ancora un po' di pazienza. La questione Dzeko è in piedi da settimane, forse da mesi, ma la Roma per il cartellino del centravanti bosniaco non vuole meno di diciotto milioni, in ogni caso pretende uno sforzo ulteriore rispetto ai tredici milioni a cui è arrivata la dirigenza nerazzurra. Così Dzeko non si muove e continuerà ad allenarsi a Trigoria con la faccia dei giorni peggiori. Per Defrel, al contrario, il Cagliari ha fatto passi importanti, arrivando a offrire dodici milioni per l'attaccante francese, cifra che al momento non sembra soddisfare la richiesta della Roma che non scende, per ora, da quindici milioni.

C'è da tenere presente che il giocatore a bilancio sta a tredici milioni e il Cagliari almeno un altro milione lo dovrà garantire, sempre che Defrel sia convinto della destinazione Cagliari, cosa che al momento il suo procuratore nega con una una certa decisione. Infine Nzonzi, altro giocatore di cui Fonseca ha detto di poter fare a meno. Per il francese ci sarebbero un paio di club cinesi, ma pare che non la pensi come El Shaarawy.

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