Ranieri, Gasperini e i dodici mesi del riscatto
Dal derby a DDR, raccolti 82 punti in A. Con Sir Claudio la rinascita, con Gian Piero la crescita
(GETTY IMAGES)
D Claudio Ranieri e Gian Piero Gasperini. Con tutto il rispetto per i tanti protagonisti del 2025 romanista, gli uomini-copertina di quest’anno ormai giunto al termine non possono non essere loro. E il motivo è semplice: perché sotto la loro guida (non soltanto tecnica, ma anche umana per certi versi) la Roma ha portato a casa 82 punti in 37 partite di campionato, superando persino Napoli e Inter nel rendimento annuale. Se, un anno fa di questi tempi, la squadra navigava a vista nelle zone medio-basse della classifica, oggi è invece una seria candidata per un posto nella prossima Champions League, e chiude questi intensi dodici mesi a 3 punti di distanza dalla vetta. Il merito è di chi ha raccolto le macerie e ricostruito con pazienza e sapienza (Ranieri) e di chi su quella base rinnovata ha aggiunto mattoni importanti in termini di consapevolezza e qualità. Prima Ranieri ha raccolto 49 punti in 20 partite, conducendo la Roma a un’insperata qualificazione in Europa League; quindi ha scelto come suo successore Gasperini, capace di ottenere 33 punti in 17 giornate nonostante le difficoltà in zona-gol e qualche infortunio di troppo. Certo, ci sono ancora margini di miglioramento, ma l’anno che si conclude oggi ha ridato autostima e ambizione a una squadra che era uscita devastata dalla seconda parte del 2024. Tutto è cominciato con il derby del 5 gennaio, archiviato in 20’. Ed è proseguito con una striscia di risultati utili consecutivi durata quattro mesi in campionato, e interrotta proprio da Gasperini il 12 maggio: nel mezzo, una cavalcata rovinata soltanto dalle eliminazioni in Coppa Italia (contro il Milan) ed Europa League (grazie alle nefandezze di Turpin a Bilbao). Alla fine però i 69 punti sono valsi il quinto posto, a -1 dalla Juventus che è andata in Champions. Quindi l’addio di Ghisolfi e l’arrivo di Massara e l’ingaggio per tre anni di Gasperini hanno dato il via a un’estate complicata in sede di mercato (a causa dei paletti imposti dal Fair-play finanziario), ma che ha visto l’arrivo di rinforzi giovani, di prospettiva: Wesley ed El Aynaoui sono stati i più impegnativi dal punto di vista economico, Ferguson una scommessa intrigante, Ziolkowski e Ghilardi i puntelli per la difesa. Nel precampionato la squadra ha lavorato duro, giocando tanto, e l’avvio di stagione è stato estremamente positivo, seppur caratterizzato da qualche passaggio a vuoto (Torino, Viktoria Plzen, Cagliari) e dalla confermata difficoltà nei big-match: ma – come Ranieri ci ha ribadito in più di una circostanza – Roma non è stata costruita in un giorno; Gasp stesso in estate ha chiesto pazienza e sostegno. La strada intrapresa è quella giusta, e lo testimoniano i numeri.
Che rendimento!
Ricapitoliamo: 82 punti in 37 partite di campionato (media-punti per gara di 2,21). Il rendimento della Roma è nettamente il migliore in Serie A: a parità di gare giocate, abbiamo raccolto 5 punti più dell’Inter (77); terzo gradino del podio per il Napoli campione d’Italia in carica, che con una partita in meno ha collezionato 75 punti. Seguono Milan a 71 e Juventus a 70. Per rendere l’idea, basti dire che un anno fa, nel 2024, la Roma aveva raccolto 27 punti in meno (55) in 38 gare. Era dal 2017 che non superavamo quota 80 (quell’anno furono 88, tra Spalletti e Di Francesco).
L’andamento di Dybala e compagni è reso ancor più straordinario se rapportato a quello delle big dei principali cinque campionati europei: meglio della Roma hanno fatto soltanto il Barcellona (96 punti in 37 partite), il Bayern Monaco (87 in 34) e il Real Madrid (86 in 38 incontri). Ci siamo messi alle spalle persino corazzate come Paris Saint-Germain, Manchester City e Arsenal, tutte con 80 punti nell’arco del 2025. Parte consistente del merito di questo rendimento va data alla solidità difensiva di una squadra che ha incassato soltanto 22 gol nelle 37 gare disputate (media di 0,6 per partita): un record nelle cinque principali leghe continentali. L’Atletico Madrid di Simeone, una volta simbolo di impenetrabilità, ne ha incassati 12 più di noi (34). Rimanendo tra le big spagnole, il Barcellona schiacciasassi ne ha concessi 37, il Real Madrid 36. Le uniche altre squadre al di sotto delle 30 reti subite in campionato nel 2025 sono il Napoli (28) e l’Arsenal (29). Insomma, in attesa di notizie liete dal mercato, con questi numeri puntare a un posto nella prossima Champions League è un obiettivo concreto. Che sia un buon anno e l’anno buono.
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