AS Roma

Antonucci torna a Marassi tra esordio, assist e tatuaggio

Il 24 gennaio 2018 esordì in Serie A servendo il bosniaco per il gol dell'1-1. Dovrà mettersi in luce prima che finisca l'emergenza in attacco, per non andare via a gennaio

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
16 Ottobre 2019 - 13:46

Il pericolo da cui dovrà guardarsi Mirko Antonucci è quello di non divertirsi mai più come la prima volta: non ha mai segnato nel calcio professionistico il numero 48 della Roma, neppure nelle 18 presenze in B dello scorso anno, in prestito al Pescara, però ha firmato un magnifico assist vincente, proprio all'esordio in serie A, il 24 gennaio 2018. Era Sampdoria-Roma, proprio la partita che si giocherà domenica: nel 2017-18 era la terza giornata, venne rinviata per il maltempo su Genoa, e quando si trovò una data utile per il recupero Di Francesco non aveva El Shaarawy e Perotti, infortunati. Partì con Defrel a destra e Ünder a sinistra, mise prima Schick al posto del francese, poi Antonucci per il turco.

E l'attaccante esterno della Primavera, all'esordio assoluto nel calcio dei grandi, andò al cross dal fondo con il sinistro, mettendo sulla testa di Dzeko il pallone del decimo gol stagionale, quello che pareggiò il rigore di Quagliarella, a tempo regolamentare scaduto, quando una Roma che non vinceva da più di un mese - 1-0 al Cagliari, 10 dicembre - rischiava di rassegnarsi alla terza sconfitta in 5 partite (di campionato: prima della serie c'era anche Roma-Torino 1-2, debutto ed eliminazione in Coppa Italia). Era una Roma malata, e quel pari non bastò a guarirla: la partita dopo la perse in casa, ancora con la Sampdoria, perché con quel rinvio andata e ritorno si giocarono una dopo l'altra, nella stessa settimana. El Shaarawy e Perotti erano tornati, mancava Schick, Antonucci entrò di nuovo, 12' al posto del nazionale italiano, che sostituì anche nell'ultimo quarto d'ora di Roma-Liverpool. Dalla semifinale di Champions alla panchina in B: le cose erano iniziate bene, con 6 presenze nelle prime 6 giornate, di cui 5 dal primo minuto, un paio di panchine e poi di nuovo in campo, a fine gennaio le presenze erano 15.

Calo nel ritorno

Poi il Pescara prese Riccardo Sottil, in prestito dalla Fiorentina, stessa età e stesso ruolo: i due sono diventati ottimi amici, ma da quando è arrivato il figlio dell'ex difensore dell'Udinese, Antonucci ha raccolto 3 spezzoni in 4 mesi. Il tutto con un ingaggio sui 300.000 netti, che in serie B prendono i top player da doppia cifra fissa: per prestarlo di nuovo nella categoria la Roma avrebbe dovuto contribuire parecchio al pagamento dell'ingaggio. Aveva voglia di rimettersi in corsa il ragazzo, classe 1999 come l'amico Zaniolo: in estate, prima del ritiro si è allenato a Villa Lazzaroni, un parco pubblico vicino casa, sull'Appia Nuova. Ha iniziato il ritiro con il primo scaglione di giocatori, e sfruttando il supplemento di ferie dei nazionali si è messo in luce nelle amichevoli: tre reti nella prima, contro il Tor Sapienza, una col Trastevere, un'altra col Gubbio. Tra i gol estivi, l'ingaggio altino e la poca smania di andare via di nuovo, a fine mercato è rimasto in rosa. Ala sinistra in Primavera, Paulo Fonseca lo ha utilizzato sempre come trequartista, alternandolo con Pastore: contro il Cagliari in quel ruolo è partito Veretout, che con l'infortunio di Diawara è dovuto arretrare in mediana, dando spazio al ventenne dell'Appio Latino, preferito all'ex Psg (che gli aveva lasciato il posto nella trasferta con il Wolfsberger, al 32' della ripresa). Solo che, tornando a giocare in serie A dopo quasi 21 mesi, Mirko non è riuscito a incidere, tanto che dopo 45' - 12 nel primo tempo, 33 nel secondo - Fonseca lo ha richiamato in panchina per inserire Kalinic. Ora che Ünder, Mkhitaryan e Perotti sono sulla via della guarigione (oltre a Pastore prima o poi andrà rilanciato, con quello che costa tra ingaggio e ammortamento) gli spazi per lui si stanno chiudendo: ma domenica sarà ancora in corsa per fare uno spezzone di gara. Nello stadio in cui aveva sempre sognato di giocare, come dichiarò lui stesso, la sera dell'esordio. Dopo il quale si fece un tatuaggio: «This ain't random, i didn't get lucky», ovvero «non è casuale, non è stata fortuna». A gennaio si parlerà nuovamente di una cessione in prestito: Marassi, ancora una volta, può cambiare il suo destino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI