La Roma in bianco a Natale: la Juventus si impone 2-1
Segna Conceicao nel primo tempo Poi il raddoppio di Openda. Inutile il sigillo di Baldanzi alla fine
(GETTY IMAGES)
Non sarà il Natale sognato dai tifosi della Roma, ma ci sarà modo di augurarsi un 2026 persino migliore di questo bellissimo 2025 che la squadra giallorossa peraltro concluderà, comunque andrà lunedì 29 con il Genoa di De Rossi, in testa alla classifica dei punti ottenuti nell’anno solare. Mancheranno i tre mancati ieri sera, con l’ennesima sconfitta allo Juventus Stadium (la dodicesima, in 15 uscite, con due pareggi), contro una Juve rilanciata da Spalletti e più pronta tecnicamente ad inseguire traguardi che alla Roma al momento restano preclusi. Ha vinto la Juve 2-1, ennesima sconfitta di misura, la sesta in campionato, peraltro la terza nelle ultime quattro partite, a segnare un brusco rallentamento rispetto alla partenza sprint che aveva sorpreso anche i bookmakers e in virtù della quale affronteremo il Natale comunque al quarto posto da soli. Il problema è che la Juve adesso è a un punto e quando Inter, Milan e Napoli potranno recuperare le loro partite perse per giocare la Supercoppa a Riad, rischieranno di allungare le distanze con la vetta. Hanno deciso Conceicao e Openda, autori del gol, ma anche Yildiz, fuoriclasse di una squadra forte e ora anche quadrata, mentre alla Roma sono mancati proprio i giocatori migliori, e alla fine a tenerla in vita è stato Wesley, uno degli ultimi arrivati, che almeno non smette mai di correre, ed è stato lui a incidere in maniera determinante nell’azione del gol del 2-1, con il tiro di Ferguson e il tap-in vincente di Baldanzi. Si è invece rifatto male Bailey e a questo punto è probabile che la sua avventura romanista sia finita qui, così come forse quella di Ferguson, su cui Gasperini ieri a dispetto di un ingresso non così disastroso è stato netto: «Se devo scegliere un centravanti tra lui e Dybala, tutta la vita Dybala».
A segnare la differenza in quel primo tempo spigoloso, intenso ed equilibrato, come sempre succede alle partite di una squadra di Gasperini, è stato un dettaglio, una sottovalutazione, un solo gesto non ponderato e anche questo purtroppo accade quando si gioca in questa maniera, ed è chiaro che se si vuole godere dei pregi bisogna beccarsi anche i difetti. L’episodio decisivo, che ha portato all’intervallo un disequilibrio che il campo non aveva sancito, è stato intanto un rinvio affrettato e approssimativo di Svilar, che ha riportato in un secondo la Juventus a riversarsi nella metà campo romanista, ma soprattutto un’interpretazione elastica in marcatura di Celik che ha deciso di andarsi a prendere lui Conceicao in apertura d’azione, per poi lasciarlo al suo destino per andare a raddoppiare la marcatura di Yildiz, impegnato in duello con Mancini, così il turco più dotato, il bianconero, ha trovato uno spiraglio tra i due avversari per servire Cambiaso (in quel momento di confusione preso in consegna da Cristante) che ha avuto il guizzo di toccare di prima ancora verso l’area dove per l’appunto nel frattempo era arrivato solo soletto il portoghese che stavolta non ha sprecato l’occasione, si è spostato la palla sul sinistro e ha calciato forte in diagonale sotto le gambe di Ziolkowski, arrivato in seconda battuta, mandando il pallone all’angolino opposto. Gran gol, niente da dire, a rompere un equilibrio che i due allenatori avevano accettato, in capo ad una sfida piena di duelli a tutto campo, a cui la Juventus si è dovuta adeguare. Il guaio della Roma dell’immediata vigilia era stato la rinuncia all’ultimo momento di Hermoso, affaticato dal punto di vista muscolare e non in grado di giocare in una gara presumibilmente tanto intensa. La risposta di Gasperini, inevitabilmente coraggiosa, è stata la scelta di Ziolkowski al centro della difesa per occuparsi di Openda, compito svolto persino con disinvoltura, con inserimento di Rensch in prima linea a schermare Conceicao (con l’aiuto da lontano anche di Wesley, impiegato in fascia contro McKennie) e Mancini riportato sul centrodestra per fare la sentinella sul pericolo numero uno, Yildiz. In mezzo al campo gli inevitabili accoppiamenti residui sono stati Celik-Cambiaso, Cristante-Thuram e Koné-Locatelli, mentre davanti alla porta di Di Gregorio, Kalulu ha preso Pellegrini, Kelly Soulé mentre il rientrante Bremer si è impegnato sul rientrante Dybala, con