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Roma-Atalanta: contro i bergamaschi una storia di grandi emozioni

Il gol di Pruzzo nel 1979 vale la salvezza. Quello di Montella nel 2001 una fetta di Scudetto. Nel 2012 la presentazione della prima Hall of Fame

23 Agosto 2018 - 14:05

Quante emozioni contro l'Atalanta: è da sempre una sfida particolare, quella all'Olimpico con i bergamaschi, che ci ha regalato momenti indelebili. Dal gol di Pruzzo che ci regala di fatto la salvezza il 6 maggio 1979 al gol da rapace dell'area di rigore di Montella nel 2001, dall'ultima partita di Aldair con la maglia giallorossa all'ultimo gol di Rodrigo Taddei. Passando per quel poker del gennaio 1986, con Paulo Roberto Falcao che per la prima volta tornava allo Stadio Olimpico (in tribuna) da ex.

Il Bomber sotto la Sud

Il 6 maggio è un giorno importante nella nostra storia: nel 2001, sotto di due gol contro la Juve, troviamo la forza di andare a pareggiare, cucendoci virtualmente mezzo Scudetto sul petto. Ma ventidue anni prima c'è stato un altro 2-2, altrettanto emozionante se vogliamo. È un pareggio che vale la salvezza alla penultima giornata di una stagione sofferta, ma che fa da preludio alle due Coppe Italia consecutive vinte nelle stagioni seguenti. Conti ci porta in vantaggio in avvio, ma prima dell'intervallo i nerazzurri hanno già ribaltato il risultato e si sono portati sul 2-1. Siamo sull'orlo del baratro. Ma un Olimpico traboccante d'amore e pieno in ogni ordine di posto non smette di incitare la squadra guidata dalla coppia Valcareggi-Bravi (che hanno sostituito Giagnoni dalla settima giornata). La spinta dà i frutti sperati al 17' del secondo tempo, quando in area si materializza il baffone di Roberto Pruzzo, che riesce a trovare la coordinazione per freddare sotto porta Bodini. Il Bomber corre sotto la Curva Sud, pazzo di gioia, inseguito dai suoi compagni. In palio non ci saranno trofei, ma resta una delle partite più significative della storia giallorossa.

Qualche anno dopo, sotto gli occhi di Paulo Roberto Falcao, la Roma rifila un poker all'Atalanta di Prandelli, Stromberg e Donadoni. Il "Divino", per la prima volta da quando ha lasciato la Roma, torna allo Stadio Olimpico per assistere alla partita dei suoi ex compagni. In panchina siede Sven-Goran Eriksson, in campo c'è ancora Pruzzo che fa coppia con un giovane Sandro Tovalieri. Ma a brillare più di tutti, quel giorno, è Zibì Boniek, che con una doppietta mette in ghiaccio la gara. Nel finale Giannini e Pruzzo stesso contribuiranno a rendere più rotondo il risultato. Quel giorno prende il via la grande rimonta alla Juventus, interrottasi soltanto alla penultima giornata nello sciagurato match contro il Lecce.

Il decollo dell'Aeroplanino

Di nuovo a maggio, di nuovo una partita impossibile da dimenticare per tutti i romanisti: sono passati ventidue anni da quel gol di Pruzzo, quando Vincenzo Montella ci regala una vittoria fondamentale nella corsa al terzo Scudetto. Il 13 maggio i bergamaschi allenati da Vavassori mettono in difficoltà la squadra di Capello, che dopo un'ora di gioco è ancora inchiodata sullo 0-0. C'è bisogno del guizzo di un campione, dell'invenzione di un rapace dell'area di rigore. Uno che abbina la tecnica alla freddezza, l'estro alla concretezza. Quel giocatore si chiama Vincenzo Montella. Che al 63', marcato stretto a ridosso dell'area piccola, riesce a girare al volo in porta il calcio d'angolo dalla sinistra di Nakata, facendo esplodere lo Stadio Olimpico. Una vera liberazione, in una partita ostica che sembrava destinata allo 0-0, in cui i giallorossi si sono salvati anche grazie a una splendida parata di Antonioli su Nappi. L'Aeroplanino giallorosso spicca il volo, e con lui tutta la Roma.

L'ultima di "Pluto"

L'Atalanta e maggio, un binomio ricorrente. Nel 2003, alla penultima di campionato, la Roma incassa una sconfitta indolore: 2-1 per i nerazzurri, a segno per noi un giovanissimo De Rossi. Ma la partita viene ricordata perché è l'ultima disputata a Roma da Aldair, a tutt'oggi lo straniero con più presenze in giallorosso. Il giro di campo di "Pluto" inumidisce gli occhi anche dei più cinici. Per dieci stagioni, fino all'arrivo di Kevin Strootman, nessun calciatore vestirà la maglia numero 6.

Tre punti per la vetta

L'11 aprile 2010, grazie a una vittoria per 2-1 contro l'Atalanta firmata da Vucinic e Cassetti, la Roma di Ranieri vola al comando della classifica approfittando del pareggio dell'Inter a Firenze. Partita da 14 punti di distanza a gennaio, la squadra giallorossa completa una rimonta entusiasmante, che purtroppo non andrà a buon fine.

Due anni dopo, il 7 ottobre 2012, a margine della vittoria per 2-0 con i nerazzurri viene presentata la prima Hall of Fame. Prima della gara, scendono in campo Falcao, Rocca, Aldair, Marisa Di Bartolomei, Tancredi, Bruno Conti, Pruzzo... Un pezzo di storia giallorossa, salutato dall'ovazione dei tifosi presenti quel giorno all'Olimpico. L'abbraccio sotto la Curva Sud tra De Rossi e Losi, Tancredi che prende la bandiera con il ritratto di Ago e la sventola, sono immagini di puro e vero romanismo.

Nell'aprile del 2014 la Roma di Rudi Garcia è lanciata verso il ritorno in Champions League: ad aprire le danze è Rodrigo Taddei, che come di consueto esulta battendosi il cuore sotto la maglia, ma stavolta indica la Curva Sud. Si tratta dell'ultima rete del brasiliano con la maglia della Roma: dopo nove anni, il numero 11 decide di rimettersi in gioco a Perugia, in Serie B. Ma alla prima giornata del campionato successivo sarà presente in Sud e i cori che gli riserveranno i tifosi giallorossi lo commuoveranno fino alle lacrime.

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