AS Roma

Taylor fuori dal tunnel

Il fischietto della finale di Budapest torna a parlare: «Nessun errore grave, è stata la peggior situazione mai affrontata. Mou? Influenzò i tifosi». La BBC “cade” sul garage

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
11 Ottobre 2025 - 07:30

La prima intervista dopo la finale di Budapest e tante altre partite internazionali importanti dirette Anthony Taylor l’ha rilasciata alla BBC ed è stata pubblicata ieri. Nella chiacchierata con i colleghi inglesi, Taylor ha puntato innanzi tutto il dito contro la «cultura dell’aspettativa di perfezione» a cui gli ufficiali di gara sono soggetti, tutti sbagliano, ci mancherebbe. Poi ha rivelato che la sua famiglia non va più alle sue partite a causa degli abusi che riceve. Inutile nascondere che quando lo si vede su un campo di  calcio il pensiero di molti appassionati tifosi va ai diversi episodi eclatanti che hanno riguardato nel corso della sua carriera il quasi quarantasettenne di Manchester.

Taylor uguale Budapest. Sì, torna anche e soprattutto in Ungheria l’arbitro con la BBC. E su José Mourinho, che l’ha duramente criticato (non che con altri arbitri l’allenatore portoghese sia stato così tenero) dopo la finale della Roma contro il Siviglia in Europa League il 31 maggio 2023. Gara finita ai rigori dopo una sequela di decisioni discutibili dell’arbitro, prima fra tutti il rigore non concesso alla Roma poco prima della fine dei tempi regolamentari per un fallo di mano molto pronunciato di Fernando su un cross di Matic, che avrebbe portato la Roma dal dischetto per il potenziale vantaggio. 

«È la situazione peggiore che abbia mai dovuto affrontare - ha detto Taylor -. Non solo perché in quel momento viaggiavo con i miei familiari, ma anche perché mette in luce l’impatto del comportamento delle persone sugli altri. Non è accettabile, perché sono sicuro che a quegli individui non piacerebbe che qualcuno si voltasse e dicesse una cosa del genere a loro o ai loro figli. Quell’episodio fa riflettere sull’opportunità di viaggiare con la tua famiglia. Da allora, infatti, loro non sono più venuti a vedere una partita». Tutto vero, fin qui, anche condivisibile. Sarà vero anche, come più o meno ha sostenuto poi l’UEFA, che «quella è stata una partita in cui non ci sono stati errori gravi» (Taylor dixit), perché se un calcio di rigore può essere opinabile (e quello lo è pochissimo), molto meno lo è la gestione disciplinare o concedere un rigore che viene revocato grazie al Var o concedere 7 minuti di recupero dopo un primo tempo con sviluppi normali. Sarà vero per loro, gli stessi che ci hanno messo un anno, invece, ad ammettere che il fallo di mano di Cucurella ai Mondiali in Spagna-Germania, valutato male sempre dal nostro, fosse rigore. Sarà. 

La fake internazionale

Ma quello che non può essere è che si continui, anche da un media autorevole come la BBC, a cavalcare una leggenda metropolitana - usata anche ad arte all’epoca dai media sensazionalisti - come quella del confronto tra Mourinho e Taylor nel famoso garage della Puskas Arena. Fake news, già chiarita dallo stesso Special One. «Fucking disgrace», riferito magari proprio a Anthony, Mourinho lo disse rivolto al designatore italiano dell’UEFA Roberto Rosetti. Facile allora trovare il titolo con un tecnico pluridecorato che appena sbadiglia fa notizia, ma che almeno la notizia sia vera. Insomma, Taylor esce allo scoperto, esce dal tunnel, se vogliamo, dove non è mai stato. Lo sanno i romanisti, lo sa Mourinho, lo sa Taylor, lo sa Rosetti, lo mette in discussione la BBC, forse per sentito dire, sicuramente non per aver approfondito.

«Le parole di Mourinho? Penso che, a essere onesti, abbiano influenzato i tifosi», ha detto sempre Taylor alla BBC sulla spiacevole contestazione in aeroporto per l’arbitro inglese ad opera di alcuni sostenitori giallorossi. Chiaro, diavolo d’un Mourinho! Quello che fa diventare famosi anche gli arbitri, come accaduto anche in Turchia più di recente. Forse la BBC e Taylor immaginano i romanisti come una mandria di incapaci di intendere e di volere, ma stiano certi che tutto quello che è accaduto quella sera a Budapest ha fatto il giro del mondo in pochi istanti, a prescindere dalle parole di Mou (scommettiamo che si sarà fatto una risata leggendo l’intervista di Taylor). Come le innumerevoli interpretazioni sui generis dell’arbitro Taylor prima e dopo Budapest, che in Premier League e nelle coppe europee è un hobby minimizzare per chissà quale arcano motivo. L’augurio è che il nostro, sempre per l’aspettativa se non della perfezione almeno del miglioramento, ripassi presto la regola del fallo di mano per superare un loop forse nato proprio nella capitale ungherese.

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