18 anni non sono pochi
Francesco Totti e la Roma si promettono il futuro: è il primo gol in Serie A. Il primo in una gara ufficiale, la nota stonata del pareggio con i pugliesi della squadra di Mazzone


Quel giorno gli argomenti erano altri. Nel primo anno con i tre punti a vittoria, la Roma iniziava con un pareggio, quindi con la prima “mezza sconfitta”. In casa, davanti a sessantamila persone, con il Foggia che aveva perso Zeman, oltre a Signori, Baiano e Rambaudi. In panchina aveva Pierpaolo Catuzzi, che dieci anni prima era stato a un passo dal sedere sulla panchina della Roma perché Eriksson nel suo primo anno in giallorosso non ci poteva andare. “Stiamo proseguendo su una strada che porta lontano”, disse uno dei sopravvissuti di Zemanlandia, il futuro romanista Gigi Di Biagio, a fine partita. Sarebbe retrocesso, quel Foggia che il 4 settembre 1994 fermava la Roma sull’1-1 all’Olimpico alla prima giornata.
Balbo in panchina, perché gli stranieri erano 4, ma in campo potevano andarne solo tre. Così aveva scelto Mazzone. E la coppia Balbo-Fonseca, la più attesa? Forse non la vedremo mai, diceva qualcuno, dato che Aldair sembrava indispensabile per una difesa che aveva regalato il pareggio ai pugliesi, Thern anche, dato che Giannini, pur essendo partito titolare, era ancora considerato in partenza per problemi contrattuali, e Fonseca comunque si era prodotto in un bell’assist di testa. Per chi? Per Francesco Totti, 18 anni ancora da compiere, che con gran sinistro in corsa aveva illuso tutti portando la Roma in vantaggio. Per la precisione, 17 anni e 342 giorni. Ad oggi è il sesto calciatore più giovane ad aver realizzato una rete nella storia romanista tra campionato e coppe (quando andò a segno nel 1994 divenne il quarto). Il primo della graduatoria è Amadei con 15 anni, 287 giorni.
???? 4 settembre 1994, Roma-Foggia
— AS Roma (@OfficialASRoma) September 4, 2025
Il primo dei 307 gol di Francesco Totti ????????❤#ASRoma pic.twitter.com/1RKgmHtmvs
Primo gol in Serie A, esultanza con corse un po’ a caso prima di essere abbracciato dai compagni di squadra, perché non gli era mai capitato di segnare un gol in una partita ufficiale con la Roma. Nessuno poteva sapere che lo avrebbe fatto altre 306 volte nei futuri 21 anni anche se chi seguiva la Primavera sapeva che in lui c’era qualcosa di speciale e chi era rimasto folgorato da quel Roma-Sampdoria di Coppa Italia di 9 mesi prima aveva già capito tutto. Ma in quel momento non ci pensava quasi nessuno. Qualcuno già pensava a sostituire Mazzone in caso di sconfitta alla seconda giornata in casa dell’Inter. Forse non Franco Sensi, che però rimase a colloquio col tecnico subito dopo la partita, mentre i fischi accompagnavano l’uscita dal campo della squadra. Invece alla seconda giornata la Roma avrebbe vinto a Milano con un autogol di un fedelissimo di Mazzone, Gianluca Festa, che l’anno prima era stato in prestito alla Roma e per avere il quale il tecnico avrebbe sacrificato addirittura Aldair. E avrebbe poi disputato un buon campionato, tornando a qualificarsi per le coppe europee. Giannini si sarebbe ripreso la maglia da titolare, la coppia Balbo-Fonseca avrebbe fatto spesso faville, Totti avrebbe continuato a crescere seguendo alla lettera i consigli di Mazzone. Storia di un campionato, iniziato mentre si poneva un’altra pietra miliare di una leggenda che era iniziata già il 28 marzo 1993 a Brescia.
Il secondo gol sarebbe arrivato 18 giorni dopo, in Coppa Italia contro il Fiorenzuola, in occasione della gara di ritorno dei sedicesimi di finale. Una Coppa Italia che vedrà Totti segnare anche nella rimonta agli ottavi contro il Genoa (3-0 all’Olimpico dopo lo 0-2 a Marassi) e nella mancata rimonta dei quarti di finale contro la Juventus (3-1 a Roma dopo lo 0-3 di Torino). Tutti gli altri, sarebbero arrivati nel tempo e comunque non sarebbero bastati a definire la grandezza di Francesco Totti.
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