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tor di valle

Lo stadio al passo con i tempi

I Friedkin al lavoro per la costruzione del nuovo impianto. Con Dan Meis si studia l’attualità fatta di Covid-19 e allineamento alle nuove esigenze

26 Ottobre 2020 - 10:00

Agenda fitta, Covid permettendo, quella che attende la nuova proprietà giallorossa. Alla gestione del club e agli impegni professionali della famiglia, si aggiunge in questi giorni anche la questione stadio.

Dan e Ryan Friedkin sono attesi infatti da una serie di incontri che potrebbe essere decisiva per delineare le reali strategie della Roma in previsione di quello che dovrebbe il rush finale per l'approvazione del progetto. Per questo motivo nei giorni scorsi è sbarcato nella Capitale l'architetto che ha progettato la nuova casa giallorossa, quel Dan Meis ingaggiato nel 2012 da James pallotta e che nel 2014, insieme all'ingegnere Scott Ferebee, ha appunto disegnato lo stadio della Roma. Un progetto, quello di Meis, assolutamente innovativo, progettato (come si legge sul sito che la Roma inaugurò proprio per presentarlo) «con lo scopo di ricordare uno dei simboli più amati e riconosciuti di Roma, il Colosseo, uno stadio ultra-moderno di vetro e acciaio, avvolto da una trama di pietra: uno schermo di pietra flottante che avvolge lo stadio, dinamica interpretazione contemporanea degli archi di pietra della famosa arena». Parole che l'architetto americano (padre anche del Los Angeles NFL Stadium, del Miller Park di Milwaukee, del Safeco Field, della Manchester Evening News Arena, della Saitama Super Arena, del Lincoln Financial Field e del Paul Brown Stadium) ha ribadito più volte pubblicamente. Ora Meis verrà chiamato a convincere del suo operato anche la nuova proprietà del club, che pure ha investito molto in questo progetto.

Quello che i Friedkin vogliono capire è quanto il progetto sia adeguato ai nuovi standard imposti dal Covid e anche quanto il progetto sia modulabile a nuove esigenze. Insomma, nessuno vorrebbe mettere in discussione l'estetica del progetto, ma semplicemente valutarne la funzionalità. E nessuno vuole tantomeno mettere in discussione l'area su cui dovrebbe sorgere lo stadio. Infatti nei prossimi giorni, sempre Covid permettendo, dovrebbe sbarcare nella Capitale Radovan Vitek, l'immobiliarista ceco che con la sua Cpi Property Group ha acquisito le società della famiglia Parnasi e i terreni di Tor di Valle. Vitek si vedrà con la famiglia Fridkin, facendo seguito ad alcuni incontri avuti negli scorsi mesi, per definire i ruoli nella realizzazione del progetto. L'imprenditore ceco poi si vedrà anche proprio con Dan Meis (con cui penderebbero tra l'altro dei pagamenti da parte di Eurnova). Tutto quindi nella direzione del nuovo stadio nell'area dell'ex ippodromo. E questo nonostante l'immobilismo del Comune e della sindaca Raggi. A sollevare la questione ancora una volta l'opposizione, questa volta però nella Città Metropolitana. Andrea Volpi, capogruppo Fratelli d'Italia nell'Ente che ha sostituito la Provincia, ha infatti dichiarato: «Ho chiesto ufficialmente al presidente della Commissione Trasparenza in Città Metropolitana di convocare una seduta sull'iter di approvazione del progetto definitivo per la realizzazione del nuovo stadio della Roma. In particolare, ritengo opportuno acquisire la conoscenza dei procedimenti a cui partecipa la Città Metropolitana ed i relativi atti adottati e da adottare». «Seppur in minima parte – ha proseguito Volpi - la Città metropolitana è tenuta ad esprimersi nell'ambito delle proprie competenze (la sub-convenzione sulla Via del Mare e la Via Ostiense, ndr), ma è arrivato il momento di vederci chiaro e smascherare l'immobilismo del Sindaco Raggi che, sfruttando il doppio incarico di guida del Comune e dell'ex Provincia, ha paralizzato l'iter per la costruzione dello Stadio». Parole dure a cui, per ora, la sindaca non ha ancora risposto.

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