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Monchi, rilancio Roma: ecco il mercato che verrà

Sotto accusa, lo vogliono in tutta Europa, ma qui già è stato retrocesso a dirigente che ci capisce poco. Lo spagnolo non ha nessuna intenzione di alzare bandiera bianca

Monchi, di LaPresse

Monchi, di LaPresse

01 Novembre 2018 - 08:15

Manchester United. Real Madrid. Barcellona. Arsenal. Psg. Pure l'Atletico Madrid nel caso, possibile, che Andrea Berta decida di lasciare quel ruolo di direttore sportivo dove ha fatto le fortune dei colchoneros. In pratica tutti o quasi i migliori club al mondo. Cosa hanno in comune? Tutti vogliono el senor Monchi. Almeno a dar retta a quello che scrivono in Spagna, Francia, Inghilterra. Tutti visionari o cantastorie? In assoluto non è da escludere, ma ci sembra difficile che tutti costruiscano fantasiose storie sull'attuale direttore sportivo giallorosso, arrivato da queste parti meno di due anni fa, portando in valigia una storia di successi sul campo ed economici fuori, firmando un contratto di quattro anni (più un'opzione per il quinto) con l'obiettivo di fare anche all'ombra del Colosseo quello che ha fatto a Siviglia: vincere e far tornare i conti. Per la seconda ci siamo, per la prima diciamo che c'è ancora parecchio lavoro da fare. Ma questo per un signore come Monchi è uno stimolo in più, piuttosto che un invito ad alzare bandiera bianca.

Voglia di Roma

Dopo gli applausi al momento del suo arrivo, a Monchi, soprattutto negli ultimi tempi, è stato detto di tutto e di più, al punto che sembra essere diventato un dirigente alle prime armi. La scelta di Di Francesco, le cessioni, gli acquisti, per tutto questo è stato messo sul banco degli imputati con toni che, spesso e poco volentieri, hanno superato l'oggettivo diritto di critica. Che non tutte le operazioni di mercato si stiano rivelando un successo, ci sembra un dato di fatto anche se il tempo trascorso dagli arrivi di Pastore, Cristante, giusto per citare i due nomi più in evidenza, non è ancora sufficiente per poterli definire flop di mercato, considerando pure, per l'argentino, che fin qui è stato più in infermeria che in campo (anche se queste problematiche fisiche possono comunque essere un capo d'accusa). Monchi è il primo a sapere di tutte queste critiche e dintorni. Che, magari, hanno pure l'obiettivo di indurlo a riflettere e pensare a un saluto anticipato alla sua avventura in giallorosso. Magari ci sbaglieremo, ma i capi d'accusa in questo signore spagnolo stanno ottenendo l'effetto contrario. Ovvero è ancora più deciso a rimanere, non tanto e non solo per una questione di contratto, ma proprio per prendersi la sua rivincita in una piazza a cui sono stati sufficienti pochi mesi per dimenticare la storia di un dirigente che negli anni di Siviglia ha alzato nove coppe consentendo sempre al club di far quadrare i conti. Monchi, è vero, si aspettava una serie di problemi a Roma, ma probabilmente non si aspettava di doversi confrontare con una piazza che, soprattutto a livello di mercato, è capace di alti e bassi senza paragoni in nessun altro posto al mondo.

Il mercato che verrà

Monchi, tra le altre qualità, ha anche quella di saper riconoscere gli errori. Lo ha fatto nella passata stagione quando dopo pochi mesi rivendette in Spagna il difensore messicano Moreno. Lo spagnolo non è certo insensibile a tutto quello che gli è stato imputato in questi ultimi mesi, ma è personaggio orgoglioso, si stima e non ha nessuna intenzione di ritirarsi dalla lotta. Anzi, vuole rilanciare nella consapevolezza che il tempo in buona parte gli darà ragione. E anche per questo motivo sta lavorando sul prossimo mercato di gennaio. Lo sta facendo nella più completa riservatezza perché, rispetto alla sua prima stagione in giallorosso, ha capito che da queste parti meno si parla e meglio è. In ogni caso per quel pochissimo che filtra da Trigoria, l'obiettivo che pare prioritario è quello di un centrocampista di qualità e quantità, in grado di andare a completare le caratteristiche tecniche e tattiche di un reparto con qualche giocatore simile di troppo, sperando, peraltro, che Pastore e Cristante, da qui all'inizio del prossimo anno, siano in grado di far cambiare i giudizi. Si pensava e si continua a pensare che il giocatore individuato sia il messicano Herrera. Da quello che ci risulta, non più. Perché il Porto, proprietario del cartellino sino al prossimo trenta giugno, continua a chiedere venticinque milioni di euro, cifra fuori mercato per un giocatore che tra otto mesi sarà acquistabile a costo zero. Ma il tipo di giocatore è quello. A meno che Di Francesco non dia certezze continuative per il quattro-due-tre-uno. Fosse così si cercherebbe un regista basso in grado di far rifiatare Nzonzi e De Rossi con il Capitano che è alle prese con un ginocchio da gestire.

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