Triangoli e geometrie variabili
Buon caro vecchio triangolo, se ne parla sempre troppo poco in un calcio intriso di parole nuove come pressione, intensità, recupero alto e via di seguito
(GETTY IMAGES)
Buon caro vecchio triangolo, che quando si giocava in piazzetta o sui marciapiedi potevi farlo anche con il parafango di una macchina o con un muretto capitato lì per caso. Se ne parla sempre troppo poco in un calcio intriso di parole nuove come pressione, intensità, recupero alto e via di seguito. Tutto giusto in un calcio evoluto e in continuo aggiornamento. Resta però questa figura geometrica che nel football è sempre più che valida. A volte determinante. Se immagini il pallone come un pennino che disegna tutte le linee percorse durante la partita, alla fine ne avrai un grafico fittissimo nel quale troverai una marea di triangoli di tutti i tipi: retto, isoscele, scaleno e via di seguito. In mancanza di spazio vitale e di dribblatori in avanti, il triangolo è ancora l’arma più semplice e valida per creare superiorità numerica.
Un esempio ci viene proprio dalla partita vinta dalla Roma a Cremona. Prima di passare in vantaggio i giallorossi rischiano di prendere un gol su un triangolo stretto tra Bonazzoli e Vardy. L’azione del gol di Soulé parte da un ottimo triangolo chiesto da Koné a Pellegrini. Il francese poi invita l’argentino al tiro in quello che ormai sembra uno schema acclarato e vincente dei giallorossi. Ancora, l’azione del gol di Wesley è un “triangolone” lungo ed elaborato in velocità con Wesley che ne disegna un lato con la corsa mentre Ferguson ed El Shaarawy scrivono gli altri due lati con l’appoggio ed il filtrante.
Naturalmente, in un calcio molto atletico e di squadre corte, triangolare in avanti e nello stretto richiede rapidità e soprattutto un tasso tecnico molto elevato. Ma è sicuramente il caso di provare e riprovare in allenamento considerando anche la possibilità del gioco a tre sulle fasce con il portatore di palla che fa a sovrapporsi all’esterno chiudendo il triangolo con il centrocampista che va in appoggio. Dunque triangoli disegnati dal pallone ma anche dal movimento senza palla dei giocatori. Chiamatelo come volete: dai-e-vai, palla-avanti-palladietro-
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