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Monchi: "Oggi rinnova un figlio di Roma. N'Zonzi? Sì, ma non è l'unico"

Il direttore sportivo: "Con Florenzi non è stata una trattativa corta, lo sapete, ma dal primo momento ero convinto che sarebbe finita bene"

LaPresse

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La Redazione
02 Agosto 2018 - 18:14

Il direttore sportivo della Roma Monchi è intervenuto in conferenza stampa al fianco di Alessandro Florenzi. I due hanno annunciato l'avvenuto rinnovo del contratto dell'esterno giallorosso fino al 2023. Le parti sono giunte a un accordo dopo diversi mesi di trattative: prima della partenza per gli Stati Uniti, Monchi ha incontrato l'agente del calciatore in un albergo di Roma per definire gli ultimi dettagli del rinnovo. Il terzino vestirà dunque i colori giallorossi per altri cinque anni fino al 2023. In giornata la Roma ha anche diffuso un divertente video in cui vengono "svelati" i retroscena della firma di Florenzi sul contratto. 

Queste le parole di Monchi: "Oggi dopo 14-15 mesi che sono a Roma è uno dei giorni più felici. Non solo come direttore sportivo ma come persona che inizia ad amare la Roma. E' un giorno pieno di felicità perché uno dei nostri figli ha rinnovato il contratto e rimane qui almeno cinque anni. Dico che è un giorno di felicità perché non so quanto resterò alla Roma, ma se resto molto tempo voglio essere romanista come è lui. Non è stata una trattativa corta, lo sapete, ma dal primo momento ero convinto che sarebbe finita bene. Alessandro voleva restare. Ha avuto offerte importanti a livello sportivo ed economico, ma è voluto restare per sua scelta. E' un esempio di professionista e di romanista".

Al di là del "figlio di Roma", Florenzi è forte. Qual è il significato tecnico del rinnovo?
"Ho voluto parlare col cuore, a volte parlo troppo col cuore, lo riconosco. Alessandro è forte. Può giocare in diversi ruoli e credo che la Roma col suo rinnovo è più forte".

Cosa significa avere dei "figli di Roma" nello spogliatoio?
"Noi abbiamo bisogno di avere giocatori che sanno cosa è la Roma, cosa vuol dire indossare questa maglia. Vogliamo che lo capiscano i giocatori che arrivano: a Roma è diverso. E' difficile da capire. Poiché Roma è diversa, servono persone che lo spieghino, come Daniele o Alessandro. Io dopo 15 mesi inizio a capire cosa significa essere romanisti. E' diverso, in bello".

Si parla di N'Zonzi: il giocatore ha abbassato le pretese o si cerca un altro centrocampista?
"Parlate tanto di N'Zonzi... Ma ce ne sono altri. Stiamo valutando diversi ruoli, uno è il centrocampista centrale. N'Zonzi è un nome, una strada che avete scelto, ma non è l'unico e nemmeno il più vicino. Dovete iniziare a pensare anche ad altre possibilità. Io so dove voglio arrivare... Mi piacciono tanti giocatori, non si possono prendere tutti, perciò il mio lavoro è fare la rosa più forte possibile. A questo lavorerò fino al 18 agosto. Dormo un po' più di ciò che ha detto il mister, ma non tanto".

E' preoccupato per Karsdorp?
"No. Sono tranquillo. Ha un piccolo problema muscolare normale per un ragazzo che è stato un anno senza giocare e ha fatto un ritiro importante giocando due partite a Latina e Frosinone. Domani o dopodomani tornerà col gruppo. Ha avuto un infortunio importante, è un percorso logico, noi siamo convinti che sarà fondamentale quest'anno".

Milan, Inter e Juventus stanno mettendo su degli "instant team". Lei continua a pensare che la Roma stia seguendo la strada giusta?
"Non è il mio lavoro valutare gli altri, ognuno considera ciò che è meglio per il proprio club. La mia forma di lavorare è questa. Sarebbe più facile dover pensare solo al presente. So perché sono stato chiamato qui. Conosco perfettamente la società e so dove vuole arrivare. Per fare ciò che penso io, bisogna lavorare così. Potrei pensare anche più a me stesso, ma preferisco pensare alla società dando una stabilità presente e futura. Ci sarà poi un giudizio finale sul mio operato. La mia prima stagione è stata bella, ma non voglio fermarmi a questo. E poi il tempo giudicherà. Capisco che chi non conosce la realtà potrebbe pensare che ciò che ha detto Pallotta di Messi è vero..."

Ma nel progetto...
"Questo non è un progetto. Questa è la realtà. 

... il mancato acquisto di un altro giocatore potrebbe far arrabbiare i tifosi?
"Torniamo indietro. Quando si parlava di quel ragazzo scarso che ha preso Monchi, Cengiz Under. Oggi se dico che voglio vendere Under forse non posso più tornare a Roma. Il calcio cambia. Malcom è fortissimo, per questo ci abbiamo provato. Il mio compito è cercarne uno più forte, quando lo prenderò vedremo. Adesso, di quelli che dicono che Malcom è fortissimo, molti non sapevano chi è".

Esiste la possibilità che i soldi che sarebbero stati spesi per Malcom non vengano spesi?
"Possiamo conoscere i numeri ma non la realtà. Non è uguale pagare un giocatore con 15 milioni subito che 30 milioni in sei anni. E' più costoso il secondo? Forse no. Noi cerchiamo un profilo sportivo ma anche economico. A me piacciono i numeri, è sempre stato così, è la mia forma di lavorare. Non lavoro per il presente ma anche per il futuro. Cerchiamo dei profili sportivamente forti ed economicamente vantaggiosi. Ho avuto la fortuna di vincere. Qui non ancora, sto provando a fare lo stesso". 

La rosa è già molto folta.
"Avere 27 giocatori, come è oggi, non aiuta. Con il mister stiamo valutando, non è facile".

Quest'anno sarà difficile ripetersi in Champions, in campionato è più semplice fare meglio. Gli undici acquisti sono un vantaggio più per il campionato o agevolano il suo stile di vincere soprattutto in coppa?
"Fare meglio in Champions è difficile ma anche in campionato. Noi ci proviamo. Il mio discorso è sempre ambizioso. Noi vogliamo lottare per giocarci sia la Coppa Italia, sia il campionato, sia la Champions. Con una rosa più completa è più facile perché diamo all'allenatore la possibilità di fare i cambi per arrivare in forma migliore alla fine della stagione. Io non faccio il mercato con un solo obiettivo, lo faccio per avere la rosa più forte possibile". 

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