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Le parole

Spadafora: "I presidenti potrebbero chiederci di fermare tutto"

Il Ministro dello Sport annuncia possibili sorprese e ammette : "Sinceramente vedo la ripresa sempre più stretta, io penserei a programmare l'anno prossimo"

La Redazione
29 Aprile 2020 - 08:05

Vincenzo Spadafora annuncia ai microfoni del programma "Omnibus", in onda su La7, possibili sorprese sulla ripresa del campionato. Il Ministro dello Sport ha commentato la decisione di non consentire allenamenti individuali per gli atleti professionisti nei centri sportivi dei club di appartenenza, ma concedendo di allenarsi all'aperto:

Ieri c'è stata presa di posizione dell'AIC che ha parlato di un Dpcm illogico. Cosa accadrà al nostro campionato?
"Ad oggi ci sono contatti tra comitato tecnico-scientifico e la FIGC. Il comitato ha ritenuto insufficiente il protocollo e che fosse necessario un approfondimento e oggi ci saranno una serie di audizioni e capiremo. Io ho però sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significa ripresa del campionato. Molti si lamentano per l'incertezza però ecco se non la di vuole si può seguire la strada della Francia o dell'Olanda".

È una strada che si sentirebbe di intraprendere?
"Io sinceramente vedo la ripresa sempre più stretta. La ripresa degli allenamenti sarebbe comunque un segnale importante. Io se fossi un presidente di una società penserei in primis alle condizioni di sicurezza per la prossima stagione. Sicuramente i sentieri che hanno preso nazioni come la Francia potrebbero indurci in quella direzione".

Sugli allenamenti Lotito ha detto che ritroverete i calciatori a Villa borghese.
"Su questo capisco il pizzico d'ironia del presidente ma noi non potevamo riaprire lo sport per tutti. Lo sport non è soltanto il calcio, non è soltanto la Serie A. Noi avevamo indicazioni molto precise dal comitato tecnico scientifico e tutti i settori per riprendere lo sport dovevano iniziare contingentando anche i numeri. Se fossimo partiti dagli sport di squadra si sarebbero sicuramente lamentati gli atleti degli sport individuali. Noi non abbiamo esteso tali norme al calcio perché il protocollo non è stato ritenuto sufficiente. Io credo che nei prossimi giorni potremmo avere una sorpresa perché potrebbe essere la maggior parte dei presidenti di A a chiederci di terminare qui la stagione".

Se si vuole ripartire solo a rischio zero, non sarà un problema ripartire anche a settembre?
"Io non cerco rischio zero perché questo non lo possiamo cercare come paese, comprese tutte le persone che sono tornate al lavoro. Io ho solo chiesto al comitato tecnico scientifico se il protocollo federale fosse attuabile ma non è così. Quel protocollo è poi attuabile solo per la A. Il calcio non deve avere esimenti rispetto ad altri sport e allo stesso tempo è vero che il calcio paga allo stato tasse che alimentano il fondo con cui paghiamo gli altri sport. Sarei un folle a demonizzare il calcio e quindi non è mia intenzione. Non bisogna però avere questa fretta sulla ripresa dei campionati, io non posso dire nulla ora. In Inghilterra è vero che non si sono fermati ma hanno anche pensato a dei piani B. Per esempio hanno proposto che se si riprenderà le partite andranno in chiaro. Qui quando io ci ho provato con la Lega e con Sky sappiamo cosa è successo. Qui molti pensano solo alla questione economica e a salvare delle società che hanno difficoltà economiche. Se non si riprenderà in sicurezza il campionato non ripartirà".

Anche il mondo dello sport dovrà osservare quello che accade in queste due settimane dal 4 maggio no? Vi baserete su ciò che accade fuori?
"Assolutamente, il comitato ha suggerito che l'ennesimo Dpcm fosse a scadenza ravvicinata affinché queste due settimane servissero a visionare i dati. Ricordiamoci che i decessi giornalieri sono ancora altissimi. Mi sembra assurdo che io me ne renda conto e non lo fanno 3-4 presidenti di serie A".

La possibilità di giocare a porte chiuse c'è?
"Quello è sicuro al 100%. Nel senso che semmai dovesse riprendere il campionato sarà sicuramente a porte chiuse. Voi però sapete che il calcio non è composto solo dai giocatori ma anche dallo staff e gli allenamenti. Tra l'altro c'è differenza sostanziale tra allenamenti e competizioni. Qualora ricominciassero le competizioni si parla di migliaia di persone che si sposteranno nei centri sportivi e negli alberghi. Non dimentichiamoci che la volta scorsa non ci volevamo fermare e diverse squadre sono finite in quarantena".

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