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Le parole

Petrachi: "Alla radice di tutto c'è una mancata comunicazione con Pallotta"

L'ex ds della Roma: "Per arrivare a Pedro ho chiesto informazioni a Zappacosta, la lite con Fonseca è un'invenzione. Conte? Non ho seguito direttamente la trattativa"

La Redazione
17 Novembre 2020 - 10:12

L'ex direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere delo Sport. Ecco le parole del dirigente, in giallorosso dal 2019 ed ora in lotta con la società a causa del licenziamento avvenuto lo scorso giugno.

Dopo nemmeno un anno tutto frana nel peggiore dei modi. Sospeso e poi licenziato.
"Alla radice c'è una mancata comunicazione tra me e Pallotta. L'ho visto due volte in tutto. Al telefono non parlavamo mai, io non parlo inglese. Sono pigro e poi non ho un bel ricordo della mia parentesi inglese (da calciatore al Nottingham Forrest, ndr)".

Smalling, Mancini, Ibañez: l'apprezzatissima difesa a tre della Roma di oggi è tutta farina del tuo sacco.
"Quando presi Ibañez a gennaio fui massacrato in società. Tutti incazzati, a cominciare da Pallotta. Un'operazione a nove milioni più uno di bonus con pagherò a due anni".

Pedro lo hai proposto a Fonseca?
"Prima prendo informazioni. Non chiamo Conte perché non voglio che mi rubi l'idea. Chiedo a Zappacosta che aveva giocato con lui nel Chelsea. Mi parla di un ragazzo strepitoso, un esempio per tutti, uno che può giocare a destra, sinistra, trequartista".

L'hai preso tu, non Baldini?
"L'operazione l'avevo praticamente chiusa, poi mi hanno mandato via prima di poterla formalizzare. Mi hanno licenziato a fine giugno, ma già a maggio ero ai margini".

Sul rapporto con Fonseca e il mancato arrivo di Conte alla Roma
"Non sono pentito della scelta di Fonseca. La rottura con lui dopo l'irruzione nello spogliatoio tra il primo e il secondo tempo di Sassuolo-Roma è stata un'invenzione. Da gennaio in poi è partita una strana campagna contro di me, hanno cominciato a scrivere che litigavo con tutti, giocatori e allenatore. Come è arrivato Fonseca alla Roma? Ho letto tante chiacchiere sul tema. Alla Roma erano davvero convinti di chiudere con Conte. Veniva da un anno difficile, le beghe legali con il Chelsea. Era voglioso di sfide nuove. Non ho seguito la trattativa non essendo alla Roma ma posso immaginare che Antonio non si sia sentito abbastanza rassicurato. Forse, se avesse parlato direttamente con Pallotta le cose sarebbero andate diversamente. Non ha visto, credo, una forte società alle spalle".

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