Pellegrini stappa la Roma
Primo tempo con troppi errori, ma entra Lorenzo e detta i tempi dei gol. Poi Pisilli fa sperare il Nizza

(GETTY IMAGES)
Esordio con vittoria e brivido finale per la Roma che mette il sigillo sulla prima gara stagionale in Europa League conquistando a Nizza i primi tre punti della fase campionato con una gara dominata per 75 minuti e rimessa in discussione verso l’epilogo solo da una enorme ingenuità di Niccolò Pisilli che invece di controllare col corpo un pallone che stava uscendo dal campo ha consentito a Mendy di passargli davanti all’ingresso in area e lui lo ha tirato già con un brusco movimento delle mani, costringendo l’arbitro a fischiare un rigore che, trasformato da Moffi, ha riaperto la partita e ridestato lo stadio ormai narcotizzato. Ma alla fine la Roma ha portato a casa la pagnotta grazie alle reti dei suoi due migliori difensori, Ndicka e Mancini, ma soprattutto grazie all’ingresso in campo di Pellegrini, anche con la fascia di capitano, a cambiare le sorti di una partita che la squadra giallorossa aveva dominato già nel primo tempo senza però mai essere realmente pericolosa, se non ancora con Mancini, ormai un centravanti aggiunto per Gasperini.
La Roma ha sostanzialmente gestito la partita per la maggior parte del tempo sin dall’avvio, estendendo il palleggio quasi sempre nella metà campo avversaria senza però realmente tradurre in occasioni concrete un controllo così palese. È questo forse il saltino/saltone che Gasperini chiede alla sua squadra ed è anche lo stesso motivo per cui ha più volte espressamente detto di aver bisogno di attaccanti forti per poter trasformare il suo possesso palla in qualcosa di più tangibile. Cosa che ieri per tutto il primo tempo ad esempio non è riuscita per via essenzialmente degli errori tecnici evidenti commessi da molti giocatori nei momenti chiave della frazione. Gasp il controllo delle partite se lo prende attraverso la sua meticolosa applicazione tattica individuale con le marcature personalizzate: così il 343 di Haise si è facilmente inceppato di fronte all’efficacia dei duelli spesso anche solo di posizione. Per cui sull’impostazione a tre dei francesi (con Mendy a destra, il giovanissimo Bah al centro, classe 2006, e l’espertissimo capitano Dante a sinistra, 42 anni a ottobre) Gasperini ha schierato le sue tre punte, rispettivamente El Shaarawy, Dovbyk e Soulé (unico confermato tra gli attaccanti del derby), dei due mediani Boudaoui e Vanhoutte si sono occupati Koné e El Aynaoui, degli esterni Louchet e Bard Tsimikas e Rensch, di Sanson Ndicka, di Boga Celik e dell’evanescente Kevin Carlos Mancini. Con Svilar, sono stati dunque sei i confermati rispetto alla partita con la Lazio, turn over più che comprensibile per evitare traumi e fatiche supplementari in un periodo delicato ma con carichi non ancora eccessivi. Il Nizza fino al rigore non ha proposto in sostanza alcuna giocata offensiva, se non nei vani e a volte goffi tentativi di superare il blocco delle marcature personalizzate sfruttando magari le minime incertezze dei romanisti, per cui l’unica conclusione degna di nota prima del penalty va fatta risalire al 12’, con un erroraccio di Rensch davanti alla panchina dell’esagitato Gasperini che ha favorito un’incursione dei francesi culminato poi da una conclusione di Mendy piuttosto alta.
Ma poi si è vista solo la Roma, autorevolissima nella copertura del campo, un po’ meno nelle rifiniture. La prima vera azione degna di menzione è arrivata solo al 23’, con un’iniziativa di Soulé da destra a portar la palla verso il centro, con scarico su El Aynaoui e riproposta offensiva a sinistra per Tsimikas che ha crossato bene in area e sulla respinta sporca di Bah, Koné ha calciato forte trovando sulla traiettoria verso la porta la testa di Dante a deviare in corner. Al 25’ un’altra incursione dentro al campo di Soulé ha portato al taglio di Dovbyk, ben servito in scivolata dall’argentino, poi da posizione defilata l’ucraino ha cercato di servire in area El Shaarawy ma il passaggio è stato intercettato da Mendy. Al 27’ è arrivato il primo di una lunga serie di gialli riservati curiosamente solo ai romanisti (sei alla fine, compreso quello per proteste a Gasperini): inventato, nel dettaglio, per un intervento che non era sembrato neanche falloso di Koné. Al 30’ Rensch ha calciato alto di sinistro, al 36’ è arrivata invece l’occasione più propizia, ancora per Mancini, servito ancora una volta da Soulé nel solito taglio da destra verso il centro: entrato in area, il difensore ha generosamente cercato l’assist per Dovbyk, ma la palla è sfilata lunga ed è stata raccolta prima che uscisse lateralmente da El Shaarawy che l’ha scaricata per Tsimikas che a sua volta l’ha rimessa in area per il colpo di testa vincente dello stesso Mancini, pizzicato però con una spalla in fuorigioco. Peccato, ma risultato invariato. Poi, prima dell’intervallo, sono arrivati altri due cartellini, per El Aynaoui e Ndicka: così alla fine per Gasperini è arrivato anche il momento di valutare l’opportunità di qualche immediato cambio, per evitare magari di correre rischi di rossi.
