AS Roma

Roma ko col Lille, decide Haraldsson. Se non bastano tre rigori...

I giallorossi vanno sotto dopo pochi minuti poi all’80’ l’incredibile triplice errore di Dovbyk (2) e Soulé

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
03 Ottobre 2025 - 06:00

Ci mancava lo sberleffo da record, il rigore che poteva dare il pareggio e che è stato ripetuto tre volte per due infrazioni (la prima dei giocatori del Lille, entrati in area prima della battuta, la seconda del portiere che si è mosso con largo anticipo) e per tre volte è stato parato da Ozer (due volte su Dovbyk, una su Soulé), col risultato a quel punto cementato sullo 0-1 maturato dopo appena 6 minuti. Così la Roma si è arresa all’esordio in casa in Europa League perdendo anche l’abbrivio dopo il successo corsaro alla prima giornata in casa del Nizza. Ma questo Lille è di tutt’altra pasta: Genesio dispone di una squadra di talenti e corridori, l’allena bene e la sa distribuire sul campo, coperto bene sia in fase di non possesso sia quando devono muovere il pallone a gran velocità. I francesi hanno saputo sfruttare il primo di una lunga serie di errori commessi dalla Roma sin dall’avvio e hanno immediatamente capitalizzato con Haraldsson, un trequartista con molte idee e le gambe forti per perseguirle, poi hanno continuato a comandare il gioco senza mai farsi intimidire dalle solite pressioni individuali dei romanisti, e hanno avute molte più occasioni loro di segnare il raddoppio che la Roma di pareggiare. Ovviamente rigore triplo a parte. La partita per Gasperini è stata tutta in salita, sia dal punto di vista tattico, sia sul piano del risultato. Perché al primo errore di Tsimikas, purtroppo una costante per tutto il primo tempo (uscirà all’intervallo per Rensch), il Lille ha bucato la porta di Svilar, quando la squadra non si era ancora stabilita nelle marcature: su rimessa lunga del portiere Ozer e chiusura profonda di Hermoso su Felix Correia, il passaggio al terzino greco è stato un po’ frettoloso, Tsimikas ha sbagliato il controllo e restituito la palla a Correia che l’ha subito mandata verso Giroud che a sua volta ha servito in corsa Haraldsson che ha resistito al tentativo di scippo di El Aynaoui e, sul rimbalzo, ha calciato forte dal basso verso l’alto prendendo di sorpresa Svilar. In quei primi minuti Gasperini aveva già dovuto far fronte a qualche difficoltà di natura tattica per via del dinamismo forse non totalmente previsto degli avversari. In prima battuta infatti aveva pensato ad una Roma con le forme del 3412 con Pellegrini centrale, ma in realtà schierata in non possesso a specchio 442, con l’ex capitano a tener d’occhio uno dei due mediani (all’inizio Bentaleb), l’altro preso da Cristante, Wesley alto su Verdonk, Soulé e Ferguson ad occuparsi della prima impostazione dei centrali Mandi e Mbemba, Ndicka (schierato centrale dei tre) su Giroud, Hermoso sul trequartista centrale Haraldsson e Tsimikas aperto sull’esterno alto di destra Correia, con Celik sull’esterno alto di sinistra Sahraoui, e col sacrificio di El Aynaoui che di conseguenza si vedeva costretto ad aprirsi a sinistra per contenere le non rare discese di Meunier, il terzino destro. La sensazione era però che la Roma arrivasse sempre tardi nelle chiusure, così dopo una ventina di minuti Gasp ha chiamato Pellegrini e gli ha detto di occuparsi lui del terzino Meunier, lasciando nel mezzo El Aynaoui: la mossa ha riequilibrato un po’ la squadra, ma di fatto ha ridotto non poco le capacità di intervento in fase di possesso proprio di Pellegrini, spesso fuori dal gioco con le sue rincorse lunghe dietro l’avversario e poi non lucidissimo in fase di ripartenza. Insomma, una specie di cul de sac tattico che ogni tanto capita alle squadre di Gasperini, bloccate dalla loro stessa filosofia aggressiva ma di rimando agli avversari. Il Lille giocava invece sul velluto, dopo il vantaggio trovato alla prima occasione contro una squadra che, si è visto subito, è sembrata incapace di proporre azioni offensive con continuità: dietro si sentiva la mancanza di Mancini, rimasto in panchina col cerottone sul viso, in mezzo di Koné, risparmiato in vista Firenze, davanti Soulé è sembrato da subito poco illuminato e Ferguson spaesato.