Ferguson tenuto inizialmente in panchina. La concentrazione è stata da subito così alta nelle marcature che Wesley pur di non perdersi McKennie già al 3’ ha attraversato con lui tutto il campo dalla destra alla sinistra. All’8’ Locatelli ha calciato una punizione in maniera troppo pigra per impensierire Svilar, all’11’ Dybala ha calciato dopo uno scambio corto senza dar fastidio a Di Gregorio. Al 15’ si è scaldato anche Ziolkowski, intervenendo con una bella scivolata alla Juan per bloccare Openda lanciato a campo aperto. Al 22’ la banda di Spalletti ha trovato il primo varco semiaperto lasciato dalla difesa romanista, ma Svilar è uscito tempestivamente proprio su Openda, senza neanche rischiare di far fallo, nonostante qualche tiepida protesta bianconera. Nessuna protesta, ma silente check del Var poco dopo per un contatto in area bianconera tra Bremer e Pellegrini, con un lievissimo pestone ormai derubricato a contatto lecito: ma sul corner successivo non può essere stato l’indolenzimento per quel contatto ad impedire di calciare bene allo stesso Pellegrini, prima di sinistro e poi di destro, due occasioni inusualmente sprecate. Ad ogni pallone regalato in attacco dalla Roma rischiava di succedere una pericolosa azione juventina, ma anche la squadra di Gasperini sembrava pronta a sfruttare le ripartenze (peccato una sfruttata male da Koné su passaggio orizzontale di Celik). Ci hanno provato ancora Pellegrini e Dybala nel finale di tempo, inutilmente. E al 40’ c’è stato il primo prodromo del gol, su pressione alta di Pellegrini fino al portiere e bella ripartenza juventina a sfruttare proprio la superiorità numerica cagionata dall’uscita alta su Di Gregorio. Al 43’ Yildiz ha messo una prima volta Conceicao davanti a Svilar, ma l’uscita del portiere serbo-belga è stata ancora una volta prontissima, un minuto dopo non c’è stato niente da fare. E si è andati all’intervallo con la Juventus in vantaggio.
L’inizio intraprendente della Juventus (sinistro diagonale di Yildiz fuori di pochissimo) ha spinto Gasperini - come spesso accade - ad effettuare i primi cambi all’alba della ripresa: solo che per cambiare tutto l’attacco in tre munuti (dall’8’ all’11’) ha sprecato due slot. Dentro prima Bailey per Pellegrini, poi Ferguson e Baldanzi per Dybala e Soulé. Tra un cambio e l’altro la Juventus ha costruito due occasioni, prima con una percussione di Yildiz a servire Conceicao in un bel taglio interno (con tentativo di tagliafuori non riuscito a Wesley e tentativo di tacco del portoghese stoppato da Svilar), poi con un sinistro al volo di Cambiaso su respinta corta della difesa, col solito intervento risolutivo di Svilar. Ma le nuove proposte offensive della Roma non hanno cambiato il senso della sfida, anzi. Poche le idee brillanti, e pure confuse: la sintesi in quel calcio d’angolo battuto da Bailey da sinistra e quindi col destro. Al 25’ il raddoppio della Juventus è sembrato il sigillo alla partita: su una palla buttata via da Bailey è partita una lunga transizione juventina culminata da un cross in area di Zhegrova (rientrato da destra col sinistro) su cui Ziolkowski si è trovato solo a marcare due giocatori (il suo avversario diretto, Openda, e quello lasciato da Rensch ma non preso da Cristante, McKennie): sulla miracolosa, ennesima respinta del portiere, la palla è rimasta lì e l’americano l’ha girata al belga che l’ha depositata nella porta vuota. Tutto finito? Non ancora. Bailey si è arreso dopo soli venti minuti dal suo ingresso in campo ed ha lasciato spazio ad El Shaarawy. E al 30’ Wesley ha recuperato in una scivolata alla Nainggolan un pallone dai piedi di Zhegrova e ha servito Ferguson che non ci ha pensato due volte e di sinistro ha calciato forte in diagonale, sulla respinta di Di Gregorio Baldanzi ha segnato il 2-1 che ha ridato un finale alla partita. Al 35’ Locatelli ha strappato un pallone a Koné e ha servito Yildiz che ha saltato Mancini e calciato forte cogliendo il palo a Svilar battuto, un minuto dopo Baldanzi ha scambiato con Ferguson e calciato alto di poco. Spalletti si è giocato allora gli ultimi tre cambi (mentre Gasp aveva già finito i suoi) e l’ultima occasione è capitata a Ferguson, su una palla valutata male da Rugani che aveva fatto rifiatare Bremer, ma il destro dell’irlandese è stato neutralizzato da Di Gregorio e la partita è andata in archivio.
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