E invece dal cilindro il tecnico ha tirato fuori di nuovo Lorenzo Pellegrini, entrato in campo con la fascia da capitano ereditata proprio da El Shaarawy, fuori senza brillare. E subito la Roma ha cambiato Pelle, è proprio il caso di dirlo. Neanche dieci minuti e la squadra giallorossa ha segnato due reti. Prima c’è stato bisogno di un bel recupero di Ndicka su Boudaoui, poi è iniziato il monologo romanista. Nell’arco di pochi secondi, Pellegrini ha cercato due volte la conclusione di testa, prima su cross da destra di Soulé, solo spizzato, poi sul controcross dalla parte opposta di El Aynaoui (tentativo bloccato da Diouf). Poi al 6’ ancora Pellegrini da sinistra ha messo in area un cross basso insidioso, sulla respinta è intervenuto Koné da fuori con una conclusione deviata ancora in calcio d’angolo. E sul relativo corner proprio il capitano ha servito sulla testa di Ndicka un assist prestigioso, per poi andare a festeggiare con tutta la squadra proprio sotto il settore dove i tifosi avevano esposto rovesciato l’unico striscione da trasferta, quello con la scritta Curva Sud, in segno di protesta per alcuni fermi considerati illegittimi da parte della polizia francese la sera precedente alla partita. Da sottolineare il movimento di Ndicka sul gol: è partito con i tempi giusti dal secondo palo, ha sfruttato un blocco di Ferguson ed è volato in alto per imprimere forza e precisione al suo colpo di testa. A naso, roba studiata in allenamento.
Stavolta però la Roma in vantaggio non si è accontentata, ha continuato ad attaccare e in pochi secondi ha realizzato anche il secondo gol, quello che alla resa dei conti l’ha messa in guardia dai rischi di qualche imprevedibile - almeno in quel momento - ritorno degli avversari. Tutta da descrivere l’azione del 2-0, dal momento in cui Celik ha rubato agli avversari il possesso del pallone al tocco finale di Mancini sono trascorsi 30 secondi di puro palleggio da una parte all’altra del campo, portando a spasso gli avversari, passando attraverso i piedi di Svilar e dello stesso Mancini che ha avviato e poi rifinito l’azione andando a buttarsi dentro l’area col tempismo che tanto piace a Gasperini, a sfruttare un altro prezioso cross di Tsimikas, tra i più attivi ieri. Al 12’ la più bella imbeccata della sera è arrivata ancora dalla qualità di Pellegrini, bravo a cercare Dovbyk con un assist di prima che aveva ingannato mezza difesa, ma poi l’ucraino non è riuscito a restare davanti ai difensori e l’azione è sfumata. I sei cambi degli allenatori non hanno inciso più di tanto, nel senso che la Roma è rimasta padrona del campo. Fino almeno alla già descritta stupidaggine di Pisilli da cui è nato il rigore che al 77’ ha rimesso il Nizza in corsa. Lo stadio si è rianimato, Gasperini si è infuriato e per un po’ si è avuta la sensazione che il risultato potesse clamorosamente tornare in discussione. Gasp si è allora giocato l’ultima carta, Hermoso, al posto di Rensch, con lo spostamento in fascia di Celik. E la Roma ha retto l’impatto anche se lo spagnolo in un caso è andato in difficoltà con il più veloce dirimpettaio (Ali Cho) e lo ha steso rimediando la penultima ammonizione di giornata: l’ultima se l’è beccata proprio Gasperini per protesta per un fallo sanzionato davanti alla sua panchina che secondo lui Pisilli non aveva commesso.
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