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L'analisi

Calafiori, esordio da top 50: solo 48 debuttanti più giovani nella storia della Roma

Il numero 61 si piazza al 49° posto con 18 anni e 74 giorni. Solo in 20 hanno esordito dal primo minuto: ha fatto meglio di De Rossi, Aquilani e Pellegrini

, di LaPresse

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03 Agosto 2020 - 13:22

Con i due esordi di sabato sono 739 i giocatori che hanno giocato almeno una gara ufficiale con la maglia della Roma: solamente 48, quando hanno debuttato, erano più giovani di Riccardo Calafiori, che da due giorni è passato da miglior talento del vivaio giallorosso a componente più giovane della rosa. Aveva da inizio stagione il numero di maglia, il 61, era già andato in panchina tre volte tra ottobre e novembre, quando Fonseca era in emergenza assoluta, era stato convocato anche per le ultime gare con Fiorentina e Torino, ma tra panchina e esordio c'è un abisso, e ora il terzino sinistro arrivato a Trigoria nel 2011 dalla Petriana lo ha superato. A 18 anni e 74 giorni, 49esimo nella lista dei più giovani giocatori che hanno debuttato con la Roma, tre giorni più vecchio di Paolo Baldieri, 26 presenze e 3 gol in A in giallorosso. Tanti di quei debuttanti giovanissimi non hanno mantenuto le attese, qualcuno lo ha fatto solo in parte: primo è la leggenda, Amadei, più giovane esordiente della storia della serie A, secondo un centravanti che poteva fare molto di più ma intanto ha segnato pure ieri come Stefano Okaka, Totti è quinto, meglio di lui hanno fatto Impallomeni, che si è visto rovinare una promettente carriera da un fallaccio di Costacurta, e il greco Choutos, che esordì nel '95-96, ultimo campionato prima della sentenza Bosman, quando ancora gli stranieri per squadra erano contingentati, tre a partita, ma dovette aspettare il '99-00 per tornare in campo, poco prima di tornare in patria.

Erano più giovani di Calafiori quando hanno esordito campioni come Giannini, Peruzzi, De Sisti, Di Bartolomei e Giorgio Carpi, più vecchi De Rossi (53esimo, a 18 anni e 98 giorni), Aquilani (62esimo), Francesco Rocca (69esimo), Lorenzo Pellegrini (74esimo, primo della rosa attuale), Bruno Conti (87esimo) e Righetti (90esimo). E tra quelli che lo precedono nella classifica degli esordienti più giovani ci sono quelli che hanno debuttato nelle coppe senza però riuscire a fare una presenza in serie A, come il suo compagno di Primavera Alessio Riccardi, che aveva giocato in Coppa Italia contro l'Entella, e Filippo Scardina, che nella prima e unica presenza con la Roma, in Europa League contro il Cska Sofia, aveva pure segnato.

Pochi subito titolari

L'esordio in serie A conta molto di più, peraltro Calafiori lo ha fatto dal primo minuto: solamente venti giocatori nella storia avevano debuttato giocando dall'inizio, ed erano più giovani di lui. L'ultima volta capitò il 9 maggio 1999, quando Zeman, a corto di difensori, cominciò un Piacenza-Roma con il 17enne Maurizio Lanzaro nel ruolo occupato abitualmente da Cafu, e perse 2-0: delle 127 presenze in A del difensore campano quella fu l'unica in giallorosso, per Calafiori non sarà così. La società ci punta: a 16 anni lo aveva blindato con un triennale fino al 2021, un anno dopo lo ha prolungato fino al 2022, a breve convocherà il suo procuratore, Mino Raiola, per allungarlo di nuovo, probabilmente fino al 2024. L'infortunio del 2018 è ormai superato, il ragazzo a 18 anni è pronto per giocare con i grandi: si poteva ipotizzare un prestito - anche se c'erano squadre disposte a pagare bene per averlo a titolo definitivo - ma l'ottimo esordio allo Juventus Stadium, con un bellissimo gol annullato e un rigore decisivo procurato, dimostrando grande personalità oltre al talento, ha reso molto più probabile la conferma nell'organico di prima squadra. Anche se il miglior prodotto del settore giovanile della Roma negli ultimi anni non può rimanere solo per fare il terzo terzino sinistro della rosa: con il vecchio modulo uno tra Kolarov (che piaceva al Bologna) e Spinazzola (che ha trovato una buona continuità di rendimento post lockdown, ma ha un ingaggio molto pesante) sarebbe dovuto partire per garantirne la conferma, ora che il serbo è diventato centrale difensivo la situazione è più fluida. Un cambio di ruolo che spesso, nelle giovanili, ha fatto anche Calafiori: con i suoi 192 centimetri di altezza non avrà problemi a farlo anche tra i grandi, se dovesse servire.

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