Al 22’ il primo squillo della Roma, si fa per dire, è arrivato su un tiro sbilenco di El Aynaoui, bravo almeno ad aprirsi un corridoio da percorrere in solitaria, un po’ meno nella qualità della conclusione. Al 25’ nella sua condizione un po’ isolata di attaccante di sinistra, Pellegrini ha mandato al bar due difensori e si è accentrato per crossare, Ferguson ha stoppato il pallone e se l’è fatto portar via, sulla respinta che ne è seguita Wesley ha rimesso per Cristante che ha restituito il pallone a Pellegrini per il suo destro di prima, modello derby, ma stavolta la traiettoria è stata intercettata. Al 30’ un altro errore stavolta sull’asse Hermoso/El Aynaoui ha favorito una velocissima transizione francese, con scambio in velocità Bouaddi, Sahraoui, Haraldsson, Sahraoui che ha portato l’attaccante di sinistra al diagonale (di sinistro) che ha spaventato Svilar prima di uscire vicino al palo opposto. Al 34’ l’unica, vera, quadruplice occasione per la Roma di pareggiare, che suona anche un po’ tristemente ironica all’idea della triplice occasione che arriverà nel secondo tempo: nel primo invece l’azione si è sviluppata in velocità, col cross finale di Wesley sul secondo palo per Tsimikas, per un colpo di testa respinto da Meunier di spalle, un primo tap-in di Soulé respinto stavolta in tuffo disperato dalla sagoma di Mbemba, il successivo sinistro ancora di Tsimikas intercettato a terra da Ozer, con la spaccata finale di El Aynaoui a superare Ozer ma non Mandi, abile sulla riga di porta a respingere di piede cadendo all’indietro.

Dopo l’intervallo la Roma si è presentata in campo con Rensch a sinistra al posto dell’incerto Tsimikas (e Angeliño tenuto in panchina a riposare per Firenze), ma non è cambiato l’abbrivio della gara. Al 3’ El Aynaoui ha perso un’altra palla sanguinosa quasi da ultimo uomo, ma è stato salvato da Hermoso che è riuscito ad intervenire prima di Haraldsson. Un minuto dopo Correia ha visto in area Giroud liberarsi lungo verso il secondo palo alle spalle del distratto Hermoso e l’ha servito con precisione, solo che l’ex milanista invece di cercare la porta col mirino che ha in testa ha cercato la mossa a sorpresa di servire sull’altro palo Bouaddi in inserimento lungo, su cui però ha vigilato Ndicka. Al 9’ un’altra incredibile distrazione romanista su fallo laterale per il Lille ha consentito a Bentaleb di mandare in porta da solo Giroud, con Svilar ancora maestoso nel suo intervento risolutivo. Gasperini ha quindi rotto gli indugi richiamando Hermoso per Mancini e ha mandato El Shaarawy a sacrificarsi su Meunier facendo riposare Pellegrini, che a naso tornerà titolare domenica a Firenze. Su un angolo conquistato all’improvviso, Soulé ha calciato forte sul primo palo dove Cristante e Ferguson sono saltati insieme, ma il tocco decisivo è stato dell’irlandese, verso il secondo palo: ma la palla è uscita di pochissimo. Altre sostituzioni hanno cambiato di nuovo volto alle squadre: dentro per il Lille  velocissimi Igamane e Fernandez Pardo oltre ad André, e poi Perroud per l’altro terzino Verdonk, mentre Gasperini faceva tirare il fiato a Cristante, sostituendolo con Koné (al 99% faranno coppia a Firenze), e a Ferguson, richiamato per Dovbyk. Al 35’ il segno del destino: su un corner di Soulé incornato sul primo palo da Celik, Mandi ha toccato col braccio largo, tra le proteste dei romanisti: inevitabile il ricorso al Var e l’assegnazione del penalty del possibile pareggio. Ma Dovbyk, desideroso di dare continuità al bel gol segnato con il Verona, ha calciato debolmente alla sinistra di Ozer, che ha deviato in corner. Ma dal Var hanno richiamato ancora Lambrechts per segnalare l’invasione di almeno due giocatori francesi prima del tiro decisivo. Ripetizione, e ancora al tiro Dovbyk dopo breve colloquio con Soulé: ancora parata di Ozer sulla sinistra, stavolta colpevole di essere partito con tutti e due i piedi ben davanti alla linea. Incredibile a dirsi, ma terza ripetizione. Così Dovbyk si è tirato indietro e al suo posto è arrivato Soulé, che ha preso la rincorsa e cambiato angolo, tirando però ancora debolmente, per la terza e ultima parata del nuovo eroe dei tifosi del Lille. Sotto choc, nel finale la Roma ha rischiato più di prendere il raddoppio che di pareggiare e la partita è amaramente finita così.

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