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Quattro punti in tre gare: dal 2000 la Roma ne ha raccolti meno solo 5 volte

Di Francesco come lo Zeman-bis. Ma Capello, Ranieri e Luis Enrique fecero peggio: con loro due secondi posti (con Scudetto solamente sfiorato) e un settimo

Dzeko parla con Fazio dopo il primo gol del Milan, di LaPresse

Dzeko parla con Fazio dopo il primo gol del Milan, di LaPresse

02 Settembre 2018 - 07:22

Una vittoria, un pareggio e una sconfitta: questo il bilancio della seconda Roma di Di Francesco, che arriva alla sosta per le gare delle nazionali con 4 punti in classifica. Erano cinque stagioni che alla partenza la squadra giallorossa non ne otteneva così pochi: in panchina era tornato, dopo tredici anni, Zdenek Zeman. Con il boemo Totti e compagni ottengono un pareggio per il rotto della cuffia all'esordio casalingo contro il Catania, quindi una convincente vittoria per 3-1 a San Siro con l'Inter, prima di incappare in un rocambolesco 2-3 all'Olimpico contro il Bologna.

È la seconda stagione della Roma americana che, dopo il deludente campionato precedente che aveva portato alle dimissioni di Luis Enrique, decide di puntare su Zeman. Sette gol fatti (due in più rispetto a oggi), sei subiti (Olsen ne ha incassato uno in meno). È un momento di transizione per la Società e per la squadra, che sta lavorando per tornare stabilmente tra le prime della classe. A febbraio il tecnico boemo viene esonerato e sostituito da Aurelio Andreazzoli.

Non aveva fatto meglio il suo predecessore: nel 2011/12, "Lucho" raccoglie soltanto due punti alle sue prime panchine in Serie A. All'esordio l'1-2 rimediato dal Cagliari, lo 0-0 contro l'Inter a Milano e l'1-1 ottenuto a Roma con il Siena. La prima vittoria dell'asturiano arriverà pochi giorni dopo, 1-0 a Parma firmato Osvaldo. Il settimo posto finale, però, comporta l'esclusione dalle coppe europee.

Blackout e riscatti

Non sempre, però, le false partenze hanno comportato stagioni deludenti. La Roma Campione d'Italia, ad esempio, inaugura la stagione 2001/02 con due pareggi e una sconfitta, raccogliendo due miseri punti. L'esordio al "Bentegodi" con l'Hellas Verona finisce 1-1 (reti di Samuel e Oddo); stesso risultato all'Olimpico contro l'Udinese (Muzzi al 92' pareggia il gol di Tommasi). Alla terza a Piacenza i giallorossi perdono 2-0 e a segno, oltre a Hubner, va anche l'attuale allenatore romanista, che non esulta per rispetto nei confronti della sua ex squadra. La Roma si riscatta una settimana dopo con la vittoria per 2-1 contro la Fiorentina firmata da Totti e Panucci: un successo che ridà morale e rilancia le ambizioni degli uomini di Capello, che chiuderanno l'annata al secondo posto, a -1 dalla Juventus.

Si parte male anche nel 2009/10: le sconfitte contro Genoa e Juventus spingono Luciano Spalletti alle dimissioni, al suo posto Rosella Sensi ingaggia il romano e romanista Claudio Ranieri. Che centra subito un successo (2-1 in rimonta) a Siena. Dopo un avvio tra alti e bassi, i giallorossi compiono un'incredibile rimonta ai danni dell'Inter di Mourinho, resa però vana dalla sconfitta casalinga contro la Sampdoria del 25 aprile 2010. L'anno seguente la Roma pareggia 0-0 col Cesena, perde 5-1 a Cagliari e pareggia 2-2 in casa col Bologna. Due punti e tante critiche, che mandano su tutte le furie Ranieri; il tecnico di San Saba si sfoga in una celebre conferenza stampa, ma pochi mesi dopo anche lui, come il suo predecessore, rassegna le proprie dimissioni.

Spalletti e Völler

Quattro punti in tre gare anche in una delle stagioni più difficili della storia recente, quel 2004/05 caratterizzato dai cinque allenatori. Dopo le dimissioni di Prandelli, costretto a lasciare prima dell'inizio del campionato, ci si affida al "tedesco volante" Rudi Völler. L'esordio è vittorioso: un guizzo di Montella stende la Fiorentina neopromossa, ma a seguire i giallorossi perdono 4-3 a Messina e pareggiano 2-2 in casa con il Lecce allenato da Zeman. Raggiunta la salvezza aritmetica soltanto alla penultima, la Roma riparte con Luciano Spalletti: per il toscano l'avvio è identico a quello di Völler. Successo per 3-0 al "Granillo", sconfitta all'Olimpico con l'Udinese e pareggio senza reti a Livorno. Ma col passare dei mesi la squadra cresce, fino a ottenere le undici vittorie consecutive culminate col 2-0 nel derby. Perché nelle difficoltà, l'unica maniera per rialzarsi è rimboccarsi le maniche e tirare fuori il carattere.